Stirati: “Rappresentava l’incarnazione delle spirito eugubinosammartinaropiù puro, estroso, allegro e socievole ma anche umbratile e incline a cupezze. Mancherà a tutti la simpatia e la sua arte, che resta comunque testimoniata dalle sue opere che si trovano in luoghi pubblici e in collezioni private

GUBBIO (F.C.) – Si sono tenuti oggi pomeriggio (venerdì 15 giugno) nella Chiesa di San Domenico a San Martino, i funerali del ceramista eugubino Enrico ‘Chico’ Mancini, artista vero e persona amata e stimata da tutta la città di Gubbio.

La Chiesa di San Domenico era gremita con rappresentanti del mondo della cultura, dell’arte, dell’associazionismo, delle istituzioni con il sindaco Filippo Stirati.

Enrico Mancini iniziò a frequentare l’atelier di Aldo Ajò a soli 14 anni, nel tempo libero dalla scuola, attratto come altri dalla personalità e dall’opera di questo pittore, grafico e ceramista tra i maggiori del XX secolo. Nella sua casa in via della Ripa, sono passati scrittori quali Carlo Betocchi, Luciano Folgore, Maria Luisa Spaziani e Giuseppe Ungaretti, artisti come Leoncillo e Jean Fautrier, intellettuali come Aldo Capitini e Carlo Carretto.

Di Ajò lo attrassero principalmente le opere realizzate intorno agli anni ‘60-70, ritrovandosi nel modo materico di trattare l’argilla come metafora di un profondo amore per la natura e per il paesaggio, che Mancini proseguirà con la sua inclinazione e sensibilità, dove gli esseri umani vivono in simbiosi, in tutt’uno con la manipolazione plastica.

Tante le persone che hanno voluto partecipare alla Messa officiata da don Armando Minelli e concelebrata da don Giuliano Salciarini, don Angelo Fanucci e don Fausto Panfili. Significative le letture scelte tratte dall’Apocalisse di San Giovanni Apostolo e il “Discorso delle Beatitudini” tratto dal Vangelo di Matteo.

“La scelta di queste lettureha spiegato don Armando Minelli nell’omeliaci dicono come la nostra fede deve essere una visione, cioè qualcosa che cambia radicalmente la vita. La parola di Dio ci dice che ci sarà un luogo senza morte, né pianto, né lamento. Cristo fa nuove tutte le cose e ‘l Chico si è sempre nutrito di questa visione. Ringraziamo il Signore per aver regalato ad Enrico il bene, che egli ha poi riversato su quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerlo“.

Toccanti alcuni aneddoti sulla vita di Enrico Mancini e sulla sua visione della fede. “Enrico era fortemente devoto alla Madonna del Rosario e nel mese di maggioha detto Don Giulianoveniva qui a pregarla. Una sera ero solo in Chiesa, lui entra, si pone davanti alla Madonna e, rivolto alla statua ‘Qui non ti da retta più nessuno!’“.

Un animo credente e critico era quello di Mancini. “Tu parlavi spesso con il Padre Celesteha ricordato don Angelo Fanuccianche criticandolo per come aveva creato un mondo così deturpato e brutto. ‘Signore perché il mondo è così? Se lo facevo io veniva meglio!’“.

La sua profondità emergeva ancora più forte dell’essere sammartinaro vero, ha raccontato don Giuliano. Anche il sindaco Filippo Stirati, presente in Chiesa a San Domenico, ha ricordato nei giorni scorsi con queste parole la figura storica di Enrico Mancini.

Scrisse Stirati: “Mi legava a Chico un’amicizia di vecchia data stretta nei tempi degli anni giovanili e via via proseguita, pur nel diversificarsi di scelte di vita e di impegni personali. Formatosi alla ‘bottega’ di Aldo Ajò, dove si incontravano tanti allievi e grandi nomi della cultura, Chico era diventato uno dei prediletti. Una frequentazione che è proseguita durante gli anni in cui ha frequentato l’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci di Perugia.

Mancini ha poi trovato, a circa trent’anni, la sua strada autonoma coltivando una passione che non lo abbandonerà mai e inizia una produzione artistica a tratti discontinua ma di grande pregio.

Rappresentava l’incarnazione delle spirito eugubino ‘sammartinaro’ più puro, estroso, allegro e socievole ma anche umbratile e incline a cupezze. Mancherà a tutti la simpatia e la sua arte, che resta comunque testimoniata dalle sue opere che si trovano in luoghi pubblici e in collezioni private“.

Di Giovanni AlessiFotografie Cronaca Eugubina