La band eugubina (Maurizio Pugno, Raffo Barbi, Franz Piombino, Alex Fiorucci e Riccardo Fiorucci) torna dall’America e si prepara alla presentazione del docufilm prevista per il 22 marzo presso il Centro Servizi Santo Spirito di Gubbio. Dopo aver vinto l’Italian Blues Challenge ed essere stati scelti per rappresentare l’Italia al 39° International Blues Challenge a Memphish hanno da poco fatto rientro a Gubbio.

Sacromud – STAX

La statua di Elvis Presley ricoperta di neve rimarrà uno dei simboli di questo viaggio nel Delta del Mississippi seguiti e guidati dal presidente dell’European Blues Union (Davide Grandi), dalla società di produzione Labilia e dalla troupe Video Dolly Bell.
La band eugubina racconta: “Quando pensi quello che doveva succedere è già successo, succede qualcos’altro, di inaspettato, un sogno dentro al sogno: ‘Mi chiamo Daniel Crockett e sono l’ingegnere del suono della Sun Records. Se domani sera dalle 19 siete ancora a Memphis ci piacerebbe organizzare una sessione di registrazione con i Sacromud‘”.

GUBBIO – Un’esperienza unica ed intensa quella vissuta dai cinque eugubini (Maurizio Pugno, Raffo Barbi, Franz Piombino, Alex Fiorucci e Riccardo Fiorucci) nel Delta del Mississippi seguiti e guidati dal presidente dell’European Blues Union (Davide Grandi), dalla società di produzione Labilia e dalla troupe Video Dolly Bell.

Un ice storm mai visto in quelle zone negli ultimi 50 anni (con temperature che hanno toccato i -20), ha reso l’attuazione del programma inizialmente più difficile ma poi ancor più speciale.

Trovare innevate da un surreale e gelido biancore Beale Street (la strada del Blues di Memphis), Clarksdale nel Mississippi (con i fantasmi del vecchio Blues ancora vivi e a passeggio in quello che è reale fango delle origini), la Gateway to The Blues a Tunica, Edmondson in Arkansas (dove rimarrà indelebile il ricordo delle le mani di Maurizio Pugno che, spolverando con cura la neve, portano alla luce il nome del grande Albert King sepolto li, al Paradise Gardens Cemetery) ecc.,“è stato – raccontano – un susseguirsi di emozioni e sussulti difficilmente ripetibili”.

L’idea era ed è comunque sempre stata quella di non fermarsi alla musica ma di mettere in piedi una produzione vera e propria per generare una visione che fosse in grado di mettere in relazione territorio, istituzioni, cultura, imprese (quindi lavoro) e non ultimi diritti civili.

Ed è tutto iniziato così, dalla reale partenza, quella vissuta con il concerto dei Sacromud presso il Teatro “Luca Ronconi” lo scorso 9 dicembre dal quale verranno estratti video clip ed un disco che probabilmente sarà intitolato “Live At Gubbio Opera House”.

Sacromud – “Live at 152 Club”

Il secondo gradino da fare era comunque il clou, compiere quel sogno, fulcro di tutto; e Maurizio Pugno ce lo riassume così: “uno degli scopi, forse il principale, era andare nel Delta del Mississippi per trovare le radici di quello che siamo consci del fatto di essere in primis frutto e non radice e, subito dopo,  esser portatori di un valore proprio, radicato qui, in questa città dove le pietre apparentemente sbadigliano,  dove le nostre tradizioni, storia e quotidianità sono all’apparenza lontane e non sovrapponibili a quelle della musica che suoniamo ed amiamo…

Siamo passati dallo storico store Cat Head Delta Blues & Folk Art ai Juke Joint alla Jam session nata per caso con il leggendario Deak Harp a Ground Zero (ora gestito da Morgan Freeman) al crocicchio tra la Highway 61 e la Highway 49.

Uno shaker di sensazioni che rimarranno attaccate alla fodera dell’anima. Qui il sacro fango eugubino ha messo finalmente i piedi nel fango del Mississippie le lacrime non più trattenibili hanno trovato il loro delta.

Abbiamo incontrato tanti promoters, appassionati, istituzioni locali e musicisti riuscendo a tessere una tela relazionale che ci servirà ora, a Gubbio, in quella che pensiamo possa trasformarsi in un Memphis To Gubbio”.

Sacromud – Sun Records

Il sogno dei Sacromud si è poi musicalmente dilatato suonando in questi posti, in Beale Street (come nel mitico Club 152) dove la storia della Black Music, di B.B. King (il primo club che si incontra percorrendo la via del blues, sulla destra, è proprio il B.B. King’s Club), del Rock’n’Roll (quello di Elvis Presley, Jerry Lee Lewis, Johnny Case e Roy Orbison) è ancora palpabile.

“Suonare un concerto intero– continuano a raccontare – in occasione dello showcase internazionale, in Beale Street, presso l’Alfred’s Cub, con quella scritta rossa al neon STAX illuminata dietro alle nostre schiene ha provocato dei terremoti emotivi che, nonostante l’età e centinaia di concerti fatti, non sarà ripetibile”. 

Ma quando pensi “quello che doveva succedere è già successo“, succede qualcos’altro, di inaspettato, un sogno dentro al sogno: “Mi chiamo Daniel Crockett e sono l’ingegnere del suono della Sun Records. Se domani sera dalle 19 siete ancora a Memphis ci piacerebbe organizzare una sessione di registrazione con i Sacromud”.

Riccardo Fiorucci esclama: “È incredibile. Non raccontabile. Essere lì e registrare con il pianoforte con il quale Jerry Lee Lewis ha registrato Great Balls of Fire (proprio lo stesso, con ancora la bruciatura del suo sigaro impressa nei tasti), con i microfoni usati da Elvis Presley e Johnny Cash, con le chitarre di Carl Perkins, nelle stesse posizioni, dove hanno inciso i dischi che abbiamo a casa i vari B.B.King, Rufus Thomased Howlin Wolf e, nel mio caseo,  suonare la batteria usata da Ringo Starr è stata la vera chiusura del cerchio di questa avventura”.

Da queste sessioni verrà tratto un album totalmente vintage, un “Ritorno al Futuro” del sound Sacromud registrato completamente in analogico con le stesse macchine utilizzate da Sam Phillips negli anni ’50 ed il tutto ripreso dalla squadra video al seguito della band.

Il docufilm verrà ufficialmente ed in anteprima presentato il 22 marzo 2024 presso il Centro Servizi Santo Spirito di Gubbio, anticipato da un’apericena alle ore 19 aperta a tutti e posticipato da un concerto dei Sacromud.

comunicato stampa