Marco Radicchi: “La vigilia è stata un po’ insonne la notte, alle 4 mi sono svegliato, per modo di dire svegliato perché sono stato sempre in dormiveglia, però nonostante quello è stata una bella vigilia perché aspetti aspetti e poi quel giorno è passato tutto in una volata

GUBBIO – La Festa dei Ceri Mezzani 2017 è stata bellissima, con le parole finali di Don Mirko Orsini: “Viva i Ceri, viva Sant’Ubaldo” che hanno chiuso una giornata vissuta con grande entusiasmo da tutta la città di Gubbio.

L’Alzata in piazza Grande con i tre Ceri perfetti, in un clima freddo e a tratti piovoso. La corsa del pomeriggio e l’ascesa al monte Ingino caratterizzate dal bel tempo e da temperature gradevoli, con i Ceri velocissimi e impeccabili dalla città fino in Basilica (l’unica incertezza è stata di San Giorgio in via XX Settembre).

Spirito di grande comunione anche all’interno del Chiostro, con il Capodieci Matteo Rughi che è entrato a punta davanti sotto le stanghe del Cero di Sant’Antonio.

Uno dei protagonisti della Festa del 21 maggio è stato sicuramente il Capodieci del Cero Mezzano di Sant’Ubaldo, Marco Radicchi, che abbiamo intervistato in piazza San Giovanni.

Allora Marco, quali sono stati per te i momenti più emozionanti e importanti della Festa dei Ceri Mezzani 2017?

Sicuramente l’Alzata è uno dei momenti più emozionanti, anche se finché non è arrivata la brocca la tensione non era così tanto alle stelle. Una volta arrivata la brocca un pochino ti prende l’ansia, però ci sta. Dopodiché la Callata dei Neri, c’è stata un po’ di tensione da dopo le ore 17 quando ci siamo visti con i ragazzi, però sono contento che nonostante tutto è andata bene”. 

Qual è stato il sentimento predominante durante la Festa? Entusiasmo, passione per il Cero o un senso di responsabilità verso i tuoi ceraioli?

Sicuramente, in primis, il senso di responsabilità perché ci tenevo a fare bene, a mantenere la concentrazione come ho fatto, però allo stesso tempo ho vissuto la Festa nel migliore dei modi divertendomi e stando con i ceraioli, quindi sì passione e senso di responsabilità senza ombra di dubbio”. 

Parlando della corsa, come giudichi quella di Sant’Ubaldo?

Secondo me è stato un grande anno, sono contento e soddisfatto, il merito sicuramente va soprattutto ai ceraioli che si sono dimostrati validi e hanno sempre voglia di migliorarsi. Ho visto gente che aveva un sacco di grinta dentro e l’hanno dimostrato anche domenica”. 

C’è qualcosa invece che avresti voluto andasse diversamente, per quanto riguarda la corsa?

Ma no, a parte un po’ sul secondo pezzo da dopo l’Ospedale che ci sono alcuni inciampi, ma quello purtroppo ci può stare, i Ceri sono così, tuttavia a parte quello per il resto non mi posso lamentare di niente, i ragazzi sono stati grandissimi e quindi bisogna solo fargli i complimenti”. 

Come hai vissuto la giornata del 21 maggio sia con i tuoi amici che con la tua famiglia?

L’abbiamo vissuta molto allegramente, infatti c’è stato un bell’ambiente a casa con le cene in allegria, sono stato bene, quindi sicuramente è un anno che dimenticherò molto difficilmente”. 

Come si vive la vigilia di un giorno così importante come quello della Festa dei Ceri?

Sinceramente l’ho vissuta abbastanza tranquillamente, con molta spensieratezza ma allo stesso tempo con tanta concentrazione. Per me era importante, ci tenevo un sacco a fare il meglio, volevo dare il 100%. Penso di esserci riuscito, magari il 100% mai perché non puoi mai dire di aver fatto il 100%, però penso di aver dato il meglio di me.

La vigilia è stata un po’ insonne la notte, alle 4 mi sono svegliato, per modo di dire svegliato perché sono stato sempre in dormiveglia, però nonostante quello è stata una bella vigilia perché aspetti aspetti e poi quel giorno è passato tutto in una volata, quindi va bene così”. 

Per concludere, cosa ti ha lasciato quest’esperienza da Capodieci sia dal punto di vista personale, ma anche come ceraiolo?

Mi ha lasciato una bella sensazione, ho visto tutti i ceraioli contenti e secondo me è stata una bella cosa vederli così la sera, per me è stata una bella soddisfazione. Anche come siamo andati sul Corso, l’arrivo sul Monte, diciamo mi ha lasciato una bella impronta, difficile da spiegare, però me l’ha lasciata”.

Di Ilaria StiratiFotografie Simone Grilli