La texture cifrata, che riprende i versi dell’inno sacro (O lume della fede) che i ceraioli cantano in coro quando, dopo l’ascesa al monte, tornano in città insieme ai Santi
GUBBIO – Mercoledì 25 aprile, in piazza Grande, in occasione della ricorrenza della festività della Liberazione d’Italia dall’occupazione nazifascita, gli Sbandieratori di Gubbio si sono esibiti accompagnati dal suono del Campanone.
Prima dell’esibizione degli Sbandieratori, il gruppo ha ricevuto in dono dal professor Paolo Belardi (direttore dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia), una nuova bandiera di colore giallo dedicata al Patrono Sant’Ubaldo.
Per l’occasione erano presenti il sindaco Filippo Stirati, il vescovo monsignor Paolucci Bedini, Loris Ghigi per i Campanari e Giuseppe Sebastiani per gli Sbandieratori. La bandiera è stata mostrata al pubblico presente in piazza e successivamente sventolata dalla scalea di Palazzo dei Consoli.
“Si tratta di una bandiera concettuale. – ha spiegato il professor Paolo Belardi – Si intitola ‘Letters in the wind’, un titolo dato alla bandiera dall’Accademia di Belle Arti“.
La spiegazione del professor Belardi
La bandiera ideata dall’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia (disegnata per l’occasione dal direttore Paolo Belardi e dal designer Paul Henry Robb ndr.) e realizzata da Valter Floridi per il Gruppo Sbandieratori di Gubbio, è volta a celebrare la fede in Sant’Ubaldo mediante una “bandiera nella bandiera” il cui significato è alimentato dalla combinazione sinergica di tre segni.
Primo segno: la composizione cromatica, che riprende le due gradazioni di giallo (giallo sole/giallo oro) proprie del piviale dipinto nel gonfalone di Sinibaldo Ibi.
Secondo segno: la texture cifrata, che riprende i versi dell’inno sacro (O lume della fede) che i ceraioli cantano in coro quando, dopo l’ascesa al monte, tornano in città insieme ai Santi.
Terzo segno: la grafia, che riprende un tipo di carattere (Monk) ideato dall’Accademia per rappresentare l’Umbria in occasione di Expo Milano 2015 e capace di coniugare la fermezza della regola benedettina con la dolcezza del messaggio francescano.
Tre segni che parlano di un Santo amatissimo, quale Sant’Ubaldo, la cui vicenda biografica è strettamente legata alla mano (dal miracolo della donna con la mano rattrappita all’invito di battersi con le mani invece che con le armi fino al mistero del dito conservato nella collegiata di Thann).
Con l’auspicio che la mano benedicente del Santo Patrono guidi e protegga le mani degli Sbandieratori quando sono impegnati negli esercizi più impegnativi.
Francesco Caparrucci – Fotografie Pietro Biraschi