Ciò che ho notato e che mi ha colpito molto è stato il silenzio da parte degli sfollati. Sono sensazioni difficili da descrivere: impressiona come le persone ti parlano, le vedi spente, vuote come se ti parlassero ma non ti vedessero

GUBBIO – Anche l’Associazione Gubbio Soccorso ha partecipato ai soccorsi per il gravissimo terremoto che ha colpito il centro Italia nelle scorse settimane Abbiamo intervistato Nicolò Merli, uno dei ragazzi eugubini volontari che ha prestato servizio ad Amatrice nei giorni successivi al sisma.

Foto Gubbio Soccorso

Volontari di Gubbio Soccorso ad Amatrice

Qual è stata la prima impressione che hai avuto appena arrivato ad Amatrice?

Sono arrivato ad Amatrice di sera. La prima cosa che ho notato è stata la confusione in quanto molti volontari erano arrivati per dare il proprio contributo, ma essendo solo due le vie di accesso alla città, abbiamo dovuto aspettare molto prima di arrivare”.

Qual è stato il lavoro che avete svolto lì?

Innanzitutto, noi abbiamo ricevuto la richiesta di disponibilità dall’Anpas, l’Associazione Nazionale Pubblica Sicurezza, colei che coordina in tutta Italia le associazioni come la nostra. Il nostro lavoro è stato quello di allestire il campo di accoglienza, abbiamo allestito 30/32 tende, cucine e bagni. È stato un duro e lungo lavoro perchè sono serviti un paio di giorni prima che il campo fosse funzionante con fogne, acqua corrente ed elettricità”.

Foto Pescara del Tronto

Pescara del Tronto

Come hai trovato la gente lì? Qual era la sensazione predominante?

A dir la verità sono stati giorni di duro lavoro e sono stato poco a contatto con le persone colpite dal sisma. Il campo lo abbiamo allestito in un prato circondato da alberi e quindi eravamo un po’ fuori dal vero dramma, era come se fossimo in una bolla.

Ciò che ho notato e che mi ha colpito molto è stato il silenzio da parte degli sfollati, ma anche dei Vigili del fuoco. Lì non si percepiva dolore, sono sensazioni difficili da descrivere: impressiona come le persone ti parlano, le vedi spente, vuote come se ti parlassero, ma non ti vedessero”.

Come hai reagito quando hai saputo di dover andare ad Amatrice?

Appena ho sentito la scossa a casa, sinceramente non ho dato molto peso alla cosa e mi sono riaddormentato. Quando poi la mattina ho visto ciò che era successo, sapevo già, visto il mio ruolo di formatore alla Protezione civile, che dovevo andare giù a dare il mio contributo. Mi ero già ripromesso che, qualora fosse successo un evento del genere, sarei andato io a dare una mano”.

Foto Gubbio Soccorso

Volontari di Gubbio Soccorso a Norcia

Cosa ti lascia quest’esperienza?

Dal punto di vista professionale e formativo tanto poiché da un’esperienza del genere impari molto per il futuro. A livello personale, innanzitutto, sembrerà strano dirlo, ma porti a casa tanta soddisfazione perché onestamente non pensavo di riuscire a fare tutto il lavoro che abbiamo svolto in poco tempo.

È stato un lavoro di squadra che mi ha portato anche ad instaurare dei legami con gli altri soccorritori con cui ho dovuto instaurare sin da subito un rapporto di fiducia e collaborazione per gestire il lavoro nel migliore dei modi.

Lavoro di squadra come il nostro qui a Gubbio Soccorso, ed è per questo che voglio ringraziare i colleghi che sono rimasti a Gubbio perché so quanto può essere stato difficile lavorare con due persone in meno e loro ci sono riusciti egregiamente”.

Servizio a cura di Ilaria Stirati