Ad incontrare il pubblico dei lettori e dei curiosi, presente in buon numero, è stato l’autore Giovanni Fasanella, giornalista investigativo di vecchio stampo, tenace ed appassionato nella ricerca della verità storica, rigoroso nell’esame di documenti e testimonianze

Foto Tangentopoli nera

Tangentopoli nera

GUBBIO – Una carrellata di informazioni, circostanze e notizie poco note al grande pubblico e mai divulgate da certa storiografia, ancora più ossequiosa verso miti e stereotipi e non rispettosa della verità dei fatti: questa la stimolante avventura della presentazione del libro “Tangentopoli nera“, tenutasi a Gubbio, per iniziativa della Casa della Sinistra, sabato 18 marzo, presso la Sala della Comunità di Capodarco in Corso Garibaldi.

Ad incontrare il pubblico dei lettori e dei curiosi, presente in buon numero, è stato l’autore Giovanni Fasanella, giornalista investigativo di vecchio stampo, tenace ed appassionato nella ricerca della verità storica, rigoroso nell’esame di documenti e testimonianze, “scomodo“ per tutto un filone giornalistico e letterario che, alla narrazione, supportata da prove, di ciò che è stato, continua a preferire l’oleografia propagandistica su vicende e figure storiche.

Come in “Colonia Italia“, “Il golpe inglese“, “La storia di Igor Markevic“ e tanti altri libri coraggiosi, che hanno mostrato sotto una nuova luce alcuni misteri italiani, dalla morte di Enrico Mattei al rapimento Moro, passando per il Golpe Borghese, anche in “Tangentopoli neraFasanella nulla ha concesso al luogo comune, questa volta identificato nella pretesa integrità morale del fascismo, totem indiscutibile anche per larga parte della storiografia antifascista e “di sinistra“.

Foto Giovanni Fasanella

Giovanni Fasanella

Con l’ausilio di una messe di documenti di prima mano, consultati nell’Archivio di Benito Mussolini, custodito in Italia (dove in larga parte è ancora inaccessibile), Gran Bretagna e Stati Uniti, Fasanella ha scoperchiato nel libro, e ieri nella vivace esposizione al pubblico, la pentola di una corruzione onnipresente al tempo del fascismo: dalle tangenti petrolifere, che sarebbero state alla base del Delitto Matteotti, fino al traffico di tessere del Partito Nazionale Fascista ad opera di gerarchi e ras periferici, passando per le mazzette sistematicamente richieste per la concessione di pratiche e per i legami, strettissimi, tra caporioni fascisti, banche e imprese.

Sotto la sferza di varie domande, spunti, dubbi e considerazioni provenienti dal pubblico, l’autore ha mantenuto viva l’attenzione degli astanti per circa due ore, offrendo, senza cortine ideologiche, un quadro non solo dell’Italia che fu, ma anche, in parte, di quella che continua ad essere per influenza di fattori “genetico caratteriali“ improntati al compromesso, al “galleggiamento“, all’accomodamento. Insomma, una riflessione sul passato per capire il presente nelle sue varie sfaccettature.