Il Vescovo Luciano: “E’ stato un anno importante, tanto intenso, sicuramente molto positivo. Devo dire che l’accoglienza da parte di tutti e a tutti i livelli mi ha aiutato tantissimo. Un’accoglienza molto ampia, ma anche molto semplice e familiare, che mi è stata molto di aiuto

La Messa per la ricorrenza di San Francesco di Sales

GUBBIO – Questo pomeriggio (giovedì 24 gennaio), presso il Seminario diocesano di via Perugina, il Vescovo Luciano Paolucci Bedini ha celebrato una funzione religiosa in occasione della ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono degli operatori della comunicazione, a margine della quale rivolgendosi alla stampa locale ha tracciato un bilancio del suo primo anno di episcopato a Gubbio e ha dato uno sguardo su quello che sarà il suo 2019.

E’ stato un annoha esordito il Vescovo Luciano che a malapena è bastato per conoscere la realtà perché le cose sono tante, però è stato un anno importante per entrare, per conosere le varie dimensioni di questo nuovo Ministero perché non c’era solo il problema di incontrare una nuova Chiesa e una nuova realtà civile, ma anche entrare in un Ministero che non avevo mai esercitato. 

Quindi è stato un anno importante, tanto intenso e sicuramente molto positivo. Devo dire che l’accoglienza da parte di tutti e a tutti i livelli mi ha aiutato tantissimo.

Il Vescovo Luciano Paolucci Bedini

E’ stata un’accoglienza molto ampia, ma anche molto semplice e familiare, che mi è stata di aiuto, perché vengo comunque da una regione che per certi versi è una famiglia semplice. Passato un anno sento sicuramente la gioia, ma anche la più chiara responsabilità per quello che mi è stato affidato come impegno.

Dal punto di vista ecclesiale, per me questa è una bella sfida perché ho trovato una Chiesa che pur piccola nelle sue dimensioni numeriche, ha tanti punti di vivacità e una storia ricca. E’ una grande sfida perché comunque siamo in una situazione di debolezza a livello di Chiesa, non solo a livello eugubino.

La debolezza ecclesiale è legata in primis alla fatica che stanno facendo i preti, noi siamo sotto organico rispetto a quelle che potrebbero essere tutte le comunità in cui è divisa la Diocesi di Gubbio e non c’è un ricambio, una prospettiva così sicura e ampia. Il secondo punto di debolezza è che stiamo passando da un Cristianesimo popolare ad un Cristianesimo che ha bisogno di confrontarsi con la modernità, che ha orizzonti più ampi e delle prospettive che vanno molto oltre l’esperienza classica. Siamo ancora nel passaggio ed è la fase più delicata.

Il Vescovo si rivolge alla stampa locale

Altri punti di debolezza li vedo anche nella situazione delle famiglie perché oggi sono meno legate alle tradizioni della Chiesa e poi nella situazione dei giovani perché stanno attraversando un momento per cui molte cose sono più difficili anche nel mondo del lavoro. Vedo che come Diocesi di Gubbio facciamo fatica a coinvolgere la fascia giovanile e proporci come interlocutori credibili e significativi per i giovani. 

Di molto positivo in questo anno ho conosciuto tantissime realtà più o meno organizzate che hanno una particolare vivacità se penso a tutte le realtà di volontariato, solidarietà e vicinanza ai paesi lontani o ai più bisognosi, questo è veramente sorprendente e incoraggiante“.

Il Vescovo di Gubbio Paolucci Bedini si è anche espresso sull’informazione locale: “Mi sono sorpreso della molteplicità di strumenti d’informazione a Gubbio, credo che sia un’ottima risorsa però immagino che sia faticoso gestire una molteplicità di mezzi di informazione. Non sono un esperto di nuove comunicazioni, però penso che lì ci vada investito qualcosa di più perché oggi la comunicazione viaggia tantissimo su quei media lì e non abitarli vorrebbe dire lasciarsi escludere.

Il Vescovo Luciano

In merito del lavoro e del servizio che fanno i vostri strumenti, penso che ci sia l’informazione sul territorio, però mi chiedo se qualche volta non si potesse essere più attenti a delle situazioni di difficoltà che il territorio vive per diventare anche una voce critica. Se si possano tenere presenti alcune questioni, credo che questo possa aiutare perché sappiamo che oggi la malattia più diffusa è l’indifferenza. Ad esempio sto pensando alle situazioni, di difficoltà, di ingiustizia, di bisogno,o a tutta la questione giovanile“.

In conclusione, il Vescovo Luciano ha parlato delle sue prospettive per il 2019: “Credo che questo secondo anno di episcopato per me sia sulla falsariga del primo. Sento tanto il bisogno di ancora del tempo per entrare, per conoscere meglio la realtà eugubina per iniziare ad individuare alcune scelte, alcune direttrici. Per quest’anno, abbiamo già due tavoli di lavoro, uno sulla Pastorale delle parrocchie e un altro sul riordino dei sacerdoti e delle parrocchie. Ho chiesto a tutte le parrocchie di poter visitare ogni comunità, incontrare il Consiglio Pastorale e ragionare su quello che vivono. Per me sarà un anno ancora di conoscenza e di incontro per lavorare sempre di più insieme“.

Di Ilaria Stirati – Fotografie Cronaca Eugubina