Il sindaco Filippo Stirati ha definito l’eccidio dei Quaranta Martiri “crimine contro l’umanità“. Don Fausto Panfili: “Se il seme è caduto a terra non perde identità, anzi se cresce bene può diventare grano o qualsiasi altra pianta. Per vivere occorre rivelarsi nella propria identità“

Il sindaco Stirati, Smacchi e la signora Tomarelli
GUBBIO – Oggi (venerdì 27 gennaio) è il Giorno della Memoria in cui si ricordano lo sterminio del popolo ebraico nei campi nazisti, le leggi razziali, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che si sono opposti al progetto di sterminio e, a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Alla presenza delle massime autorità politiche civili e militari della città, Don Fausto Panfili ha celebrato una Messa solenne al Mausoleo dei Quaranta Martiri, in memoria dei quaranta innocenti cittadini eugubini fucilati dai tedeschi il 22 giugno del 1944. Un’eccidio che il sindaco Filippo Stirati ha definito “crimine contro l’umanità“.

Don Fausto Panfili
L’omelia di Don Fausto Panfili
“Per far crescere il seme che contempliamo, alcune volte non è sufficiente il sudore ma serve anche sangue. I nostri fratelli durante la guerra hanno seminato e noi dobbiamo raccogliere. Facendo delle ricerche, ho letto di una ragazza rom che ha preso un vestito di una ragazza ebraica e se lo è messo, facendo credere di chiamarsi Miriam e fino a 85 anni si è fatta conoscere come ebrea.
Nel suo 85esimo compleanno ha svelato sua identità in Svezia, dicendo di chiamarsi Malika. Ha aspettato 70 anni per manifestare la propria identità. Il silenzio ci sconfigge, stiamo molto in silenzio perché non riusciamo a far vivere la memoria. Abbiamo tante sofferenze e ci mettiamo un vestito di indifferenza.
Se il seme è caduto a terra non perde identità, anzi se cresce bene può diventare grano o qualsiasi altra pianta. Per vivere occorre rivelarsi nella propria identità, molte volte invece la nascondiamo la nostra identità. La memoria deve farci riscoprire l’identità a cui siamo legati. Non dobbiamo dimenticare, ringrazio tutti i presenti per essere qui“.
Di Ilaria Stirati – Fotografie Cronaca Eugubina