Il carcere è una sospensione di vita. C’è stato un prima e c’è un dopo. Del durante quel frattempo, solo di questo parla il mio Diario di Bordo

GUBBIO – Lucio Panfili viene condotto agli arresti in carcere il 14 febbraio 2012. La vicenda, che ha avuto risalto nazionale per l’intensità e la consistenza dei provvedimenti, tocca anche altre persone impegnate per un decennio nell’Amministrazione della città di Gubbio.

Foto Diario di Bordo

“Diario di Bordo” di Lucio Panfili

Nel momento di lasciare la propria abitazione, Panfili porta con sé, d’istinto, un blocco per appunti. Fin da subito, presso la Caserma dei Carabinieri della propria città, inizia a prendere appunti, a scrivere quello che sarà il suo “Diario di Bordo”.

A distanza di quattro anni, con un processo in corso, Panfili pubblica la fedele, letterale, trascrizione del diario che ha tenuto durante i 32 giorni trascorsi in carcere. E’ il resoconto oggettivo, la cronaca dei fatti, la registrazione dei pensieri, delle sensazioni e dei sentimenti che ha vissuto e che lo hanno attraversato in quei giorni.

La materialità del carcere, descritta nel tempo stesso in cui accadeva, con le parole ed i segni che irrompevano in quei precisi momenti, documentata dai reperti che conservava ed accantonava, per assicurarsi, allora e per dopo, che quello che stava vivendo era reale.

Il carcere è una sospensione di vita. C’è stato un prima e c’è un dopo. Del durante quel frattempo, solo di questo parla il mio Diario di Bordo”.

Cesare Coppari