Cecilia Monacelli: “È stato lo spettacolo di Gubbio sotto tutti i punti di vista, dal ricordo dei Quaranta Martiri al viale della Rimembranza che ricorda i caduti in guerra, alla gioia della Festa dei Ceri, al nostro Patrono al quale abbiamo dedicato una parte recitata

Danz’Art

GUBBIO (F.C.) – Si è conclusa nella serata di giovedì 21 giugno, la tre giorni della scuola di danza “Danz’Artal Teatro ComunaleLuca Ronconi” di Gubbio, dove 120 allieve si sono esibite nel saggio di fine anno “Gubbio – dalla pietra al cielo”, ideato e curato da Cecilia Monacelli.

Si tratta di un saggio dedicato a Gubbio, alla sua storia e a tutti gli elementi caratteristici che la contraddistinguono, frutto di uno studio e di una documentazione su testi storici che Cecilia Monacelli ha svolto per poter rendere al meglio nelle coreografie tutte le sfaccettature della città.

Il titolo “dalla pietra al cielo” deriva dal fatto che si parte dal primo balletto che nasce dalla storicità di Gubbio, dalla sua forza monumentale, dalla forza della pietra che si plasma nell’architettura e si arriva al cielo con la conclusione affidata ad un numero delle allieve della scuola di danza assieme agli Sbandieratori, da sempre promotori di Gubbio in Italia e nel mondo, che si sono esibiti con una coreografia inedita e con un brano scritto appositamente dal M° Michele Fondacci.

Ho sempre concepito il saggio di fine annoha dichiarato Cecilia Monacellinon come un’esibizione fine a se stessa, ma sempre come un filo conduttore, quindi ho sempre coinvolto le associazioni, musicisti e tanti artisti eugubini.

Danz’Art e gli sbandierariue

Quest’anno è stata l’apoteosi perché abbiamo toccato Gubbio con tutti i cinque sensi, compreso l’olfatto e il gusto. C’è stato anche un momento del saggio in cui è stato spruzzato un profumo con una fragranza che ricorda l’odore di maggio a Gubbio e sono state offerte tra il primo e il secondo tempo delle degustazioni eugubine.

Poi si vedono i balletti, si sentono i suoni tipici come ad esempio il Campanone, le battistrangole della Confraternita di Santa Croce e i serenologhi che hanno suonato dal vivo.

È stato lo spettacolo di Gubbio sotto tutti i punti di vista, dal ricordo dei Quaranta Martiri al viale della Rimembranza che ricorda i caduti in guerra, alla gioia della Festa dei Ceri, al nostro Patrono al quale abbiamo dedicato una parte recitata.

Poi abbiamo anche fatto delle riprese in giro per Gubbio, anche in Cattedrale e ringraziamo il Vescovo per questo. Lo spettacolo ha anche dei balletti dedicati alla Funivia, alla Balestra, all’artigianato con la ceramista Marzia Fumanti che dipinge sul palco e che ha decorato i body delle ballerine, ai Matti di Gubbio, alle corporazioni, ma anche ai Quartieri che ci hanno aiutato con alcune scenografie, ai Vejoni ceraioli e alle Tavole Eugubine.

Nel momento del saggio dedicato al mese di maggio, quando sono entrati i tamburini, ogni palchetto aveva uno stendardo che ci è stato dato dal Maggio Eugubino e che veniva tirato fuori dal pubblico per ricreare l’atmosfera.

Il commento più bello che abbiamo ricevuto, è che sarebbe un fiore all’occhiello per Gubbio da presentare ai turisti o in altre occasioni per rendere l’idea di cos’è la città di Gubbio. Durante le tre serate tante persone sono venute a vedere il saggio e ognuno aveva un momento che l’ha emozionata di più legato alla propria esperienza.

Per questo l’idea sarebbe anche quella di organizzare dei matinée per le scuole o di utilizzare questo spettacolo per altre iniziative”.

Cecilia Monacelli ha voluto anche sottolineare e ringraziare tutte le Associazioni eugubine per l’impegno e la partecipazione propositiva che hanno dimostrato nella realizzazione di questo spettacolo di fine anno.

Di Ilaria Stirati