L’ex capodieci del Cero di Sant’Ubaldo Luciano Casagrande intervista Luigi Minelli, antiquario e storico santubaldaro
GUBBIO – Passando per il quartiere di San Martino, mi sono trovato davanti al negozio dell’antiquario Luigi Minelli. Mi sono fermato davanti alla vetrina per vedere il magnifico mezzo busto che raffigura il nostro Sant‘ Ubaldo con la reliquia dentro, un pezzetto di pianeta. Un pezzo veramente prezioso, per noi eugubini ancora di più. Sono entrato, c’era il signor Luigi detto il “Billo”, un ceraiolo di autentiche tradizioni familiari.
Storia ceraiola
Ha preso il Cero nei punti importanti da punta a capodieci. Il padre, Aldo, uno dei primi presidenti della Famiglia santubaldara, acquistò la Taverna dove è la sede attuale. I fratelli anche loro ceraioli, così i figli e i nipoti, uno di loro ha tirato la brocca, Mario. La moglie, la signora Marcella, accanita ceraiola santubaldara sempre pronta a fare iniziative per promuovere e far conoscere il culto del patrono o ad organizzare opere di solidarietà. Come non ricordare il nonno Luigi Poggi detto il “pulpettone”, grande amico di Argeo.
L’intervista
Il nostro discorso non poteva non cadere sui Ceri e così ne è venuta fuori una chiacchierata. Come vedi questa Festa dei Ceri 2016? “La Festa è diversa, ognuno pensa a sè stesso, la causa principale è il tirare la brocca, tutti si sentono pronti, non c’è umiltà, le zone, le votazioni, tutto porta a divisioni tra ceraioli, con forti conseguenze, tensioni, rivalità, discussioni. La corsa è trascurata e manca rispetto per gli anziani. Il Cero ha le sue regole, che si tramandano da secoli, oggi mi sembra che ci sia poco rispetto per gli anziani, specialmente nel nostro Cero, dove pochi vogliono gestire la corsa”.
Non si poteva tralasciare di parlare del chiostro. “Bisognerebbe rispettare il pensiero di tutti gli eugubini e dei ceraioli degli altri Ceri, che vorrebbero il finale insieme. Invece poche persone impongono di fare senza dialogo qualcosa che porta al disaccordo”.
Sulla proposta dell’allungamento del percorso Luigi Minelli afferma: “Se si deve allungare si deve partire dalla Casa di Sant’Ubaldo, così ha un senso. Se è più avanti, meglio lasciarli dove sono”. Sui vecchi Santi: “Dove sono ora al Museo Ubaldiano, sono lontani e abbandonati, meritano più rispetto, ci ricordano un lungo periodo di corsa.
Li toglierei da dove sono ora, riportandoli nella Chiesetta dei Muratori e in più il giorno dei Ceri gli farei fare la sfilata dei Santi. Mentre quelli nuovi li porterei in Basilica in un confessionale vicino ai Ceri, e poi li porterei giù con i Ceri. I vecchi Santi rappresentino la storia che non può essere dimenticata”.
Una statua di Sant’Ubaldo in vetta al monte Ingino
L’intervista a Luigi Minelli prosegue su queste colonne, con una proposta che Minelli spiega al nostro giornale in anteprima.
Dopo aver parlato degli argomenti di più stretta attualità inerenti la Festa dei Ceri, ad un certo punto della nostra chiacchierata mi fa vedere una fotografia particolare che, mi racconta, è un sogno che vorrebbe diventasse realtà. Una statua di grosse dimensioni del nostro patrono Sant’Ubaldo benedicente in cima al monte Ingino, che possa vedersi bene da tutto il circondario.
“La statua – afferma Luigi Minelli – andrebbe collocata sopra la Rocca del monte Ingino”. Con questa meravigliosa idea ci salutiamo. Camminando cerco di pensarla già lassù, sulla sommità del monte del Beato Ubaldo.
Luciano Casagrande – (Nella fotografia la statua come verrebbe posizionata)