Paola Salciarini ha definito l’incontro “una chiacchierata tra amici per ricordare Giampietro, uno dei fondatori dell’Associazione Quartiere di San Giuliano“.

Ettore Sannipoli ricorda Giampietro Rampini

Stirati: “Un uomo neo rinascimentale con un’idea forte di comunità. Giampietro per me rappresenta uno stile di vita, un modello di cittadino e artigiano“. 
Erano presenti la moglie Rossana e la figlia Giulia. Tra un intervento e l’altro, momenti musicali di Claudio Sannipoli e Francesco Fagiani, che hanno portato indietro con i ricordi alla giovinezza di Giampietro Rampini. 
Alfredo Minelli ha ricordato i primi anni storici della pallavolo a Gubbio e le vignette di “Pietruccio”, il papà di Giampietro, un modo semplice e genuino di scherzare sulle sconfitte della domenica.
Suor Agnese: “Gli abbiamo cantato accanto al letto d’Ospedale la Preghiera di San Francesco, e questo è un ricordo che non dimenticherò mai. Lui giunse le mani e stette in silenzio, poi alzò un braccio quasi a contemplare qualcosa che solo lui poteva vedere. A noi sembrò pronto per l’incontro con Dio“. 

GUBBIO – La città ha ricordato Giampietro Rampini, grazie a un’iniziativa dell’Associazione Quartiere di San Giuliano intitolata “Ricordando Giampietro”, riflessioni, racconti, aneddoti sull’artigiano artista e ceramista eugubino scomparso un anno fa.

La Presidente dell’Associazione Quartiere di San Giuliano, Paola Salciarini, l’ha definita una chiacchierata tra amici per ricordare Giampietro, uno dei fondatori dell’Associazione.

Oggi sono presenti tante generazioni a ricordarlo e questo è molto importante. Giampietro ci ha insegnato l’amore per Gubbio e le sue tradizioni, oltre a una grande solidarietà. Ha sempre avuto un ruolo da animatore“.

“Ricordando Giampietro Rampini” – Foto Lucio Grassini

Il sindaco Filippo Stirati: “Nei primi anni ’60 abbiamo corso insieme a Piazza Grande, dopo essere stati dalle Suore salesiane. C’era anche una profonda conoscenza e legame tra le nostre famiglie che si sono volute bene.

Giampietro per me rappresenta uno stile di vita, un modello di cittadino e artigiano. Un uomo neo rinascimentale, con una forte idea di comunità, tutta la sua vita è stata rappresentativa di un’idea di comunità.

E’ stato importante anche per i giovani: tutto questo lo fanno ancora oggi una persona viva“.

Paola Salciarini: “Una dolorosa assenza e una straordinaria presenza“.

Nel corso del pomeriggio a Palazzo Pretorio, ci sono stati degli interventi musicali di Claudio Sannipoli e Francesco Fagiani, che hanno riportato indietro nel tempo le lancette dei ricordi.

L’Associazione Quartiere di San Giuliano ha affidato il ricordo di Giampietro a Emanuele Catanese (una sua intervista video è stata mandata in onda sul maxi schermo in sala), e Andrea Martinelli: “Ci lascia in eredità un’idea di socialità“.

La pallavolo femminile nacque nel 1969

Evelino Vagnarelli è stato allenatore e educatore. Ha ricordato gli anni bellissimi passati alla Pallavolo Gubbio, nata nel 1969 e tutti i successi ottenuti al fianco di Giampietro durante gli anni ’80.

Lo storico Ettore Sannipoli: “Abbiamo trascorso insieme gli anni del Liceo Classico. Con la sua morte è finita una parte della mia vita.

Abbiamo trascorso 25 anni insieme a fare cose, con spirito di servizio. La generosità è stata tra le sue caratteristiche migliori.

Ricordo l’impegno che ha profuso per la manifestazione ‘Brocche d’Autore’, e la grande amicizia con artisti di fama internazionale, come l’australiano Alan Peascod, che vennero a Gubbio a visitare il suo laboratorio, rimanendone incantati. 

In particolare, Alan Peascod, si innamorò così tanto di Gubbio, che fece di Luigi Allegrucci (“Guerciolo”) un’icona della sua arte, e quando morì volle che le sue ceneri venissero disperse a Parco Ranghiasci“.

Il Vescovo Luciano, Paola Salciarini e Suor Agnese – Foto Lucio Grassini

La scomparsa di Giampietro Rampini è stata definita un evento epocale per la ceramica eugubina.

Il Vescovo Monsignor Luciano Paolucci Bedini: “Ho avuto la fortuna di incontralo e di conoscerlo. L’ho sempre definito un viandante inquieto, innamoratissimo di San Francesco e Sant’Ubaldo, e del percorso da Assisi a Gubbio che compiva ogni anno“.

Suor Agnese: “Giampietro faceva parte della storia di Gubbio. Mi ricordo che durante la malattia era diventato quasi trasparente e piccolo, fragile. Me lo ricordo tanto consegnato al suo Dio.

E’ morto il martedì della settimana Santa, e noi andammo a trovarlo in Ospedale la domenica delle palme. 

Gli abbiamo cantato accanto al letto d’Ospedale la Preghiera di San Francesco, e questo è un ricordo che non dimenticherò mai. Lui giunse le mani e stette in silenzio, poi alzò un braccio quasi a contemplare qualcosa che solo lui poteva vedere. A noi sembrò pronto per l’incontro con Dio. Non ho mai raccontato a nessuno queste cose“.

Una vignetta di “Pietruccio” per Alfredo Minelli

Alfredo Minelli: “Aveva valori fondamentali per vivere in comunità. Abbiamo fatto tutta la vita insieme, da ragazzi a uomini, a padri di famiglia. La pallavolo femminile nacque dalle Suore salesiane. 

Mi ricordo che in serie A, quando capitava di perdere le partite perchè giocavamo contro squadre più blasonate, il papà di Giampietro, ‘Pietruccio’, al ritorno a Gubbio ci faceva trovare delle vignette satiriche che conservo ancora oggi come ricordi straordinari. 

Era il 1976 e Gubbio organizzava uno dei primi tornei di mini volley a livello nazionale. Parafrasando Sant’Agostino, posso dire che per me Giampietro non è morto, ma si trova nella stanza accanto“.

Ubaldo Gini: “Noi lo avremo sempre nel cuore, era un libro aperto da sfogliare. Credo che sia giusto esporre tutte le sue opere in un Museo dedicato a Giampietro e alla sua arte“.

Ester Mariani (molto commossa) e Luigi Rosetti hanno ricordato la genesi della manifestazione “Spirito di Squadra“, nata per ricordare Francesco Rampini scomparso prematuramente nel 2012 in un incidente stradale. “L’obiettivo condiviso con Giampietro era quello di portare la grande pallavolo a Gubbio, e ci siamo riusciti“.

Ha concluso gli interventi il Dr. Guido Monacelli che ha ricordato le “cene della muta” sempre dietetiche e analcoliche. “Se la creatività di Giampietro rompeva gli argini, poteva arrivare ovunque“,

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Francesco Caparrucci Fotografie Cronaca Eugubina e Lucio Grassini