Alessandro Giacometti: “E’ stato un grande orgoglio poter vestire i colori rossoblù. Da piccoli il sogno è giocare tra i professionisti, e farlo con la maglia della propria città è un orgoglio in più che è cresciuto quando negli anni sono poi diventato capitano, indossando la fascia per tanto tempo

Foto Gubbio-Reggiana

La formazione rossoblù contro la Reggiana

GUBBIO (F.C.) – Sesta puntata dell’approfondimento serale di Cronaca Eugubina sulla partita Gubbio-Reggiana, partita vinta dai rossoblù per 1-0. Assieme a Fabiana Blasi in studio sono intervenuti Giancarlo Tomassoli, direttore del sito gubbiofans.it e Alessandro Giacometti ex capitano del Gubbio.

Innanzitutto è stata commentata la sfida del Barbetti vinta dalla squadra di Dino Pagliari con Giancarlo Tomassoli che ha affermato: “Il Gubbio sta piano piano acquisendo una sua identità, l’organico del Gubbio è stato cambiato molto e quindi ci voleva tempo per amalgamare la squadra.

Pagliari ha dato più omogeneità e sicurezza ai giocatori, ma a mio avviso ha lavorato sul modulo, da quando è arrivato a Gubbio ha usato lo stesso sistema di gioco. Contro la Reggiana si è visto un bel Gubbio, ha sofferto nei primi 20 minuti, la Reggiana ha un buon palleggio, ma ha dimostrato di avere grossi problemi in attacco“.

L’intervista ad Alessandro Giacometti

Fabiana Blasi: E’ il giocatore con più presenze con la squadra rossoblù, oltre 400, sicuramente questo è per lei una fonte di orgoglio?

Foto Alessandro Giacometti

Alessandro Giacometti e Fabiana Blasi

Giacometti: “Sicuramente è stato un grande orgoglio poter vestire i colori rossoblù. Da piccoli il sogno è giocare tra i professionisti, e farlo con la maglia della propria città è un orgoglio in più che è cresciuto quando negli anni sono poi diventato capitano, indossando la fascia per tanto tempo“.

Fabiana Blasi: Ci ripercorre brevemente la sua carriera calcistica?

Giacometti: “Ho iniziato a giocare in prima squadra nei primi anni ’90, venendo dal settore giovanile del Fontanelle, che non va dimenticato per il lavoro che tutt’ora fa con i giovani. A 17 anni ho vestito per la prima volta la maglia rossoblù, quella della squadra juniores, e poi l’anno successivo fui subito catapultato in prima squadra.

Sebbene la precaria situazione societaria, il mio obiettivo era quello di giocare e crescere come giocatore, poi riuscimmo a tornare tra i professionisti e quella per me fu la stagione più esaltante. E’chiaro poi che in più di 400 partite ci sono tanti momenti che si ricordano con piacere e altri meno“.

Giancarlo Tomassoli: Da ex capitano rossoblù, quali qualità deve avere un capitano anche nei confronti dei compagni di squadra?

Foto Alessandro Giacometti

Giacometti, Blasi e Tomassoli

Giacometti: “Innanzitutto una qualità che deve avere è la credibilità ed un capitano la mostra dando l’esempio in campo, non solo durante la partita, ma nel comportamento nell’arco della settimana negli allenamenti, ma soprattutto nella vita fuori dal campo. Credo di esserci riuscito, poi non so se i miei compagni mi hanno visto come un esempio, tuttavia ho fatto il possibile per rendermi tale“.

Fabiana Blasi: Prima ha accennato ai momenti più gratificanti della sua carriera. Ci sono degli aneddoti di momenti di particolare piacere che imbarazzanti?

Giacometti: “Come dicevo prima ce ne sono molti, una partita che ricordo con emozione è la prima che giocammo in Serie C a Trieste, seppur con un risultato negativo, perché per me è stata la prima volta che mi sono affacciato in uno stadio di Serie A.

Ci sono state anche brutte partite, dove ho fatto delle brutte prestazioni e degli errori che, essendo un difensore centrale, se non risolve il portiere si trasformano in gol per gli avversari, nella fattispecie in una trsferta a Benevento dove perdemmo 4-1, 3 dei 4 gol presi furono per causa mia“.

Foto Galderisi

Galderisi

Giancarlo Tomassoli: Qual è l’allenatore che ti ha sorpreso di più in positivo e che ti ha lasciato qualcosa?

Giacometti: “Credo che si debba prendere un po’ da tutti gli allenatori che si incontrano durante la carriera. A parte con Acori con il quale abbiamo fatto una grande impresa in Serie D, ho un’ottima impressione sia di Galderisi che diede molto del suo come aspetto caratteriale, che di Alessandrini che con il suo spirito battagliero ci ha condotto in una storica finale contro il Rimini“.

Fabiana Blasi: Quanto è importante per un capitano riuscire ad instaurare un rapporto di empatia con i tifosi?

Giacometti: “Penso che avendo giocato 14 anni con la stessa maglia, quella del Gubbio, qualcosa devi aver lasciato sicuramente. Mi auguro che i tifosi possano aver un ricordo di me come calciatore, poi caratterialmente non amavo molto parlare, cercavo di parlare con i fatti, con il campo. Magari tante volte ci sono riuscito, altre meno“.

Foto Alessandro Giacometti

Giacometti, Blasi e Tomassoli

Giancarlo Tomassoli: Qual è stato il giocatore più forte con cui ha giocato a Gubbio?

Giacometti: “Personalmente penso che il più dotato tecnicamente sia stato Felice Parisi, grande centrocampista che me lo sono ritrovato per la prima volta in Eccellenza e non riuscivo a capire come mai fosse caduto così in basso.

Grazie al suo contributo riuscimmo a vincere due campionati di fila e per poco l’anno successivo non entrammo nei play off nel primo anno di Serie C“.

Fotografie e video Cronaca Eugubina