Un morso sul dito con 4 fori mentre strappava un ciuffo d’erba a casa sua vicino Pontedazzo. Soccorsa dal nipote, è stata scortata dai Carabinieri di Cantiano fino al Punto Medico di Cagli, poi ricoverata negli Ospedali di Urbino e Pergola, ha avuto anche un’ischemia causata dal veleno. 

Cronaca Eugubina n.258

Laura ha rischiato letteralmente la vita. Dopo circa un mese, adesso la Tac è pulita, gli esami vanno bene e la Signora è potuta tornare a casa dai suoi cari. Il decorso sarà ancora lungo, ma la brutta avventura per fortuna si è conclusa.

CANTIANO – Il 17 luglio era a casa sua, Laura, a Cantiano in direzione Pontedazzo, ignara della giornata che le si sarebbe prospettata.

Un’erbaccia era cresciuta spontaneamente tra l’asfalto e il viale che confina con la sua abitazione, Laura la strappa e sente subito dolore.

All’impatto aveva pensato alla puntura di una vespa, solo quando lascia cadere il ciuffo d’erba che aveva appena estirpato, si rende conto di essere stata morsa da una vipera. Non due ma ben quattro fori sul dito, evidenti morsi del rettile.

Laura chiama immediatamente il nipote che arriva subito e le presta i primi soccorsi cercando di limitare i danni stringendo la parte interessata quindi la mano e il braccio. Contattano il medico, il quale li invita a recarsi al Pronto Soccorso di Cagli.

Fortunatamente durante il percorso hanno incontrato i Carabinieri di Cantiano che con le sirene accese li hanno scortati fino al punto di primo intervento a Cagli. Da qui, la signora è stata inviata all’Ospedale di Urbino dove era tenuta sotto stretta osservazione e curata con l’aiuto di flebo.

Il siero antivipera non è stato iniettato in quanto i medici hanno ritenuto opportuno attendere l’evolversi della situazione come avviene solitamente in questi casi. Più tardi però i parenti vengono allertati che Laura sarebbe stata portata in Rianimazione perché le necessità richiedevano che l’antidoto fosse invece iniettato. Il veleno interferisce con la coagulazione del sangue causando così emorragie ed ecchimosi.

Ospedale di Uribino (foto Wikipedia)

La signora aveva il braccio livido e gonfio e anche su altre parti del corpo si stavano estendendo lividi neri, a significare che i capillari cedevano sotto il passaggio del veleno. Purtroppo, anche il viso aveva risentito del morso, che aveva reso difficile la parola e i movimenti usuali della bocca.

È rimasta ricoverata una settimana sotto osservazione con la flebo attaccata al braccio e chiaramente ha eseguito Tac ed esami. Poi è tornata a casa. Sembrava che pian piano la situazione si dovesse stabilizzare, ma Laura non migliorava, così è stata richiesta una nuova Tac a contrasto dalla quale è risultato un ictus ischemico in evoluzione dovuto sempre al morso del rettile.

Il figlio, comprensibilmente preoccupato, preferiva saperla al sicuro in Ospedale, così Laura è stata ricoverata alla struttura di Pergola. Qui è stata di nuovo curata con flebo, le hanno medicato il dito e ha subìto anche un piccolo intervento per disinfettarlo e medicarlo.

Ora la Tac è pulita, gli esami vanno bene e Laura è potuta tornare a casa dai suoi cari. Il decorso sarà ancora lungo, ma la brutta avventura per fortuna si è conclusa.

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Serena Agostinelli