Don Stefano: “Tu Elisa, con grande lucidità, intelligenza e apertura mentale hai dischiuso le porte contemporaneamente al mondo del web, piazza virtuale e sociale sempre più importante, dando voce a tanti cittadini e aiutandoli concretamente ad esprimere le emozioni legate alla mancanza della Festa dei Ceri, e al mondo della cultura

La giornalista Elisa Neri

GUBBIO – Grazie Elisa, per il dono che hai fatto alla città di Gubbio e alla nostra amata Festa dei Ceri.

Grazie del libro “IO CERO 15 MAGGIO 2020“, la Festa dei Ceri di Gubbio sospesa, e grazie della sua presentazione, avvenuta domenica 12 luglio nel Chiostro di San Pietro. Io purtroppo non sono potuto essere presente all’evento fisicamente, ma ci sono stato con la mente e con il cuore.

Ma Perché è così importante questo testo? Perché questo libro, e non sono parole mie, “racconta una storia pubblica, fatta da 5.226 storie private. È la storia di una community Facebook al tempo del Covid-19. Un gruppo che si è stretto attorno alla perdita della Festa dei Ceri di Gubbio nel maggio 2020.

C’è chi la definirebbe una case history, una narrazione collettiva di un lutto culturale da testimoniare alla storia. Grazie al gruppo Facebook IO CERO 15 maggio 2020 oltre 5.300 persone di 40 Paesi del mondo e di oltre 100 città hanno vissuto assieme, nella solitudine del lockdown, lo smarrimento per la sospensione di una festa secolare e di popolo tra dolore, non accettazione e resilienza”.

In altri termini questo libro “racconta la storia delle dinamiche sociali, antropologiche, psicologiche, narrative e sociali innescate dagli utenti con centinaia di contributi postati”.

Elisa Neri e Alessia Fiorelli

Credo che la nostra città di Gubbio ha un bisogno estremo di persone che, con diverse competenze e sensibilità, si mettano in “rete”, operando un vero e proprio lavoro di squadra, per il bene e per la crescita culturale e sociale del nostro tessuto cittadino e delle nostre tradizioni secolari.

Tu Elisa sei riuscita in una città fin troppo spesso dominata dai particolarismi e da certe rigidità chiuse e faziose, specie per quanto riguarda la Festa dei Ceri, a dire la tua ma senza chiuderti.

Con grande lucidità, intelligenza e apertura mentale hai dischiuso le porte contemporaneamente al mondo del web, piazza virtuale e sociale sempre più importante, dando voce a tanti cittadini e aiutandoli concretamente ad esprimere le emozioni legate alla mancanza della Festa dei Ceri, e al mondo della cultura.

Una cultura veramente aperta e capace di coniugare insieme la filosofia con l’arte, la psicologia con il giornalismo e le nuove forme di devozione digitale. Papa Francesco parlerebbe di integrazione. Brava! Brava anche per un’altra ragione: perché sei partita, nel considerare la Festa dei Ceri, da un altro sguardo: quello delle donne e dei bambini.

Don Stefano Bocciolesi

E non è un caso che questa iniziativa coraggiosa sia stata pensata e portata avanti da una donna. Infatti, le capacità di integrazione, di unità nelle differenze, di resilienza e di rielaborazione del lutto sono tratti tipicamente femminili.

Non voglio generalizzare ma la donna su queste specifiche competenze ha qualche marcia in più rispetto all’uomo … e anche queste cose fanno parte, o dovrebbero entrare a far parte, della nostra Festa dei Ceri che non è solo corsa e stanga ma è accoglienza, ascolto, premura, resilienza, educazione, cultura, coraggio, passione, sensibilità, musica, poesia …

su tutte queste cose le donne possono e devono darci il loro unico e insostituibile contributo. Come hai fatto tu Elisa. Continua così.

Don Stefano BocciolesiFoto di repertorio Festa dei Ceri 2019