Il paradosso di Halloween e delle sue bizzarrie è quello di essere nel contempo ipermoderna (nel modo di presentarsi) ed iperarcaica (nelle idee), e rappresentare il massimo della credulità in un mondo che ha smesso di credere in Dio, per dirla con lo scrittore Chesterton.

GUBBIO – Come nasce Halloween? Il 1° novembre la Chiesa celebra la solennità di Tutti i Santi. Questa festa, come tutte le solennità, inizia la sera precedente. Per questo la notte del 31 ottobre è chiamata, in inglese antico, “All hallow’s eve” (vigilia di Tutti i Santi), che è stato abbreviato in “Halloween”.

E purtroppo, nonostante abbia origini in un certo senso cristiane, Halloween ha smesso di essere una festa cristiana per diventare una fantasia di streghe e fantasmi. Infatti ha ripreso una arcaica e mitizzata tradizione celtica, veicolata successivamente da tradizioni irlandesi e americane, che univa il passaggio agricolo al nuovo anno con la festa religiosa-popolare del dio Samhain, divinità che nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre consentiva il passaggio di spiriti malefici dal mondo dei morti a quello dei vivi.

In tale occasione gli antichi druidi, travestiti con teste di animali, compivano gesti propiziatori in cambio di offerte che, se rifiutate, ricambiavano con puntuali maledizioni. Per scacciare i medesimi spiriti, pare che fuori dalle case venissero appese zucche e lampade.

Che c’è di male”, si chiedono molti, se i bambini si divertono a mascherarsi e se ne vanno in giro a bussare alle porte delle case nella notte della vigilia di Ognissanti, intimando, a chi ha il coraggio di aprire: ‘dolcetto o scherzetto’? Apparentemente nulla”.

Ma il brutto è non sapere cosa c’è dietro: spiriti cattivi e fantasmi. Secondo la tradizione celtica, nella notte di Ognissanti, le zucche e le lanterne accese devono tenere lontani gli spiriti cattivi che vengono a farci visita per portarci con loro: cacciarli via vuol dire aver salva la vita, e quindi non è necessario ricorrere a Qualcuno che ci venga a salvare.

Con ciò non intendo demonizzare chi, nell’occasione, si diverte e fa festa, ma occorre vigilare su quanto si vuole rappresentare e soprattutto su quanto viene proposto con troppa leggerezza ai più piccoli. Il critico francese Damien Le Guay ha curato una interessante pubblicazione, a carattere ironico e provocatorio “La faccia nascosta di Halloween”. Ad essa si sono aggiunte altre pubblicazioni, dove si possono trovare risposte e considerazioni.

Ne sintetizzo alcune:

1. Il paradosso di Halloween e delle sue bizzarrie è quello di essere nel contempo ipermoderna (nel modo di presentarsi) ed iperarcaica (nelle idee), e rappresentare il massimo della credulità in un mondo che ha smesso di credere in Dio, per dirla con lo scrittore Chesterton.

2. Come mai, nella nostra Europa secolarizzata, dove si sta affermando sempre di più una cultura laicista che rifiuta (forzando perfino la storia) di riconoscere le proprie origini cristiane, non meraviglia il fatto che questa festa di arcane origini paganeggianti, miratamente trasformata in occasione consumistica e di vago sapore carnevalesco, abbia ormai sopraffatto l’originaria festa cristiana di Tutti i Santi?

3. Non si comprende la pressoché totale indolenza e passività con cui la maggioranza della gente in questi ultimi anni (dal 1995), ha dapprima timidamente tollerato, poi sempre più accettato tale sorpasso festaiolo, secondo la logica del “in fondo che c’è di male”.

4. L’attuale cultura, in stile rigorosamente a-confesionale, dove impera la logica della festa per la festa a prescindere dai contenuti da celebrare, sembra giustificare il facile e veloce successo della penetrazione sociale di Halloween, emblema e icona del vuoto, delle zucche ma specialmente delle teste che in esse si perdono.

5. Per quanto riguarda l’ambito scolastico: mentre la tendenza imperante, dai programmi ai testi adottati, è quella di evitare o ridurre al minimo ogni accenno a riferimenti religiosi (e in particolare cristiani) in Halloween assistiamo ad una vera e propria adozione laica di cultura anglosassone

6. E poi c’è il grande tema della Morte: esorcizzare la morte, tenerla lontana, dimenticarla, eliminarla dall’orizzonte della vita: è lo sforzo continuo della cultura laica, salvo poi a fermarsi con paranoica ossessione su delitti e morti violente.

E invece nel calendario cristiano alla solennità di Tutti i Santi segue la Commemorazione dei Defunti: il credente è invitato ad affrontare con fede forte e serena il problema della morte. La morte, per il cristiano, trova senso solo alla luce del mistero della resurrezione di Cristo e della sua promessa che la nostra vita non finirà.

Voler evitare questa fatica, sostituendola con una superficiale evasione, può voler dire non solo censurare la morte, ma anche non prendere sul serio la vita.

Conclusioni

Quindi No ad Halloween! Invece sì ad Holyween per festeggiare i santi piuttosto che le streghe e i demoni.

Don Andrea Brugnoli, sacerdote di Verona, al fine di coinvolgere e motivare i giovani nella riscoperta delle verità cristiane, ha organizzato diverse iniziative per recuperare i contenuti cristiani: le “cene di evangelizzazione” dette Alpha; l’Happy Hour dell’evangelizzazione con le Chiese aperte fino a tarda sera, i “Baywatch” della fede in spiaggia, “le fiaccole” nelle varie diocesi, e finalmente Holyween, per conoscere, imitare e diffondere le virtù dei santi.

Anche nella nostra Diocesi eugubina vi sono, proprio la notte del 31, esperienze di preghiera e adorazione eucaristica notturna da passare in compagnia dei nostri amici santi e inebriarci, così, di bellezza e di bontà. Della bruttezza e della cattiveria dei mostri non abbiamo bisogno.

Don Stefano BocciolesiFotografie Cronaca Eugubina