Un cittadino residente a Scritto scrive a Cronaca Eugubina: “Da due anni c’è stato un forte spopolamento. Hanno chiuso anche il Bar e il piccolo Ristorante nell’area di servizio lungo la statale 298 Eugubina“. Uno spaccato di vita sociale in un momento di forte crisi economica

La Farmacia chiusa

GUBBIO – Ora vi racconto quello che in poco più di due anni è accaduto nel mio paese dove abito, Scritto, nel comune di Gubbio, sito lungo la strada ex-statale che collega Gubbio con Perugia; si chiama così perché in un tempo remoto fu firmata una scrittura (appunto uno scritto) con la quale si metteva fine alla guerra tra i comuni confinanti, Gubbio e Perugia.

A Scritto fino a poco tempo fa c’era pressoché tutto quello che si poteva avere, intendo come servizi e vita sociale; infatti c’era la stazione di servizio con bar annesso, c’erano la scuole materne ed elementari, c’era la chiesa parrocchiale e c’era non per ultimo, molta più gente rispetto adesso.

Comunque torniamo allo stato attuale, nel senso che analizziamo cosa è accaduto da due anni a questa parte. Precisamente nel mese di luglio di due anni fa è stata aperta la superstrada Perugia – Ancona e la ex-statale ha perso di notevole importanza e il traffico di veicoli inevitabilmente si è più che dimezzato.

Nel frattempo il paese si è ancor più spopolato e l’Ufficio Postale ha ridotto l’orario di apertura al pubblico con solo tre giorni a settimana, facendo così “mancare” un servizio pubblico importante per la popolazione residente e non, visto che ancora qualche macchina di passaggio si fermava per usufruire del servizio postale.

Indubbiamente l’apertura della superstrada che collega Perugia ad Ancona ha giocato un ruolo molto importante in senso negativo sulle attività produttive e commerciali site lungo il vecchio tracciato che collega Gubbio a Perugia.

Bar e ristorante chiusi lungo la statale 298 Eugubina

Nel giro di poco tempo ha chiuso il bar e il piccolo ristorante che era sito nell’area di servizio vicino il paese ed ora quest’anno ha chiuso definitivamente i battenti la storica Farmacia del paese punto di riferimento per la popolazione anziana residente nella zona.

Veramente un peccato vedere morire così lentamente un paese con della storia come Scritto; anche l’Ambulatorio medico da tre volte a settimana ha ridotto a due le sue presenze, insomma la decadenza ormai sembra essere irreversibile, purtroppo.

Ora la domanda sorge spontanea e cioè, ma c’è qualcuno responsabile di tutto ciò? La risposta è si, l’uomo e il suo sviluppo in questo mondo frenetico e globalizzato dove tutto è virtuale e non reale! La globalizzazione ha portato allo spopolamento delle campagne e dei paesi marginali con tutti i problemi annessi del caso, in primis il dissesto idrogeologico provocato appunto dall’abbandono dei terreni un tempo coltivati.

Lo sviluppo ha portato all’abbandono del classico paese di collina/montagna di questa parte dell’Appennino Centrale. L’aver aperto, in questo caso, la superstrada Perugia – Ancona, importantissima arteria stradale che ha notevolmente accorciato i tempi di collegamento tra Gubbio e Perugia, ha comportato, nello stesso tempo la morte del paese di Scritto, anche perché non ci sono state neanche politiche di sviluppo per attutire lo spopolamento e la conseguente chiusura dei servizi pubblici e strutture ricettive.

Il paese di Scritto

L’uomo nella sua evoluzione di sviluppo, in questo mondo globalizzato, produce da una parte ricchezza e benessere socio-economico, e nello stesso tempo, dall’altra parte, la morte di ciò che è stato, delle sue origini, del suo passato (…)

Ecco ho voluto raccontarvi quanto è accaduto ad un paesino che aveva di tutto e di più, ed ora non ha più nulla, svuotato nel suo animo più profondo! Bisogna fare una serie di riflessioni su quanto ho raccontato per evitare che accada di nuovo anche in altre realtà (…)

Con tenacia e caparbietà io sono rimasto alle mie origini pur lavorando in città, ma ho preferito non abbandonare il mio paese come tanti altri.

Spero sinceramente in una inversione di tendenza dove anche i giovani ritornino alle loro origini, dove sono nati i loro nonni e dove possano riconsiderare un modello di vita e di sviluppo più ecocompatibile e più a misura d’uomo, preservando così un ecosistema dove l’uomo (appunto) possa vivere in maniera da riconciliarsi con la natura, con le sue stesse origini e con se stesso, senza far a meno dello sviluppo socio economico.

Agli amministratori locali posso solo dire che dovrebbero avere più coraggio nel portare avanti politiche che salvino dalla morte questi paesi, lavorando affinché tutto questo non accada.

Grasselli Mirco Fotografie Cronaca Eugubina