Don Stefano Bocciolesi: “Per noi l’evento fondativo è Sant’Ubaldo, la sua vita e i suoi insegnamenti, quindi anche la sua morte e la devozione del popolo eugubino verso la figura del nostro Patrono che ad esempio ha reso grande la Festa dei Ceri”

Fabio Mariani e don Stefano Bocciolesi

GUBBIO – Sabato 27 aprile, presso la sala dell’ex Refettorio della Biblioteca Sperelliana, si è svolta la conferenza di don Stefano Bocciolesi, cappellano del Cero di San Giorgio e Vice Rettore della Basilica di Sant’Ubaldo, intitolata “Custodi… di una tradizione viva“.

Si tratta di uno degli appuntamenti, organizzati dall’Università dei Muratori, per celebrare la ricorrenza del IV centenario dell’insediamento nella Chiesa di San Francesco della Pace, conosciuta anche come “Chiesetta dei Muratori“, dell’Università dei Muratori, Scalpellini ed Arti Congeneri “Innocenzo Migliarini“.

Alla conferenza hanno partecipato, tra gli altri, il Sindaco, il Presidente del Maggio Eugubino Lucio Lupini, i Capitani della Festa dei Ceri 2019 Fabio Tomassini e Ubaldo Stocchi, i Presidenti delle Famiglie ceraiole e il Comandante dei Vigili del Fuoco di Gubbio Primo Lupatelli.

Fabio Mariani

Ringrazio le Istituzioniha esordito Fabio Marianiche hanno dato il patrocinio all’evento, Comune di Gubbio, Regione Umbria e Diocesi, ringrazio i Frati Minori Conventuali, Gubbio Cultura e Multiservizi, il Palazzo Ducale e la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia per la loro collaborazione.

Ringrazio i consiglieri per l’impegno profuso per la realizzazione dell’evento. Siamo giunti ad uno degli ultimi appuntamenti di quest’anno per le celebrazioni del IV centenario della Chiesa di San Francesco della Pace. Penso che questi incontri siano stati un’importante occasione di conoscenza e approfondimento.

L’ultimo incontro si svolgerà l’11 maggio con Fabrizio Cece che ci guiderà in un percorso storico incentrato sul rapporto fra l’Università dei Muratori e la Festa dei Ceri. Oggi (sabato 27 aprile ndr.) don Stefano Bocciolesi svolge un intervento dal titolo ‘Custodi… di una tradizione viva’.

Lo ringraziamo assieme a don Fausto Panfili per il grande impegno profuso per custodire la nostra vera tradizione viva, occupandosi della Basilica del nostro Santo Patrono, e siamo curiosi di comprendere qualcosa in più della tradizione in relazione alla modernità, al progresso e di come nell’etimologia di questa parola possiamo trovare delle chiavi d’interpretazione”.

Università dei Muratori, Fabio Mariani e don Stefano Bocciolesi

A Cronaca Eugubina, don Stefano Bocciolesi ha spiegato: “La tradizione non è un qualcosa di statico, di inerme, che rimane sempre costante, ma in realtà cambia nel corso del tempo, si sviluppa, progredisce con la fede del popolo eugubino. La tradizione è inoltre vivente, perché è fatta da persone, segue la logica della testimonianza, della relazione e del dialogo.

Quindi si tratta di una tradizione viva, come se fosse un giardino che cresce, che va coltivato. L’importante è essere legati all’evento fondativo perché se ci stacchiamo dalle origini, allora la tradizione va a morire. Per noi l’evento fondativo è Sant’Ubaldo, la sua vita e i suoi insegnamenti, quindi anche la sua morte e la devozione del popolo eugubino verso la figura del nostro Patrono che ad esempio ha reso grande la Festa dei Ceri.

Se stacchiamo la Festa dei Ceri dal suo Patrono, la stacchiamo dalla sua essenza più profonda e quindi rischia di morire e si rischia di non capire il senso più autentico della Festa. La Festa dei Ceri si è evoluta perché legata a Sant’Ubaldo che è una presenza viva e perché testimoniata da persone che trasmettono ai figli questi valori autentici.

Poi va fatta anche una distinzione tra le tradizioni e le varie usanze che si sono accavallate per esigenze storico culturali e sociali, ma che non sono essenziali attualmente, e a volte rischiamo di far passare queste usanze come la tradizione autentica. Questi cambiamenti sono difficoltosi perché si pensa che l’usanza sia la vera tradizione che non si può intaccare, in realtà l’usanza è stata legata alla tradizione per motivi contingenti.

Come esempi ho portato non solo la Festa dei Ceri, ma anche la Processione del Cristo Morto o la Festa di San Giorgio Martire, mostrando che il cambiamento è insito nella festa, ma è un tornare alle origini.

Ad esempio i sangiorgiari festeggiavano il 25 aprile, però San Giorgio si festeggia il 23 aprile e in ogni festa si celebra il giorno del Santo. Quindi riportare la festa nel giorno del Santo significa cambiare un’usanza degli ultimi anni ritornando alle origini”.

Ilaria Stirati – Fotografie Cronaca Eugubina