Le opinioni degli eugubini sul popolare videogioco mobile. Un giocatore racconta: “Ho visto un gruppetto di 3 o 4 ragazzi cercare Pokemon di notte nei pressi del civico cimitero

Foto Pokemon

Pokemon al Teatro Romano

GUBBIO – Pokèmon go! È diventato in breve il più diffuso videogioco mobile della storia con circa 21 milioni di utenti attivi al giorno, basato sull’utilizzo dell’abbinamento fra la app che richiama il videogame anni ’90, il gps e la fotocamera dello smartphone. Questo gioco ha interessato diverse fasce d’età, facendo riscoprire la passione per i Pokèmon ai vecchi giocatori del videogame portatile, ma anche ai bambini e agli adulti, che possono trovare questi animaletti virtuali ovunque vadano, con il cellulare sempre sott’occhio.

Un gioco e anche un’arma a doppio taglio, dove da una parte ti fa riscoprire un passatempo per divertirti, ma d’altra parte apre il giocatore a una serie di “rischi”, quale la competitività portata agli estremi e l’uso eccessivo dell’apparecchio elettronico dal quale già difficilmente ci stacchiamo. La app si basa appunto sulla scoperta dei Pokèmon all’interno del proprio territorio e preferisce i luoghi di maggiore attrattiva turistica, religiosa o istituzionale.

Una buona scusa per fare del movimento, ma tutto ciò che si può fare a piedi viene fatto anche in macchina, e mentre nella realtà eugubina ci sono solo esempi di auto guidate dai giovani che vanno estremamente lente, nei casi più internazionali si sono visti anche degli incidenti (il più clamoroso è il tamponamento a New York).

Foto Teatro romano

La pista di pattinaggio del Teatro romano

Pokemon Go a Gubbio 

Analizziamo la questione più da vicino, passando la parola ai nostri cittadini. Parlando con G. P. egli dice: “Pokèmon Go! Mi ricorda l’infanzia trascorsa a sfidare i miei amici, con i quali ancora mi vedo e insieme abbiamo riscoperto un modo per tornare bambini. Inoltre la grafica del videogioco è decisamente migliore rispetto al bianco e nero del GameBoy.

Adesso trovo divertente mettermi nei panni di Ash, il protagonista del cartone animato, allenatore di Pokèmon. Il punto con maggior probabilità di catturare questi mostriciattoli è senza dubbio il Teatro Romano, è per questo che c’è un’affluenza continua di persone”. 

Ascoltiamo un altro parere questa volta di una persona un pò più grande, il signor G. B. nativo di Gubbio, ma che qui trascorre solo il periodo estivo per ricongiungersi con i nipoti: “I cellulari hanno condizionato la vita di tutti! Nessuno esce di casa senza il cellulare, come se fosse qualcosa di fondamentale. È passato dall’essere utile all’essere indispensabile per le questioni più banali.

Foto Pokemon

Pokemon in piazza Grande

Ai miei tempi ci divertivamo con poco, una partita a carte, due calci a un pallone, o un semplice parlare a tu per tu con qualche ragazza, adesso gioco e comunicazione vengono sostituiti dal telefono. E non bastavano tutti i social del momento ora ci mancavano addirittura questi strani animali a cui dare la caccia!

Anche se sono contrario a tutta questa tecnologia, avendo un nipotino ancora piccolo sono costretto ad accompagnarlo in giro per Gubbio, in modo da poter stare più tranquillo perché alla vista di un Pokèmon non si capisce più nulla! Non si fa caso se nella direzione indicata dal cellulare stia passando una macchina o sia una proprietà privata, ci si reca sparati senza dare importanza a nulla”.  

la testimonianza più importante ci viene data da un giocatore accanito che per colpa di questa nuova tendenza ci racconta di non essere riuscito a conseguire nessun esame della sessione estiva perché preso dal gioco. T. B. è riuscito a restare sveglio per quasi un intera notte per catturare più Pokèmon possibili, in modo da imbattersi con un minor numero di  persone che come lui stavano cercando questi mostriciattoli.

Foto Cimitero

Il civico cimitero di Gubbio

Domenica 17 luglio, appena due giorni dopo l’uscita del gioco, si è recato nella maggior parte delle periferie eugubine in quanto segnalate mediante gruppi su Facebook come posti particolarmente ricchi di Pokèmon. Non sono solo le campagne i posti interessati dai giovani, ma anche il cimitero della nostra città.

Nel racconto della sua esperienza con il gioco ci ha precisato di essere passato nella zona del civico cimitero dopo le ore 23 ed aver avvistato un gruppetto di 3-4 ragazzi che inseguivano i Pokèmon. Vedendo nel buio le lucine dei cellulari si è sentito turbato, in quanto è un luogo sacro e per questo se ne è andato immediatamente  proseguendo da tutt’altra parte la sua caccia.

Questi sono solo alcuni pareri dei nostri cittadini. Ho costatato personalmente quanti giovani eugubini siano presi da questo nuovo gioco, facendo un giro per Gubbio mi sono imbattuta in svariati cacciatori di Pokèmon di tutte le età.

Servizio a cura di Jessica BaioccoFotografie Cronaca Eugubina