Aldo Potenza: “Il voto referendario ha offerto agli italiani la possibilità di esprimersi non solo in difesa della Costituzione, ma anche di esprimere la loro indignazione per le condizioni di vita che negli ultimi anni sono fortemente peggiorate per molti e migliorate per pochissimi“
GUBBIO – Il socialista Aldo Potenza ha rilasciato questa intervista alla nostra testata Cronaca Eugubina. Un’intervista in cui l’esponente socialista umbro analizza il risultato del recente Referendum costituzionale, la crisi di consenso dei partiti tradizionali, e “l’involuzione” della sinistra umbra un tempo in grado di rappresentare “una capacità di governo non allineata al pensiero dominante“, ma che ha successivamente rinunciato alla propria autonomia culturale e politica.
I Socialisti per il NO sono riusciti, insieme ad altri movimenti ed associazioni in tutta Italia, a portare avanti le proprie idee con coraggio e determinazione, ed a vincere una battaglia politica non facile. Direi un ottimo risultato anche in Umbria visto l’appoggio al SI del Partito Socialista Italiano e di altre forze politiche del Centrosinistra umbro. Nel nostro quadro politico regionale come analizza il risultato del referendum?
“Il risultato referendario è figlio di molte ragioni. – afferma Aldo Potenza – Basterebbe osservare che alle ultime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, in Italia si sono recati alle urne solo il 54% degli elettori, adesso invece si è registrata una affluenza di circa il 70%. I tentativi di attestarsi la vittoria del no da parte dei partiti o è un errore macroscopico o, come è più credibile, solo propaganda. Questa considerazione vale anche per chi crede di rappresentare il si. In realtà quando gli elettori devono scegliere di sostenere i partiti l’affluenza dei votanti scende di molto a dimostrazione dello scarso seguito che hanno gli attuali partiti.
Il voto referendario ha offerto agli italiani la possibilità di esprimersi non solo in difesa della Costituzione, ma anche di esprimere la loro indignazione per le condizioni di vita che negli ultimi anni sono fortemente peggiorate per molti e migliorate per pochissimi.
I poveri assoluti che hanno raggiunto quasi il 7,5% della popolazione; il ceto medio sempre più in difficoltà; i giovani (che nella stragrande maggioranza hanno votato no) tra occupazione precaria e mancanza di prospettive future, prima accusati di essere bamboccioni e ora addirittura invitati a levarsi dai piedi; la scuola bistrattata con la così detta buona scuola; la politica di precarizzazione del lavoro e molto altro ancora, hanno colto il referendum per fare sentire la loro protesta non premiando nessun partito, ma indicando il loro profondo disagio.
Questo è avvenuto anche in Umbria che non è stata mai una isola felice, ma un tempo c’era una sinistra che aveva l’orgoglio e l’ambizione di rappresentare una capacità di governo non allineata al pensiero dominante.
Oggi invece anche in Umbria c’è l’omologazione al pensiero dominante e la rinuncia alla propria autonomia culturale e politica, il risultato è che anche nella nostra regione le differenze fra le politiche di destra e sinistra si sono affievolite fino a non essere più chiaramente distinguibili. Il risultato l’abbiamo visto anche in questa occasione referendaria“.
Il lavoro svolto dai Socialisti per il NO ha sicuramente creato nuovi rapporti politici e personali, ritiene che questo progetto possa andare avanti con un respiro politico oppure l’esperienza si limita alla battaglia per il referendum costituzione?
“I socialisti del NO, anche in un recente ed affollato incontro romano a cui hanno partecipato molti compagni provenienti da quasi tutte le regioni d’Italia, hanno espresso all’unanimità la volontà di intessere stabili rapporti con le forze di sinistra riformista che hanno condiviso l’impegno referendario con noi. Ci attende il sostegno al referendum promosso dalla Cgil in tema di lavoro e lavoreremo perché non si disperda quella grande voglia di partecipazione che c’è stata in questa recente consultazione referendaria.
I socialisti del no lavoreranno anche per favorire la creazione di una forza che partendo dai principi non negoziabili del socialismo democratico, possa consentire la ricomposizione con quei compagni che si erano allontanati dal PSI, ma vada oltre il recinto identitario“.
Di Daniele Cavaleiro