Nei piatti e nelle targhe di Magni prevalgono i modelli tipici dell’arte italiana dal Quattrocento all’Ottocento, con speciale predilezione per opere di estrazione classicistica. Accanto alle sacre raffigurazioni, vi sono soggetti mitologici, allegorici, storicistici e d’ispirazione letteraria. Non mancano ritratti di eugubini illustri

Mostra Giuseppe Magni, intervento di Filippo Stirati

GUBBIO – Sono stati già oltre duemila i visitatori della mostra “Giuseppe Magni e lo Storicismo”, dedicata all’arte della maiolica italiana, allestita nelle stanze del Palazzo Ducale di Gubbio.

Curata da Ettore Sannipoli e organizzata dal Polo Museale dell’Umbria, dalla Fondazione CariPerugia Arte e dall’Associazione Maggio Eugubino nasce dalla volontà di valorizzare la figura di Giuseppe Magni (Gubbio, 1819 – 1917), orefice, decoratore e miniaturista che ha lasciato una grande produzione e una vera e propria scuola proseguita sino ai nostri giorni.

Sono esposte sessantaquattro opere, di cui trentadue realizzate dall’artista eugubino provenienti in parte dalla sua collezione personale recentemente acquistata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e in parte da collezioni pubbliche e private di Gubbio.

Foto Giuseppe Magni

Giuseppe Magni targa con la Madonna di Maremma

Nei piatti e nelle targhe di Magni prevalgono i modelli tipici dell’arte italiana dal Quattrocento all’Ottocento, con speciale predilezione per opere di estrazione classicistica.

Accanto alle sacre raffigurazioni, vi sono soggetti mitologici, allegorici, storicistici e d’ispirazione letteraria. Non mancano ritratti di eugubini illustri. Personalissima e di notevole effetto è poi la scelta dei motivi ornamentali, sempre diversi e di grande ricchezza decorativa: da quelli d’impostazione classicheggiante, ad altri con arabeschi, motivi fitomorfi e geometrici, medaglioni, nastri svolazzanti.

Le altre trentadue opere sono invece state realizzate da fabbriche come Ginori di Doccia, Cantagalli di Firenze, Achille Farina di Faenza, Angelo Minghetti di Bologna, Molaroni di Pesaro, Pio Fabri di Roma.

La corrente ceramistica dello “Storicismo”, in cui viene fatto rientrare, si caratterizza per la ripresa, in modo del tutto originale e non senza sperimentalismi, dei motivi decorativi e delle tecniche produttive della tradizione classico rinascimentale.

Fotografie dell’inaugurazione della mostra di Cronaca Eugubina