Ristori e indennizzi sui cali di fatturato dal 30 al 50% sembrano essere spariti dall’agenda del Governo. All’approccio politico al problema di Giuseppe Conte si è sostituito quello tecnico di Mario Draghi. Intanto le attività locali annaspano e molti titolari, per mancanza di liquidità, sono dovuti ricorrere ai risparmi personali per tirare avanti i negozi

Cronaca Eugubina n. 213 (anteprima copertina)

GUBBIO – La situazione economica nazionale e locale è molto difficile, l’emergenza sanitaria ha prodotto una grave crisi economica e sociale che ci vorranno anni per rimarginare.

Soprattutto a Gubbio, nelle tre settimane di zona rossa, la sensazione è che il commercio si sia fermato, con tante attività e negozi che non riescono più a lavorare nonostante la tassazione e i contributi continuino a decorrere come se niente fosse.

La zona rossa

Nei giorni di febbraio, caratterizzati da nuove chiusure e difficoltà economiche per imprese attività e partite Iva, ma in generale per tutti i lavoratori e le lavoratrici, con la provincia di Perugia che viene da tre settimane di zona rossa (oggi arancione rafforzato), abbiamo raccolto le opinioni degli imprenditori e titolari di attività di Gubbio.

Questo è quanto possiamo riassumere: chi lavora è logorato dal continuo tira e molla di chiusure e aperture, inoltre si devono fare i conti con le tasse e i contributi che non sono stati ne annullati ne differiti nel tempo dallo Stato.

Parlano i commercianti eugubini 

A fronte dei nostri negozi chiusi per la zona rossa, la tassazione e i contributi hanno continuato a decorrere come se tutto fosse normale.spiegano i commercianti eugubiniQuesta situazione paradossale ha privato molti di noi della pur residua liquidità, tanto che siamo dovuti ricorrere ai risparmi personali. Per quanto tempo ancora reggeremo così prima di chiudere definitivamente le attività?”.

Con il nuovo Governo, sembrano essere passati in secondo piano i ristori nazionali e per economie locali in zona rossa particolarmente in sofferenza.

Da Conte a Draghi: il nuovo tecnicismo 

All’approccio politico al problema di Giuseppe Conte, si è sostituito quello tecnico di Mario Draghi, che al momento in cui scriviamo non si è pronunciato ancora in maniera chiara.

Noi crediamo che, dal momento che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, si debba dare a tutte le imprese, a tutte le attività, a tutti i lavoratori e le lavoratrici italiani la possibilità di agganciare la ripresa economica.

Saranno poi il mercato e il mondo del lavoro a fare selezione tra le aziende e le attività virtuose, e quelle destinate a scomparire perché travolte dalla crisi economica.

Cronaca Eugubina n.213: https://www.yumpu.com/xx/document/read/65321585/cronaca-eugubina-n213

Francesco Caparrucci