Fabio Mariani: “Per quanto riguarda lo spirito, il Cero riflette la società di oggi, nella quale i giovani tendono ad isolarsi e a vivere solo con gli amici più stretti.
E anche nel Cero è così, magari si preferisce festeggiare nelle taverne private, mentre prima la condivisione era più ampia e c’era anche il confronto con i ceraioli più anziani che era un momento di grande crescita personale e come ceraiolo“

I Ceri nell Arengo di Palazzo dei Consoli
GUBBIO (F.C.) – La Festa dei Ceri si sta avvicinando e a quest’evento, come ogni anno, si prepara anche l’Università dei Muratori, in qualità di ente organizzatore.
Abbiamo quindi intervistato il presidente Fabio Mariani, per avere da lui un’opinione sui Capodieci 2017, le aspettative per quest’anno ma anche qualche accenno sulla sua carriera ceraiola e soprattutto sull’evoluzione nel tempo della Festa e sugli eccessi che si verificano durante i festeggiamenti prima del 15 maggio.
Che Festa dei Ceri si aspetta? Come vivrà il 15 maggio, sia da presidente della Famiglia dei Muratori, che da ceraiolo?
“Le aspettative sono sempre un po’ quelle, da ceraiolo santubaldaro spero che sia una corsa bella per tutti e tre i Ceri e che la Festa si svolga nel rispetto tra tutti i ceraioli. È vero, ognuno ha la sua camicia e fa il suo, ma ci deve essere un sano agonismo e non si deve mai dimenticare che la Festa dei Ceri è per il nostro Patrono.
Da presidente dell’Università dei Muratori, è ovvio l’aspetto emotivo, la bellezza e l’entusiasmo della Festa ci sono, ma essendo l’Università dei Muratori l’ente che organizza, c’è anche la responsabilità, con la speranza che non si verifichi alcun incidente o alcun episodio spiacevole, come purtroppo è successo in passato. La Festa è per tutti e spero che venga vissuta nel rispetto dei valori veri dei Ceri”.
Ci può raccontare in breve la sua carriera ceraiola?
“La mia carriera, nel Cero grande, è iniziata a 18 anni. Ho fatto parte della Manicchia di Madonna del Ponte, sono riuscito ad entrare presto, perché non c’erano a quei tempi tanti giovani desiderosi di entrare come adesso, già nel 1986 ero sotto il Cero. I tre punti principali, a mio avviso, dove ho preso il Cero sono stati la Muta di Didà in via Cavour, via XX Settembre e la prima curva del Monte Ingino, per poi lasciarlo nel 2009”.
Dal suo punto di vista, nell’ambito ceraiolo, quali sono le migliori qualità dei Capodieci di quest’anno: Guidarelli, Tognoloni e Borgogni?
“È difficile per me dire una qualità di ciascuno. Sono stati scelti a suffragio universale dai ceraioli che sicuramente li conoscono meglio di me. Se sono stati scelti, significa che sono le persone giuste e che rappresentano al meglio il proprio Cero come attaccamento, passione. Auguro a tutti e tre di una bella corsa il 15 maggio”.
Nello Speciale Ceri di Cronaca Eugubina, abbiamo cercato di capire com’è cambiata la Festa dei Ceri dal 1917 con i Ceri sul Col di Lana, passando per la Festa del 1977, per arrivare ad oggi. A suo avviso è cambiata nello spirito la Festa negli anni e soprattutto come?
“La differenza sostanziale, dal mio punto di vista, è che è diventata una questione di massa, dove molti più giovani sono coinvolti rispetto al passato, magari perché si fanno trascinare dagli amici ed entrano nel giro dei Ceri ed è anche positivo. Per quanto riguarda lo spirito, il Cero riflette la società di oggi, nella quale i giovani tendono ad isolarsi e a vivere solo con gli amici più stretti.
E anche nel Cero è così, magari si preferisce festeggiare nelle taverne private, mentre prima la condivisione era più ampia e c’era anche il confronto con i ceraioli più anziani che era un momento di grande crescita personale e come ceraiolo. La Festa c’è ancora oggi perché è cresciuta e cambiata in base alla società che viveva nel tempo, tuttavia è fondamentale che i giovani abbiano la forza di avere un confronto con i ceraioli più adulti per poter crescere e migliorare”.

Fabio Mariani
Negli ultimi giorni, nei social network, è iniziato un dibattito sulla degenerazione della Festa dei Ceri: pipì e vomitate nei vicoli del centro storico di Gubbio tengono banco. In qualità di presidente dell’Università dei Muratori, qual è il suo punto di vista a riguardo?
“Gli eccessi vanno condannati sempre, sia se sono da parte di giovani, che da parte di persone meno giovani. A mio avviso, si ha un abuso di occasioni per fare festa, bisognerebbe ritornare agli appuntamenti tradizionali e basta. Come dicevo prima, i Ceri sono legati alla società che stiamo vivendo, che in questo caso vuole dimostrare che per divertirsi bisogna eccedere.
L’anno scorso abbiamo fatto degli incontri su questo con i cittadini del centro storico. Forse una soluzione, sarebbe quella di evitare gli eventi e magari anche la somministrazione di alcolici, anche se chiunque volesse eccedere lo farebbe comunque. I Ceri sono un momento di aggregazione e di sano divertimento e quindi bisognerebbe cercare di limitare gli eccessi”.
Di Ilaria Stirati