E’ stata un’intervista informale, quasi improvvisata, ma dai contenuti importanti. A Cronaca Eugubina spiega: “ Ho rischiato più volte di chiudere l’attività, ma ho sempre creduto nel lavoro, e oggi sto ancora lavorando e questo mi sembra già un grande traguardo. A tutti i giovani titolari di attività come me, auguro di farcela e di agganciare presto la ripresa”

GUBBIO – Il titolare di una attività della città racconta a Cronaca Eugubina la propria esperienza di lavoro, le difficoltà degli ultimi due anni, la grande solidarietà degli eugubini e la speranza che si possa ripartire prima possibile, “perché il lavoro è alla base della vita di ogni persona“.

I miei problemi sono iniziati a marzo 2020, quando c’è stato il primo lockdown.racconta questo eugubino 40enne al nostro giornaleUna sera dopo cena mi chiama il mio commercialista e mi dice che il Codice Ateco della mia attività è stato fermato e che dalla mattina successiva non posso più lavorare.

Lì per lì non ho capito bene la gravità della situazione, pensavo fosse una cosa momentanea, di pochissimi giorni. Poi, dopo dieci giorni di inattività, ho iniziato a preoccuparmi sul serio. Così ho iniziato a vivere alla giornata e ancora lo faccio perché la situazione attuale non è molto diversa da quella di un anno fa“.

Le è cambiata radicalmente la vita. E’ cosi?

Si, e all’inizio non è stato facile adattarmi a questa nuova situazione. Fare sacrifici, rinunciare alle cose, trovarsi a fare i conti con i soldi che non bastano più a vivere, non è facile per niente e non lo auguro a nessuno.

Nel 2020 abbiamo subito un calo del fatturato superiore al 50%, ottenendo dallo Stato per due volte i 600 euro e 1.000 euro a fondo perduto dall’Agenzia delle Entrate. Ho rischiato più volte di chiudere l’attività, ma ho sempre creduto nel lavoro, e oggi sto ancora lavorando e questo mi sembra già un grande traguardo“.

Gubbio città

Quali sono state le maggiori difficoltà che nel suo lavoro ha incontrato da un anno a questa parte? 

Innanzitutto la mancanza di liquidità. Questa crisi ha tolto liquidità al mondo del lavoro. Ci sono settori e attività che hanno triplicato i fatturati, ma la maggior parte delle attività è andata in crisi e molti titolari hanno dovuto attingere ai risparmi personali per tenere aperto.

Su un’economia piccola e circolare come quella eugubina, l’impatto è stato devastante. Per mesi non abbiamo avuto clienti, ha prevalso la logica della conservazione, del rimanere immobili per vedere come andavano a finire le cose. L’economia e il commercio sono crollati, ma in estate 2020 c’è stata una ripresa, seguita dalla nuova crisi attuale.

Ora è tutto nelle mani del Governo. Se il nuovo Decreto Sostegni 2021 sarà davvero efficace, cioè risarcirà effettivamente con soldi veri le attività dei cali di fatturato patiti nel 2020, allora ci sarà speranza di chiudere l’anno e guardare avanti, altrimenti prevedo che molti negozi chiuderanno. Guardate il centro storico di Gubbio, già oggi alcune attività hanno chiuso“.

Da che cosa si può ripartire a suo avviso? 

Io non voglio che lo Stato mi regali nulla, io voglio che lo Stato mi metta nelle condizioni di poter fare impresa, e di poterla fare con profitto per me, per le persone e i dipendenti che lavorano nella mia attività, e per la comunità eugubina perché un’azienda che lavora produce ricchezza per tutta la collettività. Soprattutto in una realtà piccola come la nostra“.

La città di Gubbio

Lei inizialmente, in maniera informale, ci ha detto che in questo periodo della sua vita lavorativa ha dovuto sopportare anche delle umiliazioni. Ce ne vuole parlare?

Senza entrare nello specifico. Faccio un esempio: quando a fine mese non hai i soldi per pagare lo stipendio a un tuo dipendente che ha lavorato bene, questa è già di per se un’umiliazione. Quando su tre telefonate che ricevi, due sono di recupero crediti, questa è un’altra umiliazione che subisci. 

Quando, dopo tre settimane di zona rossa in cui non si è lavorato, ti trovi con i conti delle tasse da pagare, ti chiedi se convenga davvero continuare a fare sacrifici per tenere aperto, oppure è meglio chiudere e ricominciare diversamente. Io me lo sono chiesto, e ho deciso di continuare, anche se è molto difficile”.

Che sensazioni ha al momento? 

In conclusione, una cosa piacevole la voglio dire: vedo tante attività eugubine che hanno saputo rinnovarsi, che hanno modificato il proprio modo di lavorare per cercare di superare la crisi. Sono nate idee, ho visto inventiva, non è un arrampicarsi sugli specchi, ma la manifestazione di capacità imprenditoriali e commerciali in un momento molto difficile. 

Ecco, questo spirito eugubino, questa piccola genialità tutta nostra, potrebbe salvarci e aiutarci a superare la crisi. Vedo che c’è capacità di sofferenza e voglia di andare avanti. A tutti i giovani titolari di attività come me, auguro di farcela e di agganciare presto la ripresa“.

Francesco CaparrucciFotografie Cronaca Eugubina