In tutto questo si colloca un incontro particolare, e per alcuni aspetti straordinario, tra il concittadino Lamberto Marchetti e colui che verrà insignito del Premio Nobel, Luigi Pirandello, con l’impegno del primo teso a far liberare il figlio dello scrittore, Stefano, da un campo di prigionia nemico
Giuseppe Severini: “Sono stati 723 i caduti eugubini nella Grande Guerra, un numero elevato perché credo che la popolazione allora era di 25.000 abitanti

La presentazione del libro “Gubbio nell’Italia della Grande Guerra “

GUBBIO – E’ stato presentato questo pomeriggio (sabato 30 marzo), presso l‘ex Refettorio del Convento di San Francesco, il libro di Maria Vittoria Ambrogi e Giambaldo Belardi initiolato “Gubbio nell’Italia della Grande Guerra“.

Alla presentazione, moderata dallo scrittore e giornalista Giacomo Marinelli Andreoli, sono intervenuti oltre agli autori, il sindaco Filippo Stirati, il presidente di sezione del Consiglio di Stato Giuseppe Severini, il docente dell’Università di Perugia Paolo Belardi e l’avvocato Marco Marchetti ed era presente, tra gli altri, il prsidente della Famiglia dei Muratori Fabio Mariani.

Giambaldo Belardi e Maria Vittoria Ambrogiha esordito Stiratihanno sempre profuso un impegno determinato e tenace che ha prodotto delle ricerche di grandissimo interesse, che hanno arricchito la nostra sensibilità e il nostro senso di appartenenza alla città. Queste pagine riportano la storia delle persone più semplici, di coloro che hanno dato un tributo doloroso, ma che ci regalano istantanee che illuminano certi contesti.

“Gubbio nell’Italia della Grande Guerra”

E’ un modo notevole di chiudere questa fase dedicata alla Grande Guerra che ha arricchito le nostre conoscenze di bellissime ricostruzioni che rendono la nostra comunità più consapevole di uno spaccato importante della nostra città“.

Ambrogi e Belardi sono studiosi appassionati del loro territorio, e autori di numerose ricerche storiche e pubblicazioni numerose che toccano vari argomenti.

Dagli studi antesignani sul percorso francescano Assisi-Gubbio, sfociati poi in un una guida e un video, ancora visibili in internet, fino al progetto “La Strada europea della pace Lubecca-Roma”, molto apprezzato dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, presentato a Strasburgo perché venisse riconosciuto come Itinerario culturale europeo.

Dagli studi sul riferimento di Borromini riguardo alla Chiesa della Madonna del Prato di Gubbio fino alle analisi storiche sulla città tra Ottocento e Novecento sotto l’aspetto socio-economico e politico.

I relatori

Nel 2000 i due autori hanno presentato a Buenos Aires, insieme a Giancarlo Sollevanti, il libro “Arturo Frondizi-Le radici eugubine la vita l’impegno in terra argentina“, tradotto in Castigliano dalla Dante Alighieri e dalla Fondazione Arturo Frondizi.

Il nuovo libro “Gubbio nell’Italia della Grande Guerra” analizza nella prima parte gli aspetti politici, socio-culturali della città, con uomini, laici ed ecclesiastici, di grande caratura che ne sono protagonisti.

Si passa poi al periodo della guerra che ha coinvolto in maniera molto consistente i giovani catapultati da una vita povera, ma serena e tranquilla, in un indicibile cataclisma intriso di terrore e di sangue, confortati nei momenti più difficili dalla grande fiducia nella protezione di Sant’Ubaldo, Patrono della città.

Ne danno testimonianza le numerose lettere pervenute dal fronte. In tutto questo si colloca un incontro particolare, e per alcuni aspetti straordinario, tra il concittadino Lamberto Marchetti e colui che verrà insignito del Premio Nobel, Luigi Pirandello, con l’impegno del primo teso a far liberare il figlio dello scrittore, Stefano, da un campo di prigionia nemico.

Gubbio si fregia di figurare nel titolo di un’opera significativa di Pirandello, “Quaderni di Serafino Gubbio operatore“, come prova di un interesse e ammirazione per la città, per la sua capacità evocativa di valori e di storia.

Giambaldo Belardi, in merito a questo rapporto, durante la presentazione ha raccontato: “Quello che è interessante è che Luigi Pirandello era amico di Lamberto Marchetti, ma l’aspetto più importante è che durante questo periodo ha scritto un libro che aveva come protagonista Serafino Gubbio, scelse questo nome perché Serafino è San Francesco, che da Dante era stato considerato serafico, e Gubbio perché è la seconda patria di San Francesco“.

È difficile trovare in Italiaha affermato Giuseppe Severiniuna città densa di storia come Gubbio. Sono rimasto commosso quando ho visto i Ceri al Pian dei Salesei, ho pensato che una testimonianza come questa era frutto di un estro che soltanto a Gubbio poteva nascere. Sono stati 723 i caduti eugubini nella Grande Guerra, un numero elevato perché credo che la popolazione allora era di 25.000 abitanti.

Questo è un libro ricco e complesso perché è composto di varie parti che quando si leggono sembrano i pezzi di un mosaico. Quello che colpisce è il coinvolgimento delle persone, è un’antologia straordinaria di eventi e personaggi della città“.

Paolo Belardi, invece, si sofferma sulle ricerche che ha svolto in merito ai Ceri sul Col di Lana: “Penso che bisognerebbe fare un film su questa storia e su questa ricerca sul Col di Lana.

Si svolse la Festa dei Ceri del 1915, ma gli eugubini noostante fossero in guerra pensavano a svolgere la Festa nel 1916, La scienza serve anche a dare una mano all’umanità, e abbiamo svolto una ricerca per risalire alla grandezza dei Ceri sul Col di Lana, attraverso la tecnica della prospettiva inversa, che erano tutti e tre della stessa misura, ma più piccoli di quelli che abbiamo a Gubbio“.

L’avvocato Marco Marchetti è intervenuto soffermandosi su come Curzio Malaparte descrisse in maniera molto positiva all’epoca gli eugubini, mentre l’autrice Maria Vittoria Ambrogi si è concentrata sul ruolo delle donne durante la Grande Guerra perché “hanno avuto un ruolo importante, si sono dovute sostituire all’uomo che era andato al fronte, si sono rimboccate le maniche e hanno iniziato a svolgere ruoli prettamente maschili. Correvano rischi grandissimi per lo sforzo immane che dovevano sostenere“.

Ilaria Stirati – Fotografie Cronaca Eugubina