L’esposizione del pittore astratto ed informale Franco Cappelli conferma la continuità tra l’Associazione La Medusa e gli artisti che attraverso questo ente possono esporre le loro opere in luoghi simbolici e di grande rilevanza architettonica, storica ed artistica della città

Foto Franco Cappelli

Franco Cappelli

GUBBIO – E’ tornato a Gubbio dopo un anno, Franco Cappelli, che nel dicembre 2016 fu ospite presso il Palazzo dei Canonici, sede del Museo Diocesano di Gubbio con la mostra “Navigazione Celeste”. La scorsa domenica 1° ottobre, ha aperto ufficialmente un nuovo progetto ed un nuovo titolo “Forma e Colore”,  presso la Chiesa di Santa Maria dei Laici detta dei Bianchi.

L’esposizione artistica promossa dal Polo Museale Diocesano con il patrocinio del Comune di Gubbio e dell’Associazione MEU (Musei Ecclesiastici Umbri), è stata fortemente voluta dall’Associazione Culturale La Medusa, ente gestore tra gli altri, del Polo Museale Diocesano di cui fa parte la Chiesa dei Bianchi.

Foto Franco Cappelli

La locandina

L’esposizione del pittore astratto ed informale Franco Cappelli conferma la continuità tra l’Associazione La Medusa e gli artisti che attraverso questo ente possono esporre le loro opere in luoghi simbolici e di grande rilevanza architettonica, storica ed artistica della città.

Un’amicizia dunque quella tra Cappelli e Gubbio che si rinsalda con questo nuovo progetto. Franco Cappelli ha iniziato a dedicarsi alla pittura alla fine degli anni ’60 nel clima culturale della scuola pistoiese di orientamento figurativo e, particolarmente, è attratto dalle esperienze di derivazione espressionista; corrente rappresentata con eccellenza dall’artista Alfiero Cappellini.

La ricerca di un linguaggio essenziale e sintetico, che gli consentisse di rifuggire il rischioso accademismo, lo porta sempre più a prendere le distanze dalla realtà, fino a trasporla nell’ambito dell’astrazione. Così, il periodo che va dagli anni sessanta agli ottanta, costituisce un fervido momento creativo il cui riscontro è ben tangibile in opere basate sia sull’equilibrio compositivo quanto sulle sue scomposizioni.

Foto Franco Cappelli

La mostra alla Chiesa dei Laici

Al contempo s’interessa all’uso di nuovi materiali e ciò lo porta a rigenerare le proprie tipologie formali con ricchezza di varianti. Dagli anni ’80 abbandona gradatamente la figura e l’immagine della realtà per dedicarsi esclusivamente all’astrazione schematica e rigorosa, che lo induce, agli inizi degli anni duemila a fare riferimento esclusivo alle morfologie di derivazione geometrica che a tutt’oggi caratterizzano le sue opere.

Più che dipinti dunque, oggetti/scultura, strettamente legati alla cultura del progetto che il razionalismo storico ha lasciato in eredità. Insegnamento interpretato dall’artista secondo il principio che la geometria è parte della nostra vita: dalla crescita delle città, al mondo degli oggetti, fino alle forme della stessa natura.

Da qualche tempo il suo tema di riferimento è per l’appunto, legato alla rappresentazione geometrico/simbolica della città: composizione, tracciati, vettori, colore, e soprattutto la luce, divengono gli elementi peculiari della grammatica visiva che qualifica la sua opera.

La mostra “Forma e colore”, sarà aperta al pubblico dal al 29 ottobre 2017.

Fotografie Giampiero Lilli