A Gubbio divennero modi dire, le frasi tra amici “Ci vediamo giù ‘l semaforo“. Tra gli anni ’50 e gli anni ’60 ne vennero installati tre: uno in Piazza 40 Martiri, gli altri due in Via del Teatro Romano e zona San Pietro, poi rimossi.
Un Vigile Urbano dell’epoca racconta di essersi sentito rispondere da cittadini che erano passati con il rosso: “sono daltonico”,   “vado di corsa all’Ospedale ho un familiare in fin vita”, “ero sovrappensiero non mi sono accorto che era rosso”,  “perdo il pullman per Perugia” ecc… 

Il semaforo in piazza Quaranta Martiri

GUBBIO – Non si è accorto quasi nessuno, eppure era li da più di 70 anni, silenzioso, attento, e corretto nello svolgere il suo lavoro, e poi quante volte, ci siamo detti “Allora ci vediamo stasera? Dove? Giù il semaforo”.

Già parlo proprio di lui, naturalmente del semaforo di Piazza 40 Martiri, che, dopo aver svolto per molti decenni una onorata carriera, ci ha abbandonato. Eppure chi di noi non lo ricorda, chi non ha dovuto rispettare le sue regole, i suoi tempi, impassibile di fronti a tutti potevi aver un carro trainato da cavalli o una Ferrari, quante volte abbiamo sbuffato per quel rosso che ci costringeva ad aspettare qualche minuto, oppure, quante sgassate per passare frettolosamente con il giallo evitando e neanche sempre  il rosso.

Nel mondo, il primo semaforo entrò in funzione il 5 agosto 1914 a Cleveland negli USA, aveva solo due colori rosso e verde, l’introduzione del giallo avvenne nel 1920. In Italia il primo semaforo fu installato il 1° aprile del 1925 a Milano ma non era un pesce d’aprile

Gubbio subito dopo la Guerra 

A Gubbio il primo semaforo arriva negli anni ’50, è unico posizionato al centro rispetto all’incrocio di Piazza 40 Martiri ed è sostenuto da diversi cavi, sono gli anni in cui anche la nostra città sta passando, lentamente da un traffico di veicoli a trazione animale, a quello motorizzato, il traffico non è molto sostenuto, si possono incrociare tranquillamente al semaforo, carri trainati da animali, biciclette, motociclette e qualche macchina, il semaforo è accettato come un accessorio indispensabile, la popolazione si adegua alle nuove tecnologie.

Accetta e rispetta i tempi di attesa, in maniera tranquilla, e paziente, singolare e spassoso è il racconto di un vecchio vigile in merito a quel tempo, negli anni ’60 circa, che, ricordando un biroccio trainato da buoi con un carico di fieno molto ingombrante in altezza il vigile si rivolse al contadino seduto sopra, indicandogli con il dito il semaforo di colore rosso, e con tranquillità il contadino rispose “non si preoccupi non tocco”.

Gubbio città oggi 

Negli anni ’80 compare l’esigenza di organizzare meglio il traffico in Piazza 40 Martiri e ciò spinge l’Amministrazione comunale alla sostituzione del semaforo unico con l’installazione di più semafori, e precisamente quello con la lanterna contenenti le tre luci disposte in verticale, montata su pali di metallo ai 4 angoli dell’incrocio.

Inoltre vengono installati altri semafori, nella zona di San Pietro, in via del Teatro Romano, ma ben presto vengono tolti. Sono gli anni in cui e ormai ben presente nei nostri  stati d’animo “Il logorio della vita moderna”, come ricordava una pubblicità televisiva degli anni ’70, e allora l’attesa al semaforo inizia a diventare insofferente per cui  basta poco per scatenare la rabbia degli automobilisti.

Chi era in prima fila in attesa, doveva essere pronto a scattare come un pilota di Formula 1 all’apparire del colore  verde, per non subire naturalmente epiteti poco piacevoli o battute come quella di cui sono stato testimone: un automobilista non proprio giovane, ebbe la sfortuna di trovarsi con il motore spento proprio con il verde: oltre ai vari colpi di clacson fu cosi apostrofato “Vecchio a Roma ‘nte  daono la patente manco pel carrettino a mano”.

Comando Polizia Locale di Gubbio

Aspettare con il rosso per molti diventa un tempo lungo e insopportabile, e tanti approfittavano dell’assenza dei Vigili Urbani per compiere una infrazione, passare lo stesso, non sempre però erano fortunati, e i Vigili raccontano che, qualche automobilista colto in fragranza di reato, per evitare la multa si fosse giustificato: “sono daltonico”,   “vado di corsa all’Ospedale ho un familiare in fin vita”, “ero sovrappensiero non mi sono accorto che era rosso”,  “perdo il pullman per Perugia” ecc… 

Oggi questi problemi non esistono più, perché anche la nostra città per evitare la congestione del traffico, e l’inquinamento prodotto dalle auto, ha sostituito i semafori con le ormai famose rotatorie belle, eleganti, molto curate, moderne, che assolvono la funzione di moderazione e snellimento del traffico nell’unico punto d’ingresso e così i semafori lentamente sono andati tutti in pensione.

Da noi ne rimane uno poco ingombrante e poco impegnativo, che comunque assolve a testimonianza del suo passato glorioso, posizionato nella zona di Santa Lucia, proprio la dove i Vigili hanno la loro sede, scelta sembrerebbe, proprio per stare vicino al semaforo, che forse è stato per la Polizia Municipale un collega di tanti ricordi, avventure e curiosità.

Massimo Fiorucci