Il 31 marzo si sono chiuse le istanze per la seconda fase dei ristori, quelli che vanno in percentuale ai danni subiti certificati. A fronte di 143 potenziali richiedenti, ovvero proprietari di abitazioni (prime case e seconde abitazioni) e di capannoni di aziende, sono solo 42 le istanze di ristoro accolte.
Il Sindaco di Cantiano Alessandro Piccini: “Il principale motivo di una esclusione così importante è legato a vizi di forma rispetto alla conformità urbanistica e catastale dell’immobile, requisito che viene richiesto alla data dell’evento calamitoso e non alla data di presentazione della richiesta. Parliamo di una finestra spostata, un tramezzo, una porta in più: piccoli accorgimenti.
In Emilia Romagna hanno concesso la possibilità di una sanatoria. Una difformità di trattamento, la norma nazionale è stata modificata tramite atto parlamentare e pertanto c’è stata quindi una volontà politica di introdurre dei correttivi in modo che non si pregiudicasse l’accesso ai ristori.
È un’ingiustizia verso i cantianesi, chiediamo venga data anche a noi la possibilità della sanatoria“.
CANTIANO – I ristori che si fermano di fronte a dei vizi di forma. E’ la storia della burocrazia tutta italiana e di cittadini e imprese costretti a farne le spese.
Il 15 settembre 2022 una violenta alluvione ha provocato danni censiti per 50 milioni di euro al patrimonio pubblico di Cantiano e 20 milioni a quello privato (imprese e abitazioni). Da quel giorno è iniziata una estenuante richiesta di aiuto per poter ripartire ed evitare lo spopolamento.
I cittadini e le aziende sono state tenaci e hanno resistito, ma in Comune sono arrivate 60 richieste di risarcimento da parte di aziende e 212 da parte dei residenti per le abitazioni.
Il sindaco di Cantiano Alessandro Piccini fa il punto della situazione: “Siamo fermi alla prima distribuzione di fondi con la legge di Protezione civile: circa 2 milioni di euro con massimali di 5 mila euro per i cittadini e 20 mila per le imprese. Ma parliamo di un 10% dei danni subiti”.
Il 31 marzo 2024 si sono chiuse le istanze per la seconda fase dei ristori, quella più sostanziosa e che va in percentuale ai danni subiti certificati tramite perizie di tecnici professionisti. Ma ecco la beffa.
“Il 70% resta escluso. A fronte di 143 potenziali richiedenti, ovvero proprietari di abitazioni (prime case e seconde abitazioni) e di capannoni di aziende, sono solo 42 le istanze di ristoro accolte.
Il principale motivo di una esclusione così importante è legato a vizi di forma rispetto alla conformità urbanistica e catastale dell’immobile, requisito che viene richiesto alla data dell’evento calamitoso e non alla data di presentazione della richiesta.
Parliamo di una finestra spostata, un tramezzo, una porta in più: piccoli accorgimenti”.
Eppure a pochi chilometri di distanza è successo altro. Il sindaco Alessandro Piccini: “In Emilia Romagna hanno concesso la possibilità di una sanatoria.
Una difformità di trattamento, la norma nazionale è stata modificata tramite atto parlamentare e pertanto c’è stata quindi una volontà politica di introdurre dei correttivi in modo che non si pregiudicasse l’accesso ai ristori. È un’ingiustizia verso i cantianesi, chiediamo venga data anche a noi la possibilità della sanatoria“.
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Luigi Benelli – Fotografie Cronaca Eugubina