E’ in corso una raccolta firme con l’obiettivo di sensibilizzare l’Amministrazione comunale sulle condizioni attuali della Zona industriale di Padule: mancano opere pubbliche e servizi essenziali.
Abbiamo sentito alcuni imprenditori e storici commercianti del posto: “Strade impercorribili e grosse buche, è necessario riqualificare tutto l’assetto viario. Non c’è stato uno sviluppo economico omogeneo in un’unica zona produttiva. Le potenzialità economiche della città non sono state tutte concentrate in un’unica area, ma disperse sul territorio tra varie zone artigianali e industriali

PADULE – Gli imprenditori, commercianti e artigiani della zona industriale di Padule da alcuni anni stanno chiedendo all’Amministrazione comunale e alle autorità competenti la totale riqualificazione dell’intera area industriale, a partire dall’accesso principale dalla statale 219 Pian d’Assino, al rifacimento del manto stradale, al potenziamento della pubblica illuminazione, fino alla toponomastica a cui si è fatto fronte recentemente, alla cura delle aree verdi, servizi e sicurezza.

Da qualche settimana è iniziata anche una raccolta firme che ha l’obiettivo di sensibilizzare la Pubblica Amministrazione su queste criticità, in modo tale che si possa intervenire subito per risolverle. Sarà dunque presentata in Comune una Petizione di firme raccolte in maniera spontanea.

Siamo stati a Padule e abbiamo raccolto le opinioni di alcuni imprenditori e artigiani, le cui considerazioni sono molto interessanti.

La toponomastica

Fino a qualche anno fa, la zona industriale di Padule non aveva toponomastica interna: ai corrieri, clienti e fornitori si davano indicazioni di massima sulla posizione delle aziende all’interno dell’area industriale.

Questo, fino a quando, l’imprenditore degli autotrasporti Pasquale Di Bacco parlò con il Comando della Polizia Locale, chiedendo l’intervento sul posto della pattuglia per verificare la situazione, anche in relazione alla sicurezza stradale degli incroci interni, privi di rotatorie e segnaletica stradale.

Venne a Padule per un sopralluogo il vice comandante Capitano Massimo Pannacci, e dopo un tempo ragionevole, fu realizzata la rotatoria provvisoria all’incrocio con via Valtiberina, che oggi necessiterebbe di essere ammodernata, installata la segnaletica verticale e disegnata sulle carreggiate quella orizzontale.

Successivamente, nel 2017, quando il Comune di Gubbio rinnovò la toponomastica a livello comunale, anche le traverse interne della zona industriale di Padule ebbero i loro nomi. Da allora sono passati sei anni e nessuna riaqualificazione è stata effettuata. Nel frattempo la zona industriale è cresciuta e sono state aperte e urbanizzate nuove zone.

Accesso dalla SS 219

Gli automobilisti e autotrasportatori che viaggiano lungo la statale 219 Pian d’Assino, che è la principale arteria viaria comunale, non trovano adeguate segnalazioni riferite alla zona industriale.

Alcuni imprenditori di Padule, spiegano che l’accesso alla zona industriale andrebbe completamente rinnovato, adeguatamente segnalato, anche con cartelli luminosi che siano visibili di notte per i Tir e mezzi pesanti che ogni giorno transitano lungo via degli Artigiani.

Lo sviluppo

Un imprenditore spiega: “Tutte le strade interne della zona industriale sono piene di buche, e la soluzione non è quella di chiuderle con quattro palate di catrame a presa rapida, visto alle prime piogge e con il passaggio dei camion, si riaprono tutte.

Le riparazioni non vanno fatte con pale e catrame, ma raschiando il vecchio asfalto e sostituendolo con quello nuovo. E’ innegabile che la zona industriale di Padule è abbandonata a se stessa, con i camion che sono costretti a fare lo slalom tra le buche per evitare danneggiamenti”.

Un commerciante storico della zona industriale aggiunge: “La strada interna è impraticabile, impercorribile, qui ci sono aziende importanti, che negli anni sono scresciute tanto e conseguentemente è aumentato anche il traffico. Così è difficile lavorare, serve un nuovo assetto viario per la zona industriale, quello attuale è superato. L’illuminazione è sicuramente scadente, da periferia urbana.

Il problema principale, a mio avviso, è che la zona industriale negli ultimi anni non è cresciuta come servizi, ne come sviluppo industriale complessivo perchè nel comune di Gubbio sono state create più zone artigianali, quindi tutte le potenzialità industriali della città non sono concentrate qui a Padule”.

Conclusioni

La situazione forse più critica è quella relativa a via Garfagnana, lungo la quale si affacciano gli ingressi di grandi aziende, completamente disseminata di buche e transitata giorno e notte da grossi camion e Tir carichi.

Da tempo si chiede invano la riqualificazione di questa via, soltanto venerdì 8 settembre alcuni operai comunali sono venuti a eseguire la chiusura delle buche con il catrame a presa rapida e terra pressata nelle buche più grandi.

Percorrendo le traverse interne, si notano aree verdi incolte e complessi industriali abbandonati e in vendita, cosa che rafforza la tesi di uno sviluppo non omogeneo negli anni della zona industriale di Padule, ma a strappi.

Un ultimo imprenditore dichiara: “La soluzione è un nuovo ‘piano regolatore’ pensato appositamente per la zona industriale, in modo tale da rilanciarla, dando la possibilità a tanti giovani artigiani e piccoli imprenditori di Gubbio, che hanno deciso di aprire le loro attività fuori del Comune di Gubbio, dove era più vantaggioso costruire un capannone industriale, di tornare a Gubbio in un tempo ragionevole.

Questo porterebbe nuovo slancio all’intera zona industriale di Padule, e consentirebbe di recuperare all’economia di questa città risorse lavorative e investimenti economici particolarmente importanti in un momento difficile come questo”.

L’ultima annotazione riguarda i servizi essenziali che una zona industriale dovrebbe offrire, e di cui invece è al momento completamente priva, a cominciare da aree ristoro e servizi igienici.

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Francesco Caparrucci