Don Ubaldo: “Nel 1955 sono diventato parroco di Torre dei Calzolari, impegno che ancora oggi ricopro nonostante l’età avanzata. Non ho dato le dimissioni perché, come ho detto al nuovo Vescovo Monsignor Paolucci Bedini, il mio successore non è ancora nato

GUBBIO – Sabato 19 maggio a Torre dei Calzolari alta, la popolazione locale ha festeggiato i 90 anni del parroco don Ubaldo Braccini, memoria storica della frazione prossimo ai 70 anni di sacerdozio.

Abbiamo incontrato don Ubaldo all’interno della Chiesa che domina la piazzetta di Torre dei Calzolari alta, e il parroco ci ha raccontato la sua lunga storia con l’abito talare.

Don Ubaldo ha detto: “Sono stato ordinato sacerdote dal Vescovo Beniamino Ubaldi nel 1950. I primi quattro anni di sacerdozio li ho trascorsi nella frazione di Sant’Andrea del Calcinaro, a Costacciaro, dove la gente viveva in condizioni di grande povertà senza acqua corrente in casa. 

Nel 1955 sono diventato parroco di Torre dei Calzolari, impegno che ancora oggi ricopro nonostante l’età avanzata. Non ho dato le dimissioni perché, come ho detto al nuovo Vescovo Monsignor Paolucci Bedini, il mio successore non è ancora nato“.

Poi don Ubaldo afferma commosso: “Ho fatto il prete ma ho condotto anche dure battaglie come quella per la Pian D’Assino, la strada della morte. Dopo il terremoto del 1984 ho rimesso a posto la Chiesa di Torre dei Calzolari con una ruspa e un trattore, e il contributo volontario di tanti cittadini.

Sono stato sempre molto legato ai miei parrocchiani, che ho visitato 25 volte in Lussemburgo perché gli uomini all’epoca emigravano in cerca di lavoro separandosi dalle famiglie. In 70 anni di sacerdozio ho cercato di testimoniare il mio amore per il Signore, anche grazie all’aiuto dei parrocchiani di Torre e Spada“.

C’è un episodio in particolare della vita di Don Ubaldo, che ci sentiamo di raccontare perché è stato lui stesso a parlarne ai propri parrocchiani durante la Messa per i suoi 90 anni.

Quando negli anni ’50 ero parroco di Sant’Andrea del Calcinaro, a Costacciaro, venivo a Gubbio a piedi. – ha raccontato don Ubaldo visibilmente commosso dai ricordi – Era una camminata di oltre un’ora. Poi negli anni comprai una vecchia motocicletta che tenevo da una famiglia a Padule. Così, quando scendevo a Gubbio da Costacciaro, avevo la motocicletta per spostarmi e tutto era più semplice”. 

Di Francesco CaparrucciFotografie Cronaca Eugubina