Il somaro è il protagonista di una poesia di Armando Tomassoli, un somaro che non si piega, nonostante un numero infinito dirasagnolète”, perchéSomèro sei nèto, somèro ce sei, somèro c’aresti, somèro ce morghi

Foto Armando Tomassoli

Armando Tomassoli

GUBBIO – Si è tenuta nei giorni scorsi in Corso Garibaldi, la mostra dedicata ad Armando Tomassoli, in arte Sampasquele: pittore e autore di poesie, colorite massime e libri in dialetto, venuto a mancare nel 2013. La mostra è stata curata da Nello Teodori e Maria Grazia Fiorucci.

Un “mondo alla rovescia” quello di Sampasquele: un cavallo che cova le uova su un albero, una lepre che impallina un cacciatore, un pesce spada che scala una montagna, un leone che mangia gli spaghetti, una capra che risuola le scarpe, un somaro che fa la maglia…

E proprio il somaro è il protagonista di una poesia di Armando Tomassoli, un somaro che non si piega, nonostante un numero infinito di “rasagnolète”, perché “Somèro sei nèto, somèro ce sei, somèro c’aresti, somèro ce morghi”.

Foto Armando Tomassoli

I quadri con i somari

Un somaro che Sampasquele non sa se compatire, arrabbiarsi con lui o immedesimarsi. Tra i primi lavori pittorici figurano le serie dei Brutti, dei Cionchi, dei Vichinghi, del Mondo alla rovescia, i Paesaggi, il trittico del Tempio del Sole e i personaggi (guardie e carcerati del Penitenzièrio di San Giuseppe nella Valle della Morte) di Guerrino l’Afumicatore.

Tra le prime opere letterarie, scritte a macchina e tuttora inedite: Guerrino l’Afumicatore (1977), Olaf il Vichingo (1983) e la poesia ‘L Somèro. Pur al di fuori del sistema istituzionale del mondo dell’arte le sue opere sono presenti in collezioni private nel suo territorio d’origine e in diverse località italiane.

Di Francesco CaparrucciFotografie Cronaca Eugubina