Monsignor Paolucci Beedini: “La santità di Ubaldo non sarebbe nulla se non trovasse un riflesso continuo nella vita dei suoi figli oggi

I Capitani e il Capodieci di Sant’Ubaldo 2017 Roberto Guidarelli hanno letto la formula d’investitura ufficiale e consegnato al Capodieci 2018 Fabrizio Martini lo stemma del Cero di Sant’Ubaldo

GUBBIO – Il Vescovo Monsignor Paolucci Bedini ha officiato solennemente stamane (domenica 4 marzo) in Basilica la Messa per l’826° anniversario della canonizzazione di Sant’Ubaldo, Patrono di Gubbio, risalente al 5 marzo 1192, primo anno del Pontificato di Papa Celestino III.

In tale data, il Beato Ubaldo è stato dichiarato Santo ed incluso nel canone ufficiale dei Santi con la nota Bolla di canonizzazione nella quale il Pontefice, fra l’altro, invita gli Eugubini a continuare la celebrazione della festa in onore del Vescovo Ubaldo, tutti gli anni, “hilariter”, lietamente e con gioia.

Dalla Sua morte (16 maggio 1160) alla Sua santificazione, dunque, sono trascorsi esattamente 31 anni, nove mesi e venti giorni, cioé un tempo notevolmente breve a dimostrazione della grandezza e della fama acquisita dal Vescovo eugubino, attraverso la cui intercessione molti miracoli erano stati compiuti.

La mattinata è cominciata presto alle ore 9 con la Processione partita dalla Cattedrale e giunta attraverso gli stradoni fino in Basilica. Soste di preghiera sono state fatte lungo gli stradoni, di fronte le Capelucce dei tre Ceri.

L’omelia di Monsignor Paolucci Bedini

La parola di Dio ci mette davanti la Pasqua di Gesù perché è questa la nostra meta. La parola di Dio ci mette davanti l’uomo Gesù nella testimonianza della sua conoscenza del Padre.

Quello che ci deve colpire sono le parole di Gesù che dice ‘Questo è il tempio di Dio e voi ne avete fatto un mercato e portate via ciò che non c’entra’. Il Signore non ha bisogno di chissà che cosa, è quindi Gesù chiede la purificazione del nostro rapporto, che sia basato sulla fiducia, sulla speranza.

Non c’è più bisogno di un luogo fisico per incontrare il Signore, possiamo farlo con l’amicizia e la fiducia. Le chiese non servirebbero a nulla se non fossero il luogo di incontro con lui. Se santo è il tempio e il corpo di Gesù, anche il tempio è il nostro corpo.

Il Signore benedice ciascuno di noi, siamo santi e dovremmo essere rispettati come una Basilica. La santità di Ubaldo, uomo come noi, è legata alla sua amicizia con il Signore e alla sua fedeltà alla Chiesa, alla sua missione.

Quando un popolo chiede alla Chiesa di riconoscere la Santità di una persona, la Chiesa ascolta da quel popolo la Santità di quella persona ed è successo così anche per Ubaldo. È una cosa meravigliosa perché la Chiesa riconosce la Santità quando il popolo la racconta e la custodisce.

Se il popolo ha detto quest’uomo è stato un esempio per la città, oggi siamo i testimoni di questa storia, se non lo facciamo siamo mancanti noi. Custodirlo vuole continuare a raccontarlo, trasmetterlo ai giovani e imitarne le virtù. La santità di Ubaldo non sarebbe nulla se non trovasse un riflesso continuo nella vita dei suoi figli oggi“.

Investitura ufficiale del Capodieci Fabrizio Martini

Presenti in Basilica tutte le più importanti autorità civili e militari della città di Gubbio. I Presidenti del Maggio Eugubino e dell’Università dei Muratori, i Presidenti delle Famiglie ceraiole, Capitani e Capodieci della Festa dei Ceri 2018.

Al termine della Messa solenne per la Canonizzazione di Sant’Ubaldo, Monsignor Paolucci Bedini ha consegnato ai Capitani e Capodieci 2018 una pergamena impreziosita dalla reliquia di Sant’Ubaldo.

Poi i Capitani e il Capodieci di Sant’Ubaldo 2017 Roberto Guidarelli hanno letto la formula d’investitura ufficiale e consegnato al Capodieci 2018 Fabrizio Martini lo stemma del Cero di Sant’Ubaldo.

Il ricordo del giovane Cristian Fiorucci

Infine il Presidente  della Famiglia dei Santubaldari, l’avvocato Ubaldo Minelli, ha calorosamente ricordato il giovane santubaldaro Cristian Fiorucci, con il Vescovo che ha consegnato al fratello, alla sorella e alla compagna un attestato in suo ricordo.

Di Ilaria Stirati – Fotografie Photostudio