Fabrizio Martini: “Vivrò il 15 maggio con passione e semplicità“. Giorgio Angeloni: “E’ grande l’amore che la gente di Gubbio ha per la Festa dei Ceri

Giovanni Vantaggi: “E’ un’emozione incredibile; una gioia immensa se penso anche solo per un attimo a quella che sarà la mia uscita da Palazzo dei Consoli

GUBBIO – La Festa dei Ceri è sempre più vicina, e Cronaca Eugubina ripropone ai propri lettori le interviste realizzate dalla nostra Redazione nei giorni scorsi con i Capodieci 2018 Fabrizio Martini, Giorgio Angeloni e Giovanni Vantaggi, che hanno ricordato aneddoti e figure importanti della propria carriera ceraiola.

Fabrizio Martini

Fabrizio Martini

Fabrizio Martini ha coronato il sogno di una vita, quello di alzare il Cero di Sant’Ubaldo. Ceraiolo di lungo corso e grande esperienza, espressione della manicchia di Santa Lucia.

Uomo di poche parole, di animo popolare e cuore sincero, subito dopo la sua elezione a Capodieci del Cero di Sant’Ubaldo dichiarò: “In questo momento è per me difficile trovare le parole giuste per descrivere ciò che provo. Posso dire soltanto che ringrazio tutti i Santubaldari che mi hanno dato l’opportunità di coronare questo sogno“.

Lunga e ricca di soddisfazioni la carriera ceraiola di Fabrizio, che lo ha visto protagonista per tanti anni a ceppo davanti sulla muta della Statua. Ma anche sui vecchi, sul buchetto e sul monte.

L’investitura a Capodieci c’è stata il 4 marzo in Basilica in occasione della Festa della Canonizzazione del Santo Patrono Sant’Ubaldo.

Lo abbiamo incontrato al Pranzo del Ceraiolo Anziano agli Arconi di Palazzo dei Consoli, e Fabrizio ci ha detto: “Spero che il 15 maggio sia una giornata di sole, io la vivrò con passione e semplicità”.

Giorgio Angeloni

Giorgio Angeloni

La mia vita ceraiola, sotto la stanga del Cero grande è iniziata all’età di 17 anni (era il 1995) sull’Angioletto quando presi il cero al posto di mio padre Giuseppe, il quale mi fece da braccere.

Quella fu per me una grande gioia; ma non sapevo ancora di poter gustare una gioia ancora più grande. L’anno dopo infatti ho avuto la fortuna di prendere il Cero insieme a mio padre, sempre sulla muta dell’Angioletto”.

Negli anni successivi sono arrivate le prime soddisfazioni ceraiole anche in città: “Nel 1998 ho iniziato a prendere il Cero in via XX Settembre all’altezza di Cornazzani al posto del sindaco Filippo Stirati, fino al 2003, anno in cui è iniziata la mia avventura sulla Calata dei Neri, che è terminata nel 2014”.

Giorgio Angeloni

Quali sono state le figure ceraiole più importanti per lei? 

Posso dire con orgoglio tutta la famiglia Angeloni, da mio padre Giuseppe, gli zii Piero e Mario, fino a mio fratello Gianluca e mio cugino Giovanni con cui ho avuto la grande fortuna di essere insieme a loro sotto la stanga soprattutto sulla Calata.

Altre figure che per me sono state importanti nel mio percorso ceraiolo sono stati i Capodieci della maniccchia come Lucio Mariotti “‘l Cianfro”, Piero Viola, Luca Alunno “Pepolo” e Massimo Minelli “Meletta”.

Voglio ringraziare tutti gli amici che mi hanno sostenuto in questi anni”.

Quali sono le sue sensazioni; le emozioni e cosa si aspetta dal prossimo 15 maggio? 

Sento una grande responsabilità accompagnata ad un’emozione che cresce giorno dopo giorno. Fin dal giorno dell’elezione, al Vejone ed ora che ho iniziato le varie riunioni sento che questa tensione cresce sempre di più a mano a mano che ci avviciniamo alla Festa.

Una cosa però la voglio sottolineare con grande piacere perché ora che sono Capodieci me ne sto accorgendo di più rispetto agli altri anni: il grande amore che la gente di Gubbio ha per la Festa dei Ceri; un amore che percepisco dai piccoli gesti come le pacche sulle spalle o le parole di affetto nei miei confronti.

E’ veramente una Festa di popolo. Riguardo alle mie aspettative per il prossimo 15 maggio da Capodieci spero e sto lavorando affinché il Cero di San Giorgio faccia una grande corsa come negli ultimi anni. In generale spero che sia una bella giornata di festa”.

Giovanni Vantaggi

Giovanni Vantaggi

La mia carriera ceraiola sotto il Cero grande è iniziata a 18 anni sulla muta della Lapide e sul Buchetto dove facevo il ceppo davanti . Essendo giovane in città non lo prendevo ma mi rendevo comunque utile facendo il braccere agli amici di Torre Calzolari sulla muta del Bargello. Una volta sceso in città sono entrato sia a spalla (e successivamente anche a Capodieci nel 1996 ) sulla muta dell’Alzatella”.

Quali sono state le figure carismatiche che hanno contraddistinto la sua vita ceraiola? 

Dirne qualcuna è come dire, riduttivo. Certamente dico mio fratello Gaetano, Alberto Vagnarelli, Antonio Allegrucci (Toni de Mazzone) a cui io dapprima facevo il braccere sull’Alzatella perché ero piccolo di statura e al quale ho preso il posto dato che ero diventato più alto di lui.

Inoltre non posso dimenticare gli amici e i parenti che vivono all’estero e che torneranno a Gubbio proprio in nome dell’amicizia che ci lega come Quinto Cambiotti che ora vive in Inghilterra e mio cugino Xavier Vantaggi che vive a Parigi e che per me è stato il braccere sul Monte”.

Giovanni Vantaggi

Quali sono le sue sensazioni; le emozioni e cosa si aspetta dal prossimo 15 maggio? 

In tutta sincerità dormo poco tanta è la tensione che sento crescere in me giorno dopo giorno; ma credo però che tutto ciò sia normale. E’ un’emozione incredibile; una gioia immensa se penso anche solo per un attimo a quella che sarà la mia uscita da Palazzo dei Consoli.

In questo momento non credo che mi lascerò sopraffare dalle emozioni per quanto riguarda il cerimoniale dell’Alzata, anche se questo è ciò che sento adesso. Di una cosa sono sicuro: sulla Calata sarò emozionato”.

Giovanni Vantaggi

Ci può raccontare un aneddoto, un ricordo che le è particolarmente caro? 

Più che raccontare un aneddoto ci tengo a sottolineare due cose di cui vado particolarmente fiero: in tutta la mia vita ceraiola non ho mai litigato con nessuno. Quando ero ragazzino c’era molto campanilismo e in pochi venivano a Gubbio per le riunioni. C’era molta rivalità tra le varie manicchie. Ora secondo me tutto questo non c’è più.

Molti dei miei amici sono di Gubbio e tutto questo mi ha permesso di vivere meglio sia il Cero che la Taverna. Spero che questo processo vada avanti, anche perché per motivi demografici potremmo avere dei problemi nei prossimi anni.

L’apertura fra le manicchie rafforza le amicizie all’interno del Cero. Nella mia vita ceraiola ho sempre cercato di perseguire due, chiamiamoli così comandamenti: il rispetto per gli anziani e il ricordo di chi ci ha preceduto e tramandato questa festa.

Due aspetti che non a caso sono scritti chiaramente nella pergamena che ho ricevuto al momento della ratifica”.

Fotografia di copertina Cronaca Eugubina