Stefano Rosati: “I Socialisti per disgrazia o per fortuna sono una razza molto complessa, siamo difficilmente malleabili e sicuramente ostili a qualsiasi tipo di ordine impartito dall’alto, questo DNA libero e spregiudicato ci ha sempre contraddistinto rispetto all’altra ala della sinistra, per intenderci, quella Comunista e del centralismo democratico

GUBBIO – Il 24 marzo 2018 a Livorno Socialisti in Movimento, ed altre associazioni/movimenti della sinistra italiana si sono riuniti dando vita ad una convention denominata Livorno 2018. Lei, in qualità di Coordinatore di Socialisti in Movimento Umbria, ha preso parte a tale iniziativa. Può illustrarci l’iniziativa?

Livorno 2018 è stata l’occasione per discutere su ciò che è avvenuto in Italia e nella Sinistra Italiana in questi ultimi anni e sugli errori commessi, sono interventi rappresentanti di associazioni e fondazioni di orientamento socialista per compiere delle rievocazioni storiche cercando di trarre nuovi insegnamenti, ma ciò che a noi sta più a cuore è che sia l’inizio di un impegno dedicato a chiunque sia interessato a costruire un futuro politico in Italia meno deprimente dell’attuale.

È stata una giornata straordinaria, un’assemblea autoconvocata dai compagni di base del Socialismo Italiano, circa 250 persone provenienti da tutte le aree italiane, tenga conto che era assente solo la Sardegna e solo per questioni logistiche. Ci sono stati circa quaranta interventi, per l’Umbria sono intervenuto io, il compagno Carlo Sgromo di Perugia, Daniela Cioci e Andrea Fabbri di Terni.

Al di sopra delle mie aspettative, erano presenti molti giovani, tra essi, tre interventi sono veramente stati superlativi, quelli del compagno Martino di Torino, Armiranda di Napoli e Dolce di Palermo. Nella giornata iniziata alle 10 e terminata alle 18, si è parlato di tutto quello che ruota intorno al Socialismo, si è fatta un’analisi complessiva sulla debacle elettorale che ha travolto la sinistra, si è parlato di storia, delle nostre fondamenta, non per niente il titolo dell’iniziativa era: aveva ragione Turati? riferito alla scellerata scissione del 1921 che fu’ l’inizio della fine della sinistra riformatrice.

Soprattutto si è parlato del futuro, dei giovani, di lavoro, di equità sociale, di Europa, di capitalismo e di globalizzazione. Si è parlato quindi di tematiche che sono alla base della nostra esistenza. Voglio evidenziare che non è stata di certo una riunione di reduci arrabbiati che guardano dietro ma altre sì di persone sensibili al nostro ideale che vogliono guardare avanti sperando in un futuro migliore, pur mantenendo intatta la nostra storia.

Le conclusioni sono state del compagno Aldo Potenza, dopo di che sono stati approvati due documenti politici che sono la sintesi degli interventi, guardano ovviamente alla riaggregazione e all’autonomia del Socialismo Italiano ma anche ai tantissimi giovani che non conoscono nulla del Socialismo italiano, tenga conto che tanti elettori sono Socialisti ma a parere mio, non sanno di esserlo“.

Voi non avete partecipato a questa ultima competizione elettorale, qual è la vostra posizione in merito?

In effetti questa tornata elettorale per i Socialisti è stata molto anomala, non abbiamo avuto un riferimento politico, ci siamo divisi in mille rivoli, chi in Leu, chi nella lista “insieme” apparentata al PD, chi ha votato M5S, chi Lega, chi FI, insomma un vero caos che rispecchia l’andamento della politica italiana. Credo comunque che la stragrande maggioranza dei Socialisti italiani come succede da tantissimi anni, non abbia votato.

I Socialisti per disgrazia o per fortuna sono una razza molto complessa, siamo difficilmente malleabili e sicuramente ostili a qualsiasi tipo di ordine impartito dall’alto, questo DNA libero e spregiudicato ci ha sempre contraddistinto rispetto all’altra ala della sinistra, per intenderci, quella Comunista e del centralismo democratico.

Queste elezioni per la sinistra in generale, sono state uno tsunami, una delle sconfitte più grandi della storia Repubblicana, era tutto prevedibile, in questa fase si deve, o meglio si dovrebbe ripartire da zero. Le colpe di questa disfatta sono principalmente del PD a guida Renziana ma anche del PSI a guida Nencini, reo di aver dissolto nella lista “insieme” quel che rimaneva del PSI, partito che dal 2012, e lo dico con tristezza e malincuore, ha smesso di fare politica, appiattendosi sulle politiche neo liberiste del PD, evitando persino di presentare liste autonome.

Queste elezioni le hanno vinte i partiti che più hanno parlato ai ceti meno abbienti, chi per un modo o chi per un altro si e’ immedesimato nei problemi degli italiani e mi riferisco a Lega e M5S. Si ricordi che un partito Socialista ha senso solo se fa il proprio dovere di partito del popolo e del ceto medio basso, altrimenti come succede in gran parte dell’Europa, ne esce sconfitto, vedi in Germania o in Francia, reggono molto bene i Socialisti Portoghesi e i Laburisti Britannici, per i motivi a cui prima mi riferivo.

Noi Socialisti italiani dobbiamo puntare prima di tutto a riorganizzarci autonomamente e di essere il perno principale della sinistra italiana, forse i numeri non ci danno ragione ma le idee tramutabili in iniziative concrete, sicuramente si.

A Livorno si è avviato un percorso politico che avrà due fasi, la prima, la costituzione e il rafforzamento dei circoli per l’unità e l’autonomia del Socialismo italiano almeno in ogni capoluogo di provincia italiana, con il relativo coordinamento regionale, la seconda fase è una conferenza programmatica da tenersi a Rimini nel mese di novembre il cui tema principale sarà il lavoro.

Da lì in poi vedremo se si riuscirà nei nostri intenti politici, ponendosi come obbiettivo la presentazioni di liste Socialiste per le prossime tornate elettorali, amministrative ed Europee, aperte a tutti, senza steccati o barriere, anche al PSI, sperando che all’interno di quel partito si riesca a far chiarezza, soprattutto sulla guida di Nencini, ormai padre padrone del PSI da un decennio“.

 Secondo lei, in Umbria, quale sarà il futuro dei socialisti?

Anzitutto in Umbria dobbiamo fare una distinzione tra PSI e Socialisti in Movimento, comunque la situazione in generale è meno peggio che nelle altre realtà italiane e i Socialisti sono ancora presenti, seppure disorientati e disaggregati.

Per quel che riguarda i Socialisti in Movimento, posso dire che rispetto alle altre realtà regionali italiane, siamo avanti. Già da due anni abbiamo i nostri coordinamenti provinciali e regionale, siamo stati i precursori di ciò che è iniziato a Livorno e questo non può che essere motivo di orgoglio anche se c’è da lavorare moltissimo. La strada in Umbria è identica a quella che dovrà avvenire a livello nazionale, la scia da seguire è la stessa.

Ovvio che reputo utile un dialogo aperto e costruttivo anche con il PSI dell’Umbria, senza preclusioni o steccati, sperando ovviamente che il vertice del PSI locale inizi a far chiarezza con quello nazionale. Tra un anno ci saranno le elezioni Europee e Comunali, in quei test elettorali in Umbria come nel resto d’Italia ci dovremo misurare, non saremo certamente succubi di alleanze preconfezionate, i schemi del bipolarismo sono ormai rotti, quindi ragioneremo esclusivamente sui programmi, le alleanze si faranno solo con chi condivide le nostre idee.

La nostra è una sfida difficile ma non impossibile, sta’ a noi far capire ai cittadini il messaggio che stiamo cercando di dare“.

Di Daniele Cavaleiro