La signora Poveromo, titolare dell’omonima Azienda di Cantiano, racconta una produzione artigianale vecchia di generazioni. La distribuzione a medio raggio a Pesaro e Fano.
“La nostra è una produzione artigianale, un hobby che coltiviamo dopo il lavoro quindi non si parla di grandi volumi, cerchiamo così di rispettare l’antica tradizione sia per l’amarena che per le marmellate a parte ovviamente che per le caratteristiche di sicurezza“.
CANTIANO – Con una frase tratta dal libro di Mogol “le ciliegie e le amarene” il paese si colora di arte e poesia.
Dopo la riqualificazione dell’Archetto di via Tumiati, ribattezzato appunto “archetto amarena” ora il frutto che da secoli è un’eccellenza cantianese è di nuovo protagonista indiscusso del paese comparendo sulla scalinata adiacente all’arco.
Un angolo tutto dedicato al ciliegio aspro che da secoli compare in particolar modo sulle tavole del comune. I lavori sono stati effettuati da artigiani locali e il tocco artistico è di Alberto Capponi.
“Un lavoro di Giunta – ci informa l’assessore Filippo Gentilotti – che andrà completato con l’installazione di illuminazione e un pannello espositivo con una descrizione di questa tipicità”.
È ormai noto ai più che a Cantiano cresce quest’albero i cui frutti sono particolarmente indicati per la preparazione di marmellate, vini, liquori e bevande. Non a caso i produttori locali sono diversi e lavorano sia al dettaglio che all’ingrosso. Abbiamo sentito uno di loro per capire come si lavora il prodotto e i diversi passaggi che lo hanno reso famoso.
Paola Poveromo che gestisce insieme al marito l’azienda agricola che porta il suo nome ci svela i segreti di questa leccornia.
“Ho voluto mantenere la ricetta originale di mia nonna. – ci racconta – La nostra è una produzione artigianale, un hobby che coltiviamo dopo il lavoro quindi non si parla di grandi volumi, cerchiamo così di rispettare l’antica tradizione sia per l’amarena che per le marmellate a parte ovviamente che per le caratteristiche di sicurezza.
I nostri ingredienti sono essenzialmente due: frutta e zucchero, considerato che il limone è già compreso nella prima. La distribuzione è a medio raggio: abbiamo rivenditori a Pesaro e Fano, ma cerchiamo di selezionarli accuratamente”.
Il carovita incide comunque sulle materie prime.
“Sicuramente c’è più difficoltà nella produzione per l’acquisto del quantitativo dei materiali che nel nostro caso sono piccoli lotti a differenza di un’industria e chiaramente l’aumento del costo dell’energia elettrica incide di più. Abbiamo dei macchinari che ci permettono di rispettare ogni norma richiesta e di ottimizzare il lavoro. La novità di quest’anno è il vino di more”.
Serena Agostinelli