Lucio Lisarelli, definito dal giornalista eugubino Giampiero Bedini “l’acrobata della speranza”, ha ricevuto premi dal Lions Club Gubbio e dal Rotary Club Gubbio, dall’AIDO (Associazione italiana per la donazione di organi) regionale, mentre il Lambretta Club Italia gli ha dedicato la copertina del giornale

Lucio Lisarelli sul Bottaccione

GUBBIO – “Non si smette perché si ha paura e si è vecchi, ma si invecchia se si ha paura e si smette“.

Questo lo spirito con il quale Lucio Lisarelli, con il pettorale 260 sulla maglietta rossa, ha partecipato nelle scorse settimane alla Policlinic Run (I trapianti corrono. Corri per i trapianti) a Milano, una corsa di 8 km e una camminata di 4 km, con migliaia di partecipanti da tutta Italia per la maggior parte trapiantati.

Lucio Lisarelli (77enne eugubino) ha scelto la camminata di 4 km, che ha percorso in 45 minuti circa, assieme ad altri trapiantati. La fotografia di copertina che pubblichiamo in questo articolo lo ritrae proprio durante la camminata milanese.

Si è trattato di una manifestazione sportiva di caratura nazionale, un’iniziativa della Fondazione Trapianti onlus Aido Milano, con il patrocinio della Regione Lombardia, del Comune di Milano, di Aned, Diamo il meglio di noi, Fondazione Cariplo e Opi.

Lucio Lisarelli

Lucio Lisarelli ha partecipato alla manifestazione sportiva indossando una fascia antisudore con su scritto “Che fegato!“, il motto che lo contraddistingue da dopo il trapianto di fegato del 1996, che, come più volte ha affermato Lisarelli, gli ha ridato la vita.

Era la notte di Natale del 1996 – raccontò in una precedente intervista a Cronaca Eugubina Lucio Lisarelli – ero già stato chiamato per un trapianto in precedenza, ma non fu più eseguito per via delle condizioni non ottimali del fegato che mi avrebbero impiantato.

Quella sera mentre parlavamo in televisione dei trapianti, ho ricevuto la chiamata dell’Ospedale Maggiore di Milano, il cui centro trapianti è diretto dal Dott. Giorgio Rossi, con il dottore che mi disse se riuscivo ad essere lì in 4 ore che mi avrebbero fatto il trapianto. Mi hanno operato alle 22 di sera con l’intervento che durò 15 ore”.

Un aspetto importante che ha aiutato Lisarelli in questo percorso e nel riprendere in mano la propria vita è stata la motivazione: “Ero motivatissimo nel fare questa cosa, come dico sempre il miglior antirigetto è qualche sana pazzia che ci mantiene vivi, ho fatto diversi incontri nelle scuole assieme al Dottor Teseo Lazzarini”.

Lucio Lisarelli “Che fegato!”

A Gubbio è conosciuto per la sua grande passione per la motocicletta e Lambretta con le quali fa le sue sane pazzie”. 

E’ una passione che ho da quando ero bambino, soprattutto ho un rapporto speciale con la Lambretta, poi ho fatto diverse volte il tratto Gubbio-Madonna della Cima senza avere le mani sul manubrio, ogni anno con delle magliette particolari e la rivista Motosprint ha fatto degli articoli su di me”.

Il trapianto – concluse Lucio Lisarelli – va affrontato con la piena coscienza di quello che si va a fare, bisogna avere la giusta motivazione così si può tornare alla vita normale, anzi spericolata come la mia”.

Gli anni dopo il trapianto del 1996, sono stati per Lucio Lisarelli anni di testimonianza nelle scuole e di esibizioni con la Lambretta. Ha partecipato ad incontri nelle scuole eugubine e territoriali, a Spoleto e Città di Castello assieme a professori di fama nazionale.

In occasione della Policlinic Run a Milano, Lisarelli è stato intervistato dalla giornalista Virginia Alessio per la rivista “Blister” storie dal Policlinico per curare l’attesa. Due pagine di buon giornalismo in cui Lisarelli ha raccontato “le prime sue due vite“, quella prima del trapianto e quella successiva al trapianto.

Lisarelli, definito dal giornalista eugubino Giampiero Bedini l’acrobata della speranza, ha ricevuto premi dal Lions Club Gubbio e dal Rotary Club Gubbio, dall’AIDO (Associazione italiana per la donazione di organi) regionale, mentre il Lambretta Club Italia gli ha dedicato la copertina del giornale.

Francesco Caparrucci