La funzione religiosa si è conclusa con la benedizione da parte del Vescovo delle tombe dei Quaranta Martiri e la lettura della preghiera scritta da Beniamino Ubaldiper le quaranta innocenti vittime eugubine

GUBBIO (F.C.) – Il Vescovo Luciano Paolucci Bedini ha celebrato questa mattina (sabato 27 gennaio), una funzione religiosa all’interno del Mausoleo dei Quaranta Martiri, in occasione della ricorrenza della Giornata della Memoria.

Per l’occasione erano presenti il sindaco Filippo Mario Stirati, la presidente dell’Associazione Famiglie Quaranta Martiri Laura Monacelli e i rappresentanti delle Forze dell’Ordine.

Il Signoreha esordito Paolucci Bedininon si è dimenticato mai di nessuno, di nessuna storia della vita dell’umanità. Lui ricorda, accoglie, guarisce, risana e compie una sorta di salvezza perché tutti possiamo ritornare ad essere l’unico popolo del Signore.

Siamo noi a chiedere al Signore che il nostro cuore, le nostre menti possano ricordare, siamo quelli che non dobbiamo scordare, non dobbiamo dimenticare il suo amore, la sua provvidenza, la sua protezione. Non dobbiamo dimenticare che la sua misericordia copre tutte le ferite del mondo. E seppellisce tutte le morti che purtroppo hanno attraversato e attraversano tutt’ora la storia dell’umanità“.

Poi nell’omelia Monsignor Paolucci ha spiegato: “Il Vangelo ci dice che il Signore Gesù non ha lasciato da solo l’uomo, non ha dato buoni consigli e poi se n’è andato, ma ha preso con sé tutto il dramma degli uomini e quando noi pensiamo che qualche volta sembra sia distratto rispetto a quello che ci accade, il Vangelo ci ricorda che il Signore è con chi soffre, anzi ha preso su di sé tutta la nostra sofferenza. 

Quando nella Chiesa cattolica si ricordano dei Santi, nella liturgia si dice facciamo memoria, usiamo quest’espressione perché fare memoria non è ricordare e basta, ma vuol dire andare a prendere nella storia l’esperienza di una o più persone, nella quale il Signore ha fatto risplendere la potenza del suo amore misericordioso.

E abbiamo bisogno di far memoria perché quella storia, che può essere più o meno lontana, porti frutto anche oggi. Sarebbe inutile ricordare qualcosa del passato se non portasse frutto nell’oggi, sarebbe inutile parlare della storia antica se non individuassimo per noi oggi un pensiero di verità, novità e pace.

Anche un luogo come questo viene chiamato Memoriale, qui si viene per fare memoria, perché ciò che è stato, crei oggi una storia nuova, ci aiuti a vivere una storia nuova.

Tutti coloro che purtroppo per la cattiveria degli uomini hanno dato la propria vita non l’hanno data invano. I sei milioni e più di persone che sono morte nei campi di concentramento non hanno perduto la loro vita, non l’hanno sprecata, quella vita donata contro il male produce per noi la pace oggi“.

La funzione religiosa si è conclusa con la benedizione da parte del Vescovo delle tombe dei Quaranta Martiri, e con la lettura della preghiera scritta da Beniamino Ubaldi per le quaranta innocenti vittime eugubine.

Di Ilaria Stirati – Fotografie Cronaca Eugubina