I pacchi viveri distribuiti sono stati 555; di questi, 170 sono stati consegnati a casa di chi non aveva la possibilità di spostarsi. Uno dei motivi della scelta della collaborazione è stata proprio l’abilitazione della Croce Rossa a muoversi sul territorio con i suoi volontari. Le famiglie beneficiate sono state 176; di queste ben 70 non erano conosciute prima dell’inizio dell’emergenza

GUBBIO – Fin dalle prime settimane dell’emergenza Covid-19 la Caritas diocesana di Gubbio e il Comitato eugubino della Croce Rossa italiana hanno scelto di collaborare per rispondere in modo più coordinato ed efficace ai bisogni di tipo alimentare delle famiglie in difficoltà presenti nel territorio eugubino e, in alcuni casi, anche in quelli dei comuni di Scheggia e Pascelupo e Costacciaro.

Questa, come era facilmente prevedibile, è stata la prima emergenza della cosiddetta Fase 1 e ha colpito le persone più fragili dal punto di vista lavorativo: disoccupati, piccoli ambulanti, lavoratori a chiamata del settore alberghiero e della ristorazione, collaboratrici domestiche e assistenti familiari, lavoratori saltuari quasi sempre in nero.

Croce Rossa Comitato di Gubbio (foto Fernando Sebastiani)

Tutte categorie in molti casi già alle prese con le ristrettezze dovute a redditi molto bassi o pressoché inesistenti. A ciò si è aggiunto il fatto che, in diversi casi, non è stato possibile l’accesso agli ammortizzatori sociali o, quando assegnati, sono arrivati con grande ritardo. Per tante famiglie i buoni spesa comunali sono stati un sollievo, anche se con il limite di essere un sussidio “una tantum”.

La distribuzione del cibo frutto della collaborazione tra Caritas e Cri è avvenuta ogni sabato mattina in località Cipolleto, presso la sede della Croce Rossa che già in precedenza era un punto di riferimento per molte famiglie con questo tipo di bisogno.

In magazzino, nel periodo che va dall’inizio del lockdown a metà maggio, sono arrivati 13.000 chilogrammi di prodotti: generi alimentari a lunga conservazione, ortofrutta, prodotti per l’igiene personale e per l’infanzia.

Tutto ciò è venuto dal Banco alimentare dell’Umbria, dalla raccolta permanente presso alcuni supermercati (quattro punti vendita Conad, Coop e Emi), da donazioni di singole persone, gruppi di cittadini e aziende, e da acquisti fatti dalla Caritas diocesana e dalla Croce Rossa che, ogni settimana, hanno integrato il magazzino con i prodotti di volta in volta più carenti.

I pacchi viveri distribuiti sono stati 555; di questi, 170 sono stati consegnati a casa di chi non aveva la possibilità di spostarsi. Uno dei motivi della scelta della collaborazione è stata proprio l’abilitazione della Croce Rossa a muoversi sul territorio con i suoi volontari. Le famiglie beneficiate sono state 176; di queste ben 70 non erano conosciute prima dell’inizio dell’emergenza.

Intervista a Giuseppe Carbone 

Il coordinatore del Centro di ascolto della Caritas diocesana di Gubbio, Giuseppe Carbone, fornisce un quadro dettagliato della situazione economico sociale nella nostra città, e delle difficoltà che l’emergenza sanitaria degli ultimi mesi ha acuito, soprattutto con riferimento ai nuclei familiari.

A Cronaca Eugubina, Carbone parla di “nuova povertà” che “riguarda persone nuove, che non si erano mai rivolte ai nostri servizi, come tanti lavoratori stagionali, non in regola o del settore ristorazione e turismo”.

“Nei mesi di marzo e aprile la Caritas ha erogato circa 16.000 euro in contributi economici che abbiamo ricevuto grazie a donazioni liberali e all’ 8 x 1000. Per il mese di maggio abbiamo inoltrato 6.300 euro in contributi economici per l’aiuto nelle bollette, spesa, affitto e medicine.

Gubbio durante i giorni dell’emergenza Coronavirus

L’emergenza attuale necessita di ulteriori strumenti da mettere in campo, per tale motivo cerchiamo di fare delle eccezioni e venire incontro a tutti i bisogni, ma in pochi mesi abbiamo ricevuto un incremento del 30% delle domande ai sussidi, si è creata una nuova povertà, per tale motivo abbiamo messo in campo ulteriori misure.

Questa nuova povertà riguarda persone nuove, che non si erano mai rivolte ai nostri servizi, come tanti lavoratori stagionali o del settore ristorazione e turismo.

Vorrei sottolineare che in questi mesi di emergenza la Caritas è rimasta sempre aperta con il Centro ascolto gestito da un solo operatore per ragioni di sicurezza, abbiamo incontrato più di 200 persone fra marzo e aprile e 130 nel mese di maggio che abbiamo aiutato nel pagamento delle bollette, affitto, spesa”.

Francesco Caparrucci Fotografie Cronaca Eugubina