Francesca Pieri: “Quando parliamo del cyber bullismo parliamo di un tipo di bullismo che non si fa faccia a faccia, ma sul web

GUBBIO – Lunedì 7 marzo, presso l’Aula magna dell’IIS Cassata Gattapone si è tenuto un importante incontro legato al Progetto Legalità: le nuove sfide del web. Incontro in cui si è analizzato approfonditamente internet, i social network e le conseguenti opportunità e pericoli.

Foto Cassata

Il tavolo dei relatori al “Cassata”

Dopo un iniziale saluto del dirigente David Nadery e della Presidente dell’Associazione “Il Coraggio della PauraAnna Maria Petri, ha parlato l’Avv. Francesca Pieri, rappresentante dell’associazione che ha presentato i pericoli del web e casi concreti: “Dovete capire che questo gesto può avere conseguenze giuridiche e psicologiche. Nonostante abbia un’età vicina alla vostra mi accorgo che c’è un abisso tra quello che oggi sapete fare voi con questi strumenti, e quello che sto facendo io.

Se non conoscete bene le potenzialità, anche negative, dei social network potrebbero esserci conseguenze incalcolabili. Basta mettere una foto online e anche tra sessant’anni potrebbe essere usata contro di voi, sappiate che qualsiasi cosa postate in rete diventa della rete. I fenomeni del cyber bullismo definiscono il profilo Facebook come dare le chiavi della propria casa.

Foto Cassata

Progetto legalità

Non pensate che basta solo sistemare alcune impostazioni della privacy per sistemare tutto, perché tutto ciò che consentite di inserire nella rete rimane al suo interno. Non dico che non dovete pubblicare foto, ma bisogna sempre fare qualche accorgimento in più.

Quando parliamo del cyber bullismo parliamo di un tipo di bullismo che non si fa faccia a faccia, ma sul web. Purtroppo in alcuni casi questi comportamenti hanno portato a conseguenze tragiche, perché ragazzini della vostra età e addirittura inferiore si sono tolti la vita. E io ho l’amaro compito di raccontarvi queste tristi storie, queste violenze perpetuate attraverso la rete.

Parliamo di cyber bullismo quando gli atti di prepotenza sono fatti intenzionalmente, e già dai 14 anni siete consapevoli di quello che state facendo. La vittima si sente sola ed isolata. Voglio parlare un attimo di Amanda Todd, ragazza che purtroppo ora non c’è più ed è uno dei casi più estremi legati al cyber bullismo. Una ragazza che aveva una vita familiare particolare ed ha registrato un video su Youtube dove ha raccontato a tutti il suo disagio, pochi giorni prima di togliersi la vita.

Spero che questo caso possa darvi importanti spunti di riflessione. Questo è un caso che è diventato la bandiera della lotta per il cyber bullismo. Un altro caso italiano è Carolina Picchio, aveva 14 anni e frequentava una scuola di Novara. Si è buttata dal balcone di casa per minacce sui social network continuate per settimane. I sei ragazzi colpevoli sono stati imputati per istigazione al suicidio”.

Foto Cassata

L’aula magna del “Cassata”

Dopo una breve pausa ha parlato il Dott. Massimiliano Cappellotti, psicoterapeuta dell’associazione: “La violenza psicologica è molto più devastante di quella fisica, perché non si riesce a cancellare per tutta la vita. Il cyber bullismo deriva da un uso improprio delle nuove tecnologie, ma si differenzia dal bullismo tradizionale per diversi motivi, l’anonimato è uno di questi. Esso rende forti, ed è un aspetto che il cyber bullismo garantisce.

Questi pericoli sono l’altra faccia della medaglie delle nuove tecnologie, si denigra la persona per comprometterne la reputazione. Questo è un atto vero e proprio di violenza, la paura è il primo danno psicologico che un ragazzo può sentire in questi casi, accompagnata anche dalla vergogna.

La paura e la vergogna sono i primi impedimenti che costringono la vittima a non denunciare il fatto, e così facendo diventa depressa e si sente nel torto. Il bullo è il peggiore dei vigliacchi, ed ha dei seri problemi. Per risolvere i propri problemi utilizza una vittima, che non c’entra assolutamente con lui, e li scarica addosso“.

Foto Carabinieri

Il Capitano Pier Giuseppe Zago

E’ poi intervenuto il Capitano dei Carabinieri di Gubbio Pier Giuseppe Zago: “Questo è un incontro che viene portato avanti da diverso tempo, ma non ci si abitua mai a delle tematiche così importanti. Non si risolve in poco tempo il fenomeno del cyber bullismo, ma i peggiori sono quelli che non si schierano.

Quelli che fanno gli indifferenti, sanno quello che succede ma non gli importa. Le forze di Polizia nascono con la prevenzione, ma la prevenzione è possibile farla solo grazie alla collaborazione di tutti”.

Emanuele GrilliFotografie Cronaca Eugubina