Biancarelli: “In questa immagine della mattina del 1º giugno 2015, esattamente cinque anni fa, sono ritratto insieme ai giovani del nostro movimento – coloro che ancora oggi sono “sempre dalla stessa parte” – mentre festeggiamo la “nostra” elezione nell’Assemblea Legislativa, coronando la battaglia dei piccoli David nei confronti del gigante Golia

GUBBIO – Ho motivo molto fondato di ritenere che, se non fossi stato estromesso dal Consiglio regionale dell’Umbria nel modo che tutti conosciamo, almeno in parte l’ultima legislatura non si sarebbe conclusa così ingloriosamente, con la successione dei fatti che hanno portato alle clamorose dimissioni della Presidente.

E che oggi, la questione dell’incenerimento dei rifiuti, che drammaticamente incombe sulla Città di Gubbio, non sarebbe a questo punto.

Nei mesi del mio breve mandato amministrativo mi ero distinto per aver messo mano – con energia e ampia risonanza – alla riduzione degli odiosi privilegi della politica, per aver opposto una strenua resistenza all’incenerimento che già allora incombeva – fui l’unico dell’Assemblea a votare contro nonostante le numerose insistenze – e per aver fatto approvare in tempi rapidissimi da Presidente di Commissione il piano regionale dei trasporti che giaceva impolverato – come il piano dei rifiuti, del resto – da tempo immemore, e nel quale riuscii a strappare l’impegno solenne, consacrato con tanto di delibera, ad inserire la variante ferroviaria, proposta veramente rivoluzionaria per il nostro sistema di mobilità; impegno subito cancellato dopo la mia esclusione.

Rispetto la sentenza che mi ha estromesso, ma sono assolutamente certo della sua ingiustizia, maturata dopo che gli uffici regionali al più alto livello – e che più di tutti conoscevano la legge elettorale – avevano stabilito la regolarità della mia elezione, confermata poi dalla Corte d’Appello e rimessa in discussione a Roma dal Consiglio di Stato che pure, in prima battuta, aveva immediatamente riconosciuto l’incongruenza dell’esclusione accogliendo la mia richiesta di misure cautelari, fattispecie abbastanza rara in giurisprudenza.

I Liberi e Democratici di Gubbio – dopo che in tutti i modi mi avevano chiesto di candidarmi ancora una volta, sarebbe stata la sesta, al Consiglio comunale di Gubbio nelle ultime consultazioni, e dopo aver espresso un lusinghiero giudizio sul mio operato amministrativo – la sera del 24 settembre 2019 hanno deciso, per due soli voti di scarto e senza nessuna motivazione esplicita, di non ricandidarmi in Regione, sostituendomi con persona che non si era mai candidata a nulla, senza nessuna esperienza politica e amministrativa degli Enti locali, semplice o complessa che sia, e che di recente, su questione altamente urgente e importante per Gubbio, ha ritenuto di astenersi, in un momento drammaticamente decisivo all’inizio del lockdown e proprio mentre si preparavano gli atti per bruciare i rifiuti, su un documento che ribadiva piena fiducia al Sindaco e il no assoluto all’incenerimento.

In questa immagine della mattina del 1º giugno 2015, esattamente cinque anni fa, sono ritratto insieme ai giovani del nostro movimento – coloro che ancora oggi sono “sempre dalla stessa parte” – mentre festeggiamo la “nostra” elezione nell’Assemblea Legislativa, coronando la battaglia dei piccoli David nei confronti del gigante Golia.

Giuseppe Biancarelli