Momento toccante quello presso il Mausoleo dei Quaranta Martiri, dove sono stati i Vigili del Fuoco a depositare la corona di fiori dietro l’altare sacro. Il Gonfalone del Comune di Gubbio era sorretto da agenti della Polizia Municipale. Anche in questa occasione è stato suonato l’inno di Mameli

Foto 25 aprile 2017

Il Sindaco Stirati con il Gonfalone al Mausoleo dei Quaranta Martiri

GUBBIO – Per la Liberazione in mattinata si è celebrata a Gubbio la ricorrenza del 25 aprile, giorno della liberazione dell’Italia dall’occupazione nazi fascista al termine della Seconda guerra mondiale.

Corone di fiori sono state deposte al Milite ingnoto in piazza Quaranta Martiri, alle steli dei caduti in via del Teatro Romano, in via della Rimembranza, a Colpalombo e Carbonesca, alla Caserma dei CarabinieriFulvio Sbarretti” e al Mausoleo dei Quaranta Martiri. Il campanone di Palazzo dei Consoli ha suonato alle ore 9 e 30.

Preceduti dalla Banda musicale di Gubbio, hanno partecipato al corteo istituzionale il sindaco Filippo Stirati, il consigliere regionale Andrea Smacchi, rappresentanze di tutte le Forze dell’Ordine locali, oltre a consiglieri comunali e rappresentanti delle associazioni di categoria e del sindacato.

Particolarmente toccante l’intonazione dell’inno di Mameli di fronte il Milite ignoto in piazza Quaranta Martiri, dov’è stata la Guardia di Finanza a depositare ai piedi del fante la corona di fiori con nastri tricolori.

Altro momento toccante quello presso il Mausoleo dei Quaranta Martiri, dove sono stati i Vigili del Fuoco a depositare la corona di fiori dietro l’altare sacro. Il Gonfalone del Comune di Gubbio era sorretto da agenti della Polizia Municipale. Anche in questa occasione è stato suonato l’inno di Mameli.

Foto 25 aprile 2017

Il corteo con il Gonfalone al Mausoleo dei Quaranta Martiri

Brevi cenni storici

Nei giorni conclusivi la Seconda guerra mondiale, quando la Rsi era oramai vinta e i tedeschi in fuga verso la Germania, le truppe alleate entrarono trionfalmente a Milano precedute e accompagnate dai partigiani, e in particolare da uomini armati delle Brigate Matteotti legate al Psiup (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria) comandate da Giuliano Vassalli, Rodolfo Morandi e Sandro Pertini.

A capo del Cln vi era l’azionista Ferruccio Parri, primo Presidente del Consiglio dell’Italia liberata dal giugno al dicembre 1945. L’uomo che al Viminale dormiva su una branda militare.

Tre giorni dopo Benito Mussolini e Claretta Petacci vennero fucilati dai partigiani a Giulino di Mezzegra, nei pressi di Dongo. I loro corpi, unitamente a quelli di altri gerarchi fascisti, vennero portati a piazzale Loreto di fronte una folla impressionante. Si chiudeva così la Seconda guerra mondiale e la guerra civile in Italia, che tanti lutti e immenso dolore portò nelle famiglie italiane.

Come nella nostra città, dove il 22 giugno del 1944 i tedeschi fucilarono per rappresaglia quaranta eugubini catturati nei giorni precedenti. Una strage che ancora oggi pesa sulla coscienza collettiva, e invita alla riflessione, al silenzio e al rispetto.

Di Francesco Caparrucci – Fotografie e video Cronaca Eugubina