La Presidente Laura Tomarelli: “Troppo spesso si confonde la parola pace con arrendevolezza, debolezza, rinuncia al diritto e alla giustizia, in realtà rappresenta l’esatto contrario e noi da questo luogo vogliamo dirlo con coraggio, forza e determinazione

GUBBIO (F.C.) – Questa mattina (venerdì 22 giugno), si sono svolte le celebrazioni per il 74° anniversario dell’eccidio dei Quaranta Martiri, che è stato compiuto il  22 giugno 1944.

Alle celebrazioni erano presenti, oltre alla presidente dell’associazione Famiglie Quaranta Martiri Laura Tomarelli, le più alte cariche civili e militari della città, l’assessore regionale Fernanda Cecchini, il consigliere regionale Andrea Smacchi e Luigi Ialuna vice sindaco di Mirto, città siciliana dove era nato uno dei Quaranta Martiri.

Le celebrazioni sono iniziate, come di consueto, con un Corteo partito da Piazza Quaranta Martiri, durante il quale sono state depositate da parte delle Forze dell’Ordine corone di fiori ai monumenti dei Caduti delle guerre, situati in Piazza Quaranta Martiri, in via del Teatro Romano, all’Edificio Scolastico e presso il Mausoleo.

Prima della funzione religiosa all’interno del Mausoleo, si sono tenuti i saluti istituzionali. La presidente Laura Tomarelli ha voluto sottolineare la volontà di trasmettere un messaggio di pace: “Troppo spesso si confonde la parola pace con arrendevolezza, debolezza, rinuncia al diritto e alla giustizia, in realtà rappresenta l’esatto contrario e noi da questo luogo vogliamo dirlo con coraggio, forza e determinazione“.

Questo è un luogoha dichiarato Stiratidi profonda testimonianza storica, verso il quale noi abbiamo un rispetto assoluto che dobbiamo innanzitutto alle famiglie, a tutti i congiunti dei Quaranta Martiri che portano nella loro storia, nei loro cuori e nei loro ricordi una profonda ferita che sicuramente ha segnato tutta la loro esistenza e la loro storia privata“.

Anche il vice sindaco di Mirto Luigi Ialuna e l’assessore regionale Fernanda Cecchini sono intervenuti sottolineando l’importanza di queste celebrazioni e della memoria storica che va tramandata alle giovani generazioni.

Nell’omelia, invece, Don Fausto Panfili ha voluto mettere in evidenza un aspetto importante: “Se vogliamo essere ascoltati da Dio, dobbiamo ascoltare il dolore degli innocenti, non si può giocare sul dolore dell’altro. Il giorno dell’eccidio dei Quaranta Martiri non abbiamo potuto fare niente perché non eravamo presenti, ma oggi possiamo attualizzare la loro memoria come atto di amore“.

Di Ilaria Stirati – Fotografie Cronaca Eugubina