Don Stefano Bocciolesi: “Bisogna impegnarci ad una formazione ed un’educazione capillare, custodendo le cose positive, e costruire il futuro per tornare ad uno splendore ancora più bello della Festa. Preghiamo perché tutti i nostri defunti ci aiutino a vivere al meglio la nostra Festa

GUBBIO – Oggi (lunedì 23 aprile) è la Festa di San Giorgio Martire, che si celebrerà con la Messa a Santa Maria alle ore 18 officiata da Monsignor Paolucci Bedini e con l’investitura del Capodieci 2018 Giorgio Angeloni.

Domenica sera, sempre alla Chiesa di Santa Maria dei Servi in Corso Garibaldi, don Stefano Bocciolesi ha celebrato la Messa in suffragio dei ceraioli defunti.

Nell’omelia don Stefano Bocciolesi ha detto: “Stasera siamo in tanti ma siamo ancora di più perché con noi ci sono i defunti che sono più vivi che mai e li percepiamo presenti in mezzo di noi. Ognuno di voi pensa alle persone care che vi hanno trasmesso i grandi valori, vi hanno comunicato quella passione sia dal punto di vista umano che ceraiolo. Siamo qui a dire grazie per ciò che abbiamo ricevuto nel passato ma che ci serve anche nel presente.

I defunti sono stati dei bravi pastori perché sono coloro che sentono una grande responsabilità verso le altre persone e come i buoni pastori che danno la vita per le proprie pecore, loro hanno dato la vita per questa Festa, trasmettendo tutto quello che sanno e tutta la loro passione. È una trasmissione che avviene anche con la testimonianza, l’impegno, la forza, la vita perché la Festa dei Ceri rispecchia la vita di ogni persona.

Ci sono tanti pastori a cui facciamo riferimento, ma spero che anche noi potremmo fare i pastori per qualcun’altro. I nostri giovani meritano e devono avere ciò che abbiamo ricevuto, a volte percepisco che la catena si interrompe ed è chiaro che così anche gli sforzi degli anziani sono quasi vani, invece la Festa è viva se c’è una trasmissione, un passaggio di consegne.

I giovani non sono solo il nostro futuro ma sono il nostro presente, fondamento su cui bisogna costruire e bisogna trasmettergli lo spirito della Festa che è molto più ampio. La paura è che a volte nelle cose belle si insidiano i mercenari che cercano di portare via quella speranza impedendo la genuinità e spontaneità della Festa che dovrebbero essere un patrimonio.

Bisogna impegnarci ad una formazione ed un’educazione capillare, custodendo le cose positive, e costruire il futuro per tornare ad uno splendore ancora più bello della Festa. Preghiamo perché tutti i nostri defunti ci aiutino a vivere al meglio la nostra Festa“.

Di Ilaria StiratiFotografie Cronaca Eugubina