Don Mirko Orsini: “Per far grande la nostra Festa dei Ceri dobbiamo ascoltare chi ha un’esperienza vera e viva dei Ceri, bisogna riappropriarci del loro grande tesoro e del loro racconto. I ceraioli anziani ci ricordano e ci dicono di fare una bella Festa. Sant’Ubaldo ci dice di rendergli ancora una volta omaggio con una bella Festa dei Ceri. Rendiamo omaggio al nostro Patrono rispolverando questi bei sentimenti

GUBBIO (F.C.) – Basilica di Sant’Ubaldo gremita di cittadini e ceraioli per la Messa delle ore 8, che ha anticipato l’uscita dei Ceri nel Chiostro e la successiva discesa in città attraverso gli stradoni del Monte Ingino.

Nonostante la mattinata fresca, la Basilica come detto era gremita, presenti tutti i protagonisti della Festa dei Ceri 2019, i Capitani Tomassini e Stocchi, i Capodieci Menichetti Bedini e Sollevanti, il Trombettiere Marco Tasso, i Presidenti delle Famiglie ceraiole, il Presidente dell’Università dei Muratori Fabio Mariani, il Capitano dei Carabinieri Fabio Del Sette.

Ha officiato la Messa don Mirko Orsini, con i Presidenti delle Famiglie ceraiole che hanno fatto le letture sacre, mentre don Fausto Panfili ha diretto i canti durante la funzione religiosa.

L’Omelia di don Mirko Orsini

Nell’omelia don Mirko Orsini ha detto: ‘In questo Vangelo, quando si trovano in riva al lago troviamo una delle domande più esigenti che fa il Signore ‘Pietro tu mi ami?’.

Il Signore implora amore, chiede amore umano, non chiede se ha capito il suo annuncio, cosa successe con la Crocifissione e la Resurrezione, ma domanda per tre volte se lo ama. Sono tre domande diverse perché il Signore inizia a domandare ‘Mi ami tu più di costoro?’ poi ‘Mi ami tu?’ e poi si abbassa a ‘Mi vuoi bene?’.

Pietro Menichetti

Pietro non risponde mai con la stessa intensità. Gesù si pone a livello dello stesso Pietro e vuole fargli capire che nonostante tutto, nonostante non gli risponda, il Signore continua a donare il suo amore. L’amore vero mette il tu prima dell’io, credo che sia estremamente importante ricordarcelo oggi perché è il giorno in cui siamo tornati alla Basilica di Sant’Ubaldo per riportare i Ceri in città.

Dobbiamo tornare ad amare la Festa dei Ceri provando a cercare il tu e non l’io, a cercare ciò che ci fa uscire da noi. Se è vero che il Signore domanda anche a noi mi ami tu, credo che questa domanda ce la ponga anche Sant’Ubaldo e credo che ce la ponga nelle tre stesse forme. Dobbiamo rispondere a questa domanda nella quotidianità, ma si risponde anche attraverso la Festa dei Ceri, che è viva e vita e continuiamo a farla in onore di Sant’Ubaldo, rispondiamo con la Festa.

L’importante è rispondere anche solo alla terza domanda, ti vogliamo bene e vogliamo esserti amico Sant’Ubaldo. Voglio prendere in prestito sei parole prese parlando da alcuni ceraioli grandi: Festa, gioia, famiglia, convivialità, umiltà e tradizione.

Luca Bedini

Dobbiamo rivivere la Festa come festa, nella gioia, con una convivialità che è trasversale, nell’umiltà e nella tradizione. Dobbiamo sentire sempre che Sant’Ubaldo e il Cero sono più grandi di noi e noi siamo un piccolo tassello della Festa dei Ceri perché la Festa va avanti se stiamo insieme rispettando la tradizione, e c’è una doppia tradizione che scende da Sant’Ubaldo, ma c’è anche un’altra tradizione quella degli anziani.

Noi li festeggiamo, ma non li ascoltiamo più, per far grande la nostra Festa dei Ceri dobbiamo ascoltare chi ha un’esperienza vera e viva dei Ceri, bisogna riappropriarci del loro grande tesoro e del loro racconto.

I ceraioli anziani ci ricordano e ci dicono di fare una bella Festa. Sant’Ubaldo ci dice di rendergli ancora una volta omaggio con una bella Festa dei Ceri. Rendiamo omaggio al nostro Patrono rispolverando questi bei sentimenti.

Cari Capodieci e cari Capitani configurate la vostra vita a Sant’Ubaldo, e in questi giorni cercate di portarla ad ogni uomo e donna che incontrerete nel vostro cammino“.

Lucio Sollevanti

I Ceri sono usciti nel Chiostro accompagnati dallo squillo della tromba del Trombettiere Marco Tasso.

Enorme l’entusiasmo dei ceraioli, e poi via con le tre girate nel Chiostro prima dell’uscita dal Portone per la discesa in città attraverso gli stradoni del Monte Ingino, con in testa i Tamburini. A San Marziale l’entrata nel corteo dei Ceri della Banda Musicale.

Subito dopo le tre girate in Piazza Grande e l’entrata dei Ceri nell’Arengo di Palazzo dei Consoli, avrà luogo nelle sale inferiori del Palazzo la tradizionale “Colazione dei Ceri” organizzata come di consueto dall’Università dei Muratori, nel corso della quale a fare da regina sarà la coratella, cucinata secondo la squisita ricetta ceraiola.

Si tratta del primo degli eventi di cui nel corso del mese di maggio, l’Università dei Muratori curerà l’allestimento, eventi che culmineranno, dopo l’assaggio del baccalà del 14, nella Tavola Bona del 15 maggio.

Ilaria StiratiFotografie Simone Grilli