L’assessore alla cultura Augusto Ancillotti: “Prosdocimi studiò le Tavole Eugubine come struttura testuale. Due suoi articoli hanno ispirato tutto il mio lavoro: in ‘Catone e le Tavole Eugubine’ del 1978, Aldo sostenne che nelle Tavole vi sono elementi italici che i romani hanno ereditato. La svolta interpretativa che apre la strada nuova

Foto Biblioteca Sperelliana

Il convegno si è tenuto in Biblioteca Sperelliana

GUBBIO – “Il Comune di Gubbio celebrerà la figura di Aldo Prosdocimi con un incontro pubblico organizzato assieme all’Accademia Sperelliana e all’Università di Perugia“.

Lo ha annunciato giovedì pomeriggio l’assessore alla cultura Augusto Ancillotti, intervenuto alla Sperelliana nel corso del convegno organizzato dall’Irdau (l’Istituto di Ricerca e Documentazione sugli Antichi Umbri) sul tema  “Le Tavole Iguvine di Aldo Prosdocimi: lo studio di una vita“, con la relazione tenuta da Marco Montedori.

Foto Tavole Eugubine

Tavole Eugubine

Aldo Prosdocimi è stato il massimo studioso delle Tavole di Gubbio, prematuramente scomparso nell’agosto del 2016. A tale proposito l‘assessore Ancillotti ha spiegato: “Io e Aldo ci siamo studiati le Tavole Eugubine dalla prima all’ultima parola, in tutto quasi 4.200 parole. Questa è una cosa che mi commuove e mi fa sentire solo. E’ stata una perdita prematura. Nel 2015 era uscito il volume ‘Le Tavole Eugubine 2’ di 1.460 pagine, il secondo di una trilogia che non è riuscito a completare. La prima pubblicazione risale al 1984. 

Prosdocimi studiò le Tavole Eugubine come struttura testuale e non come semplice ammasso di parole. Due suoi articoli hanno ispirato tutto il mio lavoro: in ‘Catone e le Tavole Eugubine’ del 1978, Aldo sostenne che nelle Tavole vi sono elementi italici che i romani hanno ereditato. La svolta interpretativa che apre la strada nuova. Nel 2016 ricorrono i 200 anni della glottologia, nata nel 1816 a seguito della pubblicazione del volume di Franz Bopp. Da quel momento in poi la glottologia divenne una disciplina scientifica, un’algebra. 

In conclusione si può dire che nessuno ha studiato le Tavole Eugubine come Aldo Prosdocimi. Oggi non si può dire nulla sulle Tavole se prima non si sono letti gli studi di Prosdocimi“.

Foto Marco Montedori

Marco Montedori

L’intervento di Marco Montedori 

E’ poi intervenuto Marco Montedori, che ha spiegato nel dettaglio i tre volumi di cui si compone l’opera di Aldo ProsdocimiLe Tavole Eugubine 2“. Di seguito riportiamo un riassunto del suo intervento, seguito con grande attenzione dal pubblico presente in sala.

Il “filo iguvino” è sempre presente nell’opera di Prosdocimi, tanto da fargli progettare un’opera d’insieme. In questo volume lo studioso analizza il testo come dato, le Tavole sono libri rituali fissati su bronzo, per questo motivo si sono conservate senza andare distrutte. Il corpus, non è detto che le Tavole esauriscano tutto il rituale. Viene mantenuta la numerazione delle Tavole di Lepsius.

Tavole Eugubine

Tavole Eugubine

I testi delle Tavole presentano una grafia umbro etrusca e una grafia latina. Ciò dimostra che le medesime scuole scrittorie conoscevano sia la lingua umbra etrusca che quella latina. L’affissione, come vennero pubblicate le Tavole? Si pensa ad una loro esposizione tardiva rispetto alla realizzazione. Testi “atiedi”, rivolti al collegio sacerdotale, con la forma di scrittura “a ricetta“.

Le Tavole Eugubine contengono inoltre i decreti, cioè le disposizioni. I testi della “polis” sono invece rivolti alla comunità. Nel 2° capitolo del volume di Aldo Prosdocimi vi è il confronto tra le Tavole Eugubine e il testo di Catone. La sequenza piaculum – lustratio è la medesima in Catone e nelle Tavole. C’è un modello romano, ma vi sono anche elementi tipicamente eugubini. La Censura di Catone del 184 a.c. è il momento in cui il rito romano influenza quello eugubino. Nelle Tavole Eugubine il sacrificio è considerato come offerta, distruzione, nutrimento degli Dei.

Francesco CaparrucciFotografie Cronaca Eugubina