“Rimane anche nel territorio di Gubbio la difficoltà di trovare lavoro in modo particolare per i giovani, per coloro che sono usciti dalle aziende e per soggetti deboli del mercato del lavoro. Si allarga la fascia dei cittadini e delle famiglie che rientrano nelle fasce di povertà“
GUBBIO – Pubblichiamo di seguito l’intervento del sindacalista della Cgil Alessandro Piergentili, che fotografa la situazione economica eugubina. Ne esce un quadro allarmante con redditi in calo del 5,6%, disoccupazione a 2.370 unità ed elevata disoccupazione giovanile.

Alessandro Piergentili della Cgil
L’intervento di Alessandro Piergentili
I recenti dati forniti dagli organi di informazione sulla base delle dichiarazioni dei redditi, riguardante il calo del 3,7% dei redditi 2.009/2.015 evidenzia in maniera plastica la situazione che ha vissuto l’Umbria e che tuttora vive, con una perdita di ricchezza di 873,4 milioni di euro. Infatti non ci sono segnali che fanno prevedere una inversione di tendenza sia sul fronte dei redditi che della occupazione.
Redditi in calo
Gubbio e i Comuni della Fascia Appannninica sono l’area dove la flessione è stata più alta ed è il territorio a maggiore impoverimento. Gubbio -5,6, Nocera Umbra -5,5, Costacciario -2,4, Fossato di Vico – 4,3, Gualdo Tadino -3,6, Sigillo – 4,9.

Palazzo dei Consoli
Effetti della recessione
Un tributo fortissimo pagato alla recessione che ha determinato il secco peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro per la quasi totalità degli Umbri e nella fattispecie per le popolazioni della fascia appenninica. Ciò dovuto alla diminuizione dei contribuenti, alla perdita di lavoro e alla diminuzione netta del reddito anche per chi ha ancora il lavoro (lavori poveri e precari).
Le stesse recenti procedure di cig ordinaria (cassintegrazione) presso la Colacem confermano la situazione di profonda crisi che sta vivendo il settore delle costruzioni con un impatto sul settore del cemento ancor più devastante che nei mesi precedenti, così fondamentale per la nostra realtà produttiva e che si appresta ad una forte riorganizzazione a livello nazionale a partire dai grandi gruppi.
La deflazione
La fase socio economica continua ad essere particolarmente preoccupante per il Paese. Il ritorno della deflazione è un pessimo segnale per l’economia del Paese, è la conferma, purtroppo, che la piccola ripresa, avviata nella prima metà del 2015, è già finita come evidenziano gli ultimi dati sull’inflazione diffusi dall’Istat. La deflazione in atto oltre a rimandare consumi e investimenti, aumenta il peso dei debiti pubblici e privati, un pericolo che negli ultimi anni è stato sottovalutato sia dal Governo che dal Parlamento.

Palazzo dei Consoli e Palazzo Pretorio visti da via Baldassini
Gli investimenti
Il dato sugli investimenti è esplicativo: “quelli privati sono diminuiti dal 2009 al 2015 del 30%, mentre quelli pubblici sono passati dai 56 ai 32 miliardi di euro annui”. Alcuni indicatori economici mantengono un trend negativo e sono sempre più numerosi coloro che perdono il lavoro sia per la chiusura di imprese che per processi di riorganizzazione aziendali.
I giovani eugubini
Rimane anche nel territorio di Gubbio la difficoltà di trovare lavoro in modo particolare per i giovani, per coloro che sono usciti dalle aziende e per soggetti deboli del mercato del lavoro. Si allarga la fascia dei cittadini e delle famiglie che rientrano nelle fasce di povertà.

Palazzo dei Consoli
Le cause della crisi
Le cause all’origine della crisi continuano ad agire indisturbate. Le istituzioni europee attraverso le politiche dell’austerità, ovvero rigore fiscale e svalutazione del lavoro, rischiano di aggravare la situazione. Serve a poco l’allentamento monetario della Bce. Senza una politica fiscale espansiva non è possibile creare nuova occupazione, nuovi redditi, nuovi investimenti, nuovi consumi.
E’ necessario, non negare la crisi, reagire e dare speranza, ed attraverso il dialogo e l’ascolto con chi resta in allerta sulla crisi (amministrazioni locali e forze sociali) individuare soluzioni diverse da quelle sino ad oggi adottate, valorizzando il confronto e le relazioni sociali. Il ritmo di crescita dell’Italia, è assai più modesto delle aspettative e, comunque, inferiore alla media dei principali paesi industrializzati ed europei.

Il sindacalista della Cgil Alessandro Piergentili
Patto territoriale
E’ necessario un patto territoriale tra tutti i soggetti sociali e istituzionali del territorio, che opportunamente in maniera compatta proponga un terreno di confronto e di proposte condivise, nei confronti della Regione, del Governo e un modello per accedere alle opportunità fornite dalle azioni della Comunità Europea. Come organizzazioni sindacali siamo disponibili anche ad azioni, concertate con le stesse amministrazioni Comunali.
Sono necessari interventi ed azioni dalle associazioni delle imprese, ad iniziare da Confindustria, per costruire opportunità di lavoro. E’ necessario che si adottino provvedimenti da parte della Regione che vanno nel senso di dare risposta al tema del lavoro che nella nostra Regione sta diventando l’obiettivo prioritario. Su questi temi ci deve essere un forte spirito unitario per dare certezze e speranza ai lavoratori e alle lavoratrici.
Comuni | Maschi | Femmine. | Disoccupati Totali | |
Gubbio | 1.155 | 1.215 | 2.370 | |
Gualdo Tadino | 710 | 672 | 1.382 | |
Fossato di Vico | 143 | 131 | 274 | |
Sigillo | 103 | 89 | 192 | |
Costacciaro | 56 | 53 | 109 | |
Scheggia Pascelupo | 57 | 59 | 116 | |
Tot.
—————- Totale disoccupati Alto Chiascio |
2.224
———— |
2.219
————– |
|
—————– 4.443 |
Comuni | Maschi | Femmine | Disoccupati Totali | |
Nocera Umbra | 266 | 264 | 530 | |
Valfabbrica | 131 | 109 | 240 |
Unità produttive e lavoratori coinvolti dalla Cig in deroga domiciliati nei Comuni del territorio alto Chiascio
Cig in deroga: lavoratori coinvolti: 870 – Unità produttive coinvolte: 178
Cig ordinaria: lavoratori coinvolti: 289 – Unità produttive coinvolte: 11
Cig straordinaria: lavoratori coinvolti: 165 – Unità produttive coinvolte: 3