Alessandro Piergentili: “Il dato più preoccupante è quello relativo allo spopolamento perché poi si porta dietro altri effetti negativi, si porta dietro l’abbassamento dei consumi, questo dello spopolamento rischia di essere in queste nostre fasce, soprattutto quelle di montagna, delle frazioni, rischia di essere un problema che ha altri effetti

Foto Cgil

La conferenza stampa della Cgil

GUBBIO (F.C.) – Nei giorni scorsi, avevamo illustrato i dati riguardanti uno studio della Cgil alta Umbria sui sistemi Locali del Lavoro di Gubbio e Gualdo Tadino, che sono risultati i peggiori dell’Umbria.

Tra i più significativi era emerso che, nella città di Gubbio, nell’anno 2016 sono 13.016 gli occupati, rispetto ai 13.341 nel 2015 e ai 13.036 del 2014, mentre le persone in cerca di occupazione, dal 2014 ad oggi, sono costantemente in ribasso: si passa dai 1.816 del 2014 ai 1.744 del 2015 e ai 1.523 del 2016.

In termini di occupazione, il tasso passa dal 44,3% del 2014 al 45,5% del 2015, per poi tornare quasi ai livelli del 2014, attestandosi al 44,5% nel 2016. Per quanto riguarda la disoccupazione, nel 2016 il tasso era del 10,5%, in ribasso rispetto al 2015 quando era dell’11,6% e al 2014 quando si attestava al 12,2%.

Per commentare questo studio che è stato presentato e per provare a fare delle previsioni su quello che potrà essere il futuro in termini di occupazione e disoccupazione, abbiamo intervistato il responsabile della CGIL Alta Umbria Alessandro Piergentili.

Foto Alessandro Piergentili

Alessandro Piergentili

Piergentili, come commenta in generale questi dati?

Abbiamo voluto fare uno studio sul periodo 2006-2016, che sono gli anni in cui si è sviluppata la crisi e che nel nostro territorio, sia nel comune di Gubbio e Scheggia, ma anche nel bacino che interessa Gualdo Tadino ha colpito più duramente rispetto al resto dell’Umbria.

Nell’ultimo triennio emergono alcuni dati: il primo è che vi è uno spopolamento che colpisce anche una città come l’eugubino e soprattutto di giovani, l’altro elemento è che, seppur ci sono dei timidi segnali nell’ambito della ristorazione e dell’apertura di nuovi esercizi, il tasso di disoccupazione continua ad essere pesante e anche uno dei più negativi di tutta l’Umbria.

Questo perché nell’eugubino si è verificata una contrazione del lavoro nell’edilizia che era il motore occupazionale del territorio eugubino, ma anche collegato a ciò la riduzione o la chiusura di attività dell’indotto del settore delle costruzioni”.

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Il sindacalista della Cgil Alessandro Piergentili

Nello specifico, il dato degli occupati nelle ultime tre annate, (2014-2015-2016) subisce degli alti e dei bassi. Da cosa è dovuta questa tendenza altalenante? A suo avviso lo spopolamento dei giovani può essere collegato a questo o c’è dell’altro?

C’è dell’altro, perché la tipologia dei lavori che vengono attivati sono prevalentemente lavori a termine, da una parte legati soprattutto all’attività del turismo che non garantisce una continuità almeno per 12 mesi, dall’altra il sistema produttivo assorbe i lavoratori precari e questo ha determinato delle oscillazioni sulla rilevazione dei dati.

Queste oscillazioni sono dovute alla forte presenza del precariato in quanto non si consolida il lavoro, che rimane in una condizione di molta variabilità e molta incertezza”.

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Il responsabile della Cgil alta Umbria Alessandro Piergentili

Pensa che la costante diminuzione del numero delle persone in cerca di occupazione sia solamente dovuto all’invecchiamento della popolazione, fattore che spiegherebbe anche il ribasso del dato sulla popolazione totale o ad altri fattori?

Purtroppo il dato viene fuori anche da una rinuncia a cercare il lavoro, quindi al centro per l’impiego le persone non si registrano come persone in cerca di lavoro, questo è un fenomeno che denota un certo scoraggiamento soprattutto per il genere femminile in quanto se la situazione è complicata in generale per le donne di qualsiasi età nel territorio non si aprono grandi opportunità.

Il dato è tipico della diminuzione delle persone in cerca di lavoro, perché rinunciano o anche perché abbandono il nostro territorio. Questo scoraggiamento è stato sempre una costante, però si sta in parte aggravando, ancora pervade dopo 10 anni un senso di sfiducia e quindi di rinuncia a cercare un lavoro, questo anche perché la situazione è molto stagnante.

Da una parte è un elemento che interessa le fasce giovanili, dall’altra le fasce di popolazione in età oltre i 40-45 anni si trovano in reale difficoltà, non è solo una sfiducia, ma una difficoltà a rimettersi nel ciclo produttivo”.

Qual è a suo avviso il dato più preoccupante tra quelli elencati nel vostro studio?

Il dato più preoccupante è quello relativo allo spopolamento perché poi si porta dietro altri effetti negativi, si porta dietro l’abbassamento dei consumi, questo dello spopolamento rischia di essere in queste nostre fasce, soprattutto quelle di montagna, delle frazioni, rischia di essere un problema che ha altri effetti.

Noi, le istituzioni e le associazioni delle imprese non dobbiamo limitarci solo all’enunciazione dei dati, le istituzioni devono creare un’infrastrutturazione innovativa oppure attivare, sollecitare l’arrivo di risorse regionali e comunitarie, magari supportando inizialmente le nuove attività.

Noi come sindacati, assieme alle associazioni delle imprese, dobbiamo dialogare e costruire delle condizioni di condivisione per sviluppare nuove attività, magari anche con investimenti da parte di soggetti esterni”.

Piergentili ha anche affermato che non è possibile fare delle previsioni sul futuro, ma che se ripartissero gli investimenti locali, pubblici e privati, il nostro territorio potrebbe avere dei benefici anche grazie al decreto sul super ammortamento, ma che soprattutto i giovani possono essere l’ago della bilancia per la ripartenza dell’occupazione sul nostro territorio.

Di Ilaria Stirati – Fotografie Cronaca Eugubina