Mauro Pierotti: “Il comandante Rinaldo Chelli, assisano di nascita ma eugubino d’adozione in quanto aveva sposato la giovane eugubina Enrica Brizzi, chiese con successo al comando militare italiano il permesso per i soldati eugubini di celebrare degnamente le Feste in onore di Sant’Ubaldo“

“Un grido immenso” in Taverna
GUBBIO – Giovedì sera la Taverna dei Santantoniari ha ospitato un evento molto importante riguardo la Festa dei Ceri e la cultura della nostra città: “Un grido immenso: i Ceri in zona di guerra“, questo il titolo della serata che ha appunto ripercorso gli eventi di quel 15 maggio 1917 in cui i soldati eugubini al fronte sul Col di Lana dettero vita alla nostra amata Festa, in quel contesto dove tutto parlava invece di morte e distruzione.
Relatori della serata sono stati Fabrizio Cece e Mauro Pierotti, presidente dell’Associazione Eugubini nel mondo. “Con questo appuntamento – ha esordito il Presidente della Famiglia dei Santantoniari Alfredo Minelli – prosegue il ciclo di incontri che ci porterà alla celebrazione del centenario dei Ceri sul Col di Lana. Quanto accaduto in quell’accampamento è particolare e suggestivo e deve essere di insegnamento per la nostra città. Infatti i nostri concittadini hanno dimostrato con forza che gli eugubini sono capaci di fare grandi cose“.

Fabrizio Cece
La relazione di Fabrizio Cece ha inquadrato il contesto di riferimento in cui si inserisce l’evento del Col di Lana. “Se si vuole capire meglio ciò che accadde cento anni fa bisogna prima capire il contesto storico. La grande Guerra per quello che riguarda l’Italia ha visto l’impiego di 5.615.000 uomini nati tra il 1874 e il 1899 di cui 650.000 sono i caduti. E’ un po’ come se i figli avessero combattuto al fianco dei padri.
Fu una carneficina perché fu il primo evento bellico in cui vennero usate armi mai viste prima, come ad esempio la mitragliatrice, la quale dava un vantaggio quasi incolmabile a favore di chi si difendeva. Le operazioni belliche erano divise su tre fronti: quello occidentale, orientale e quello italiano. Quest’ultimo si distingueva dagli altri perché era composto da 650 chilometri di cui i 2/3 erano situati oltre i 2000 metri di altitudine. Per quello che riguarda la nostra città, essa vide impiegati circa 5000 uomini di cui 720 furono i caduti.

Lupini, Giulia Pauselli e Alfredo Minelli
Cosa resta? poche cose: i monumenti, come ad esempio gli alberi del Viale della Rimembranza i quali rappresentano il corpo di chi non c’è più, ma soprattutto i documenti attraverso i quali noi recuperiamo la voce dei caduti“.
La relazione del dottor Mauro Pierotti è entrata invece più nel dettaglio della vicenda del Col di Lana. “Nei due anni e mezzo di guerra che ci furono sul questo tratto di fronte (dall’aprile del 1915 all’ottobre del 1917, dopo Caporetto) si contano circa 10.000 morti tra italiani e austriaci. In principio è bene sapere che il Col di Lana era territorio austriaco. Ma direte cosa c’entra Gubbio col Col di Lana?
Due sono i motivi principali: il primo è che la Brigata Alpi li presente era formata da due reggimenti; il 51° e il 52° fanteria che facevano riferimento all’Umbria. In particolare il 51° rappresentava il distretto militare di Perugia, di cui Gubbio naturalmente faceva parte. Il secondo motivo è che al comando di questo reggimento c’era il comandante Rinaldo Chelli, assisano di nascita ma eugubino d’adozione in quanto aveva sposato la giovane eugubina Enrica Brizzi.

Giulia Pauselli
Questo suo legame con Gubbio (oltre al riconosciuto valore militare) permise a Chelli di chiedere con successo al comando militare italiano il permesso per i soldati eugubini di celebrare degnamente le Feste in onore di Sant’Ubaldo con lo svolgimento della Festa dei Ceri, tra l’altro costruiti proprio dai soldati. La notizia dell’avvenuta celebrazione della Festa fece presto ad arrivare fino in città, rallegrando almeno per un attimo l’umore della popolazione“.
La serata è stata anche l’occasione premiare la giovane Giulia Pauselli, che ha realizzato il logo delle celebrazioni di questo importante centenario. “Attraverso il logo che presentiamo stasera – ha detto il Presidente del Maggio Eugubino Lucio Lupini – il Comitato organizzatore delle iniziative che culmineranno il primo week end di agosto sul Col di Lana ha voluto dare una veste più coerente alla comunicazione di tutte le attività che si stanno mettendo in campo in questi mesi“.
Gli ha fatto eco l’autrice del logo Giulia Pauselli: “In esso sono contenuti tre elementi: il primo, rappresentato dall’elmetto e dalla bandiera italiana, è l’appartenenza alla Patria; il secondo (il filo spinato) è invece la sofferenza che questi giovani hanno provato in quelle trincee; l’ultimo elemento sono i tre colori dei nostri Ceri che rappresentano la spensieratezza, in un momento così drammatico“.

Taverna dei Santantoniari
In conclusione della serata le parole del sindaco Filippo Stirati: “Sono molto soddisfatto di questo bellissimo percorso nella memoria e lo sono altrettanto di come lo abbiamo preparato e organizzato.
Voglio porre l’accento su un tasto; eventi come questo devono e lo saranno in futuro essere sempre di più comunicati ai giovani attraverso la scuola, perché è si importante celebrare anche in maniera solenne quanto fatto dai nostri soldati sul Col di Lana, ma è altrettanto importante mantenere una memoria duratura perché è doveroso che le giovani generazioni conoscano gli orrori di quella guerra, dai quali però si è stagliato questo mirabile raggio di luce.
Tutto ciò sta proprio a significare il senso di appartenenza che nessun eugubino ha mai sradicato con Sant’Ubaldo, con la Festa e con le sue radici, a prescindere da dove i fatti della vita lo hanno portato a vivere. In quel 15 maggio ritrovo quella fierezza, quell’orgoglio di appartenere ad una storia dal legame indissolubile“.
Di Giovanni Alessi – Fotografie Giampaolo Pauselli