Si tratta di una storia avvincente delle acconciature, della cura del corpo e dell’estetica ai tempi dell’antica Roma, a partire dall’introduzione, nella Città Eterna, del primo barbiere, condottovi, secondo la tradizione, da Publio Ticinio Mena nel 299 a.C. 

“Barba capillique”

GUBBIO – A due anni dall’uscita dell’ “Erbario dialettale umbro-eugubino”, che ha riscosso un entusiasmante successo, e di altre opere ancora, tutte autoprodotte, da “Ghigliottina, il lato tagliente della storia” fino a “L’enigma di Paoluccio Anafesto, il Doge pioniere della Serenissima”, ho recentemente portato a termine un’altra opera dal titolo “Barba capillique”: barba e capelli, traducendo dal latino, ovvero, l’esortazione-richiesta di prammatica, almeno un tempo, da parte dei clienti nelle botteghe dei barbieri.

Si tratta di una storia avvincente delle acconciature, della cura del corpo e dell’estetica ai tempi dell’antica Roma, a partire dall’introduzione, nella Città Eterna, del primo barbiere, condottovi, secondo la tradizione, da Publio Ticinio Mena nel 299 a.C.

Profumi, arnesi e ferri del mestiere, mode, tagli varianti nel tempo, versi dei poeti che, fin da allora, facevano satira in maniera anche assai mordace su certe acconciature e certi gusti, da Orazio a Marziale. Una ricognizione per capire come il moderno senso estetico, finanche le mode, oramai certamente troppo invasive e pervasive, hanno una nobile radice nel mondo classico.

Luca Baldelli

Radice”: una parola chiave, che rispecchia pianamente il senso della ricerca che mi ha condotto per le vie ed i sentieri arcani, spesso misteriosi, della botanica, della farmacopea, di ancestrali saperi ermetici, di usanze e riti già con l’ “Erbario”, un insieme di descrizioni di 60 tra erbe, alberi, fiori, funghi, con foto a colori tratte, in parte, dai magnifici erbari di Basilius Besler e di altri studiosi (primo tra tutti Castore Durante, al quale l’opera è dedicata) che nei secoli hanno trasmesso la viva fiamma del sapere su queste tematiche, eroici tedofori di cultura e conoscenza non solo teorica, ma anche pratica.

Siamo, in larga parte, se non in toto, come il passato e la tradizione ci hanno forgiato, anche se, in un mondo votato all’effimero, quasi mai ce ne accorgiamo.

Il tributo agli avi, ai loro saperi, alle loro pratiche millenarie, alla loro sensibilità ed ai loro gusti, diventa allora il leitmotiv, nell’ ”Erbario dialettale umbro-eugubino” così come in “Barba capillique”, per comprendere meglio noi stessi ed il nostro presente, come solo può fare il riferimento e l’ancoraggio al passato.

Luca Baldelli