Leopoldo Freyrie: “Il simbolo della rigenerazione della città potrebbe essere Piazza Quaranta Martiri, come si è già detto l’ipotesi è quella di organizzare un concorso internazionale, un’operazione importante che potrebbe dare visibilità a Gubbio e che in 6 mesi potrebbe dar vita ad un progetto concreto“
GUBBIO (F.C.) – Venerdì 9 febbraio, presso la Sala Consiliare di Palazzo Pretorio, si è svolta la riunione della Seconda Commissione, durante la quale l’architetto Leopoldo Freyrie ha presentato il masterplan frutto del progetto “L’Oro di Gubbio. Strategie di rigenerazione urbana“.
“La città di Gubbio – ha esordito Freyrie – è una delle prime città italiane che si dota di una strategia di rigenerazione urbana, che non è uno strumento urbanistico, ma lavora assieme allo strumento urbanistico.
La differenza è che la strategia di rigenerazione urbana tenta di tenere insieme diversi aspetti di cui l’urbanistica è uno fondamentale, ma c’è l’aspetto culturale, economico, turistico, sociale per cui la strategia ha l’ambizione di avere una visione generale.
Credo che sia importante che Gubbio sia consapevole di essere una delle poche città ad essersi dotata di questo strumento e che sempre di più questi sono gli strumenti su cui si prova ad immaginare il futuro e la vita dei cittadini“.
Freyrie ha poi proseguito illustrando gli elementi su cui, a suo parere, vale la pena investire: “Prima di tutto parliamo delle vocazioni che sono già presenti sul territorio eugubino su cui vale la pena ragionare e far diventare gli assi portanti della rigenerazione.
Alcuni esempi sono le Porte di Gubbio che al di là della loro caratteristica monumentale devono tornare a svolgere la loro funzione in modo contemporaneo nell’ambito della distribuzione degli accessi del traffico e controllo della sicurezza. Poi ci sono degli elementi naturalistici e culturali all’interno della città che vanno consolidati, penso ad una vera e propria cittadella dello sport che è abbastanza compatta come localizzazione, ma è difficilmente riconoscibile.

Gubbio, Piazza Quaranta Martiri
E poi c’è la questione dei percorsi. E’ emerso un uso intenso delle automobili per varie ragioni, tuttavia da questo punto di vista sono emerse anche altre problematiche. Ci sono dei percorsi brevi che sono impossibili da fare a piedi, ho notato una grande quantità di sentieri per varie cause interrotti.
Bisognerebbe ricostruire una rete di questi sentieri, ricomporre diversi percorsi urbani che darebbero modo anche di alleggerire alcune criticità relative al traffico.
Il simbolo della rigenerazione della città potrebbe essere Piazza Quaranta Martiri, come si è già detto l’ipotesi è quella di organizzare un concorso internazionale, un’operazione importante che potrebbe dare visibilità a Gubbio e che in sei mesi potrebbe dar vita ad un progetto concreto.

I Tre Ponti a San Martino
Un concorso che coinvolgerebbe il problema dei parcheggi, la rivalorizzazione di alcuni luoghi, come l’accesso ai tre ponti, l’ex Ospedale e quindi il sagrato della Chiesa di San Francesco. Piazza Quaranta Martiri è un luogo irrisolto di Gubbio che ha un grande impatto paesaggistico e monumentale, non vanno fatte rivoluzioni c’è semplicemnte da rivalorizzare un luogo bello.
Un altro argomento è quello di via Benedetto Croce e via Leonardo da Vinci. Via Benedetto Croce è un luogo che sembra la strada di un piccolo distretto industriale che divide due zone residenziali, invece dobbiamo fare in modo che torni ad essere un luogo adeguato partendo dalla questione della chiusura cieca della strada.
Per via Leonardo da Vinci, in particolare la zona via Venata si ha la necessità di fare interventi anche piccoli per reintegrare parti di Gubbio, qui il tema è quello di riconnettere alcuni territori, un esempio è anche quello della nuova Chiesa di Madonna del Ponte che al momento sembra come slegata dall’urbanistica della zona“.

Chiuso l’ex mattatoio di via della Piaggiola
L’architetto Freyrie ha pure affrontato il tema del riuso: “Parlando di riuso, nella frazione di Ponte D’Assi, abbiamo innanzitutto notato che è uno di quei luoghi creati dalla strada nel quale non sono stati costruiti luoghi pubblici.
L’ex fornace, anche se è proprietà di un privato, grazie anche alla sua posizione potrebbe essere l’occasione affinché Ponte D’Assi abbia il suo luogo identitario e di aggregazione.
Altri riusi noti sono quelli del Mattatoio e della palestra di San Pietro. Per il Mattatoio abbiamo ipotizzato, visti la presenza del Sentiero Francescano e il turismo legato a San Francesco, la possibilità di diventare un luogo di ospitalità, di conferenza, ricerca legati a San Francescano, andrebbero comunque fatti degli interventi basici come la messa in sicurezza.
Sulla palestra di San Pietro, in base alle dimensioni della struttura, abbiamo pensato che potrebbe essere utilizzata per attività associative, sportive, per una ludoteca o per la produzione biologica eugubina.
In conclusione, non si tratta nel complesso di una strategia definitiva perché dovrà essere aggiornata nel tempo, ma di un quadro generale strategico che presenta indirizzi chiari, delle azioni che non sono campate per aria o sogni irrealizzabili. Si tratta di obiettivi alti, ma allo stesso tempo pragmatici da realizzare“.
Di Ilaria Stirati – Fotografie Cronaca Eugubina